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I poliziotti ecuadoregni recitano il Padre Nostro in mezzo alle proteste

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Catholic Link - pubblicato il 11/10/19

di Silvana Ramos

I minuti prima di uno scontro non devono essere affatto facili. Anche quando il corpo e la mente sono allenati, credo che si tratti di momenti molto intensi, in cui magari si fanno strada paura e angoscia.

La paura è non solo quella di perdere la vita e di lasciare le persone che si amano di più, ma anche quella di disumanizzarsi, di togliere la vita agli altri, di lasciare ferite profonde che magari impiegheranno molto a guarire, o forse non guariranno mai.

Le forze armate lottano per garantire l’ordine e la pace, per difendere la Nazione e la sua sovranità. A noi civili spetta di capire ciò che si può verificare nella mente dei poliziotti o dei soldati.

Magari non ne avessimo bisogno, magari la guerra non esistesse… siamo fragili in moltissimi sensi, e la violenza tra fratelli è all’origine di tutto. Caino e Abele, conflitti interni, Nazioni che si scontrano, sete di potere, invidia, avidità, gelosia, malattie del corpo e dell’anima…

Assistere a tutto questo è triste, perché il cuore si commuove sia per la vittima della violenza che per colui che la esercita, perché è inevitabile che entrambi subiscano ferite profonde e a ogni livello.

È lecita la violenza, è lecita la guerra? Nel mondo si vivono innumerevoli conflitti, i cristiani vengono perseguitati, poliziotti e popoli si scontrano per crisi politiche o economiche. La violenza affiora insieme alla disperazione. La giustizia diventa difficile da vedere, ma è necessario trovarla.

Qualche giorno fa in Ecuador si è scatenata una serie di proteste a causa della situazione politica e di alcune misure economiche adottate. In mezzo a tutto questo, è diventato virale un video che mostra i poliziotti mentre recitano il Padre Nostro prima di ripristinare l’ordine.

Si può pregare prima di uno scontro?

L’uso della forza, indesiderabile per tutti, è in certi casi necessario. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, nella sua Terza Parte – La vita in Cristo, ci aiuta a comprendere il valore e la necessità di difendere la vita e le situazioni in cui l’uso della forza per la sua difesa è giustificabile.

Tra i vari punti, spiega che “la legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri”. Lo Stato deve vegliare sulla pace, scegliendo di impegnarsi a evitare la guerra. “Fintantoché esisterà il pericolo della guerra e non ci sarà un’autorità internazionale competente, munita di forze efficaci, una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa” (Gaudium et spes, 79).

Cercare la pace e affidarsi a Dio

Non è facile capirlo, e al contempo è importante che lo sappiamo e che sia per noi più chiaro possibile. L’uso della forza può essere giustificato quando non esiste altro mezzo per la legittima difesa ed è in gioco la vita di una persona o di molte. Impegnarci a cercare la pace è il primo compito, e il secondo sarebbe quello di affidarsi a Dio e al suo Spirito perché ci donino la chiarezza per trovare e discernere la giustizia a beneficio dell’umanità.

La preghiera di questi poliziotti è toccante. Dio dia ai governanti del mondo e alle forze dell’ordine la chiarezza per cercare la giustizia e ottenere la pace difendendo la vita di tutti. “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5, 9).

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