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250.000 bambini sono stati salvati dalle strade di New York da queste donne sante (FOTO)

NEW YORK CITY;FOUNDLING;JAMAAL

Courtesy of the Bruno Family

Jeffrey Bruno - pubblicato il 07/10/19

Le Suore della Carità di New York celebrano il 150° anniversario del New York Foundling Hospital

I ricordi d’infanzia sono in genere pochi e rari, ma ce ne sono alcuni che ci restano impressi in modo indelebile. Non sono sempre estremamente significativi o legati a qualche trauma che abbiamo subìto. Spesso non c’è un motivo apparente per cui ricordiamo determinate cose, ma quei ricordi non ci abbandonano.

In una calda giornata primaverile del 1973 sedevo con i miei genitori in una stanza cupa da qualche parte a New York City. All’estremo della stanza si è aperta una porta, ed è entrata una manciata di bambini, accompagnati dal rumore e dal disordine che i piccoli sanno portare. I miei genitori avevano deciso di scegliere il primo bambino che fosse entrato nella stanza, un piccolino di due anni e mezzo nero/portoricano di nome Vincent. È questo che ho ricordato quando ho saputo che il New York Foundling Hospital avrebbe celebrato quest’anno il suo 150° anniversario.

Quando suor Mary Irene e le sue consorelle decisero di lavorare riscattando gli orfani dalle strade di una New York post-guerra civile, nel 1869, iniziarono un’opera di carità e misericordia il cui impatto avrebbe avuto un lungo futuro.

Iniziò tutto una sera di ottobre in cui suor Mary Irene mise una piccola culla di vimini sulla porta della casa che avevano affittato al 17 East 12th Street con un cartello che diceva: “Si sappia in lungo e in largo, non abbandonate i vostri bambini, portateli da me”. Le suore vennero presto svegliate da una bambina che piangeva. Si chiamava Sara, e un biglietto chiedeva alle religiose di prendersi cura di li. Nelle settimane successive le suore accolsero più di 40 bambini, e divenne evidente che avevano rapidamente bisogno di trovare una strategia per far fronte a questo afflusso massiccio.

Le religiose si organizzarono e affidarono alcuni bambini alle cure di famiglie cattoliche mentre progettavano di trasferirsi dalla casa affollata in cui risiedevano a una più grande al numero 3 di Washington Square. Nei quattro anni successivi accolsero più di 2.500 bambini.

L’aumento dei piccoli affidati alle loro cure promosse la nascita di un solido programma di adozioni e affidamenti, che resta una delle pietre miliari dell’opera del New York Foundling. Col passare degli anni, le suore hanno risposto con grande vigore alle necessità mutevoli delle persone che servivano, aggiungendo servizi come un rifugio per donne con gravidanze a rischio, assistenza sanitaria e formazione genitoriale. Un’innovazione notevole è stata la creazione della “Nursery di Crisi” negli anni Settanta in collaborazione con il dottor V. Fontana, di modo che i genitori che sentivano che stavano perdendo il controllo potessero trovare un luogo in cui lasciare temporaneamente i figli per prendersi un po’ di tempo per calmarsi.

Vincent, che ha cambiato il suo nome in Jamaal, è mio fratello. È uno degli oltre 250.000 bambini passati dal New York Foundling Hospital nel corso degli anni, e ha trovato una casa permanente con una famiglia che gli vuole bene. Siamo cresciuti insieme, col beneficio della mancata somiglianza, che ci ha permesso di giocare un sacco di tiri nei confronti di chi non sospettava certo l’esistenza di una parentela.

Una cosa è scrivere degli sforzi eroici di una persona o di un ordine religioso particolare, un’altra è che quest’opera abbia avuto un impatto diretto su di sé. Le Suore della Carità e il New York Foundling continuano a portare avanti lo spirito e la missione della fondatrice originaria, Santa Elizabeth Ann Seton, e a portare speranza e sostegno amorevole ai più vulnerabili.

E allora buon 150° anniversario, New York Foundling. Possa il lavoro che svolgete continuare a dare speranza a bambini e famiglie, e parlando da quello che una volta era un ragazzo che ha avuto la possibilità di crescere con un fratello grazie di cuore. Ve ne saremo eternamente grati.

JAMAAL BRUNO,ADOPTION
Gruppo di famiglia. Christina, Jamaal, papà ed io. Mamma ci guarda dal cielo.

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