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“Qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome ve la darà”. Ma è proprio vero?

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Aleteia - pubblicato il 08/10/19

Spesso, dopo aver pregato, ci sentiamo delusi perché sembra che le nostre preghiere non ottengano risposta. E se non fosse che non è Dio a non ascoltarci, ma noi a non aver colto tutto il significato della supplica?

Le preghiere di supplica sollevano molte domnde. Dobbiamo ammettere che a volte il loro significato è oscuro per noi. Magari sorridiamo con condiscendenza alla preghiera di una nonna perché il nipote passi gli esami quando non tocca un libro da anni, o ci preoccupiamo per le persone che pregano di vincere al gioco. In questo caso entriamo in un mondo magico che non ha nulla a che vedere con i Vangeli. Non ci stanchiamo mai di ripetere che Dio non è un dispenser automatico. Non è lì per ricompensare la nostra pigrizia e incompetenza, e sicuramente non è lì per redimere i nostri capricci o risentimenti. Questa sarebbe un’inversione pagana della Preghiera del Signore: “Sia fatta la nostra volontà, venga il nostro regno, sia santificato il nostro nome”. Spesso le nostre preghiere di supplica tendono ad essere di dubbia natura. Dovremmo smettere di pregare? Ovviamente no!

Nostro Padre sa di cosa abbiamo bisogno

La Bibbia abbonda di preghiere e suppliche. Come dice San Paolo, “Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini” (1 Tim 2, 1-2). Gesù stesso si dedicava alla preghiera, perché Simon Pietro non soccombesse, perché Lazzaro risuscitasse e i Suoi discepoli rimanessero uniti e protetti dal Maligno. Egli ci insegna e ci incoraggia a pregare in ogni momento: “Qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà” (Giovanni 16, 23). Se i padri terreni sanno dare cose buone ai loro figli, a maggior ragione il nostro Padre celeste può darne a noi, e la più preziosa è lo Spirito Santo, che comunque non esclude il resto.

Dio si preoccupa di ogni dettaglio della nostra vita quotidiana e dei nostri problemi? La risposta può essere solo un deciso “Sì”. È nostro Padre, non un concetto astratto. Opera a questo livello pratico? Sicuramente. Ma in che modo lo fa? A volte attraverso i miracoli – anche se gli interventi diretti sono rari esistono! In genere ci guida da dentro attraverso il gentile potere di persuasione dello Spirito Santo e soprattutto i nostri atti di carità. Spesso si può fare anche permettendo quei fortunati incontri e quelle splendide coincidenze che i non credenti attribuiscono al caso, e in cui vediamo la mano della Provvidenza. Ma potreste chiedere perché ci si dovrebbe scomodare con le preghiere di supplica.

È un modo per parlare a Dio delle nostre necessità? Non è così, “poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate” (Mt 6, 8). Si tratta allora di un modo per esercitare pressioni su Dio per ottenere qualche favore? No, la preghiera di supplica trasforma noi, non Dio. È questo il vero motivo per cui dobbiamo perseverare. Non è Dio che è diventato sordo alle nostre preghiere. La nostra preghiera non dev’essere stata abbastanza profonda, pura, appassionata e umile.
La preghiera di supplica apre il nostro cuore rivelando delle grazie dentro di noi e in questo mondo. Dio può fare tutto da Sé, ma preferisce operare insieme a noi, attraverso di noi e soprattutto mediante le nostre preghiere.

Fr. Alain Bandelier

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