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Il Gesuita del XVII secolo che è stato l’ultimo uomo a sapere “tutto”

Athanasius Kircher

Cornelis Bloemaert | Public Domain

Ray Cavanaugh - pubblicato il 15/11/19

Secoli prima di Internet, questo sacerdote è stato il principale depositario mondiale della conoscenza

Nell’era moderna, la conoscenza è diventata così specializzata che perfino una persona brillante può trascorrere decenni cercando di diventare esperta di un argomento particolare. Secoli fa, però, si sapeva molto meno di matematica, medicina, chimica e fondamentalmente qualsiasi altro campo di studio, ed era quindi possibile per un intelletto straordinario conoscere la maggior parte delle informazioni esistenti. Athanasius Kircher, un Gesuita straordinariamente erudito, poteva a ragione rivendicare di possedere “tutta la conoscenza”.

Figlio di un professore di Teologia, era nato nella Germania centrale il 2 maggio 1601, anche se alcune fonti parlano del 1602. Ironicamente, lo stesso Kircher, che arrivò ad accumulare tanta conoscenza, non fu mai del tutto certo del suo vero anno di nascita.

Iniziò gli studi presso i Gesuiti verso i dieci anni, e gli ideali gesuiti “divennero presto i suoi”, in termini sia di erudizione che di fede. Nel corso dei suoi ottant’anni di vita, infatti, Kircher sembra non aver mai messo in discussione la dottrina cattolica.


Giuseppe Caspar Mezzofanti

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Entrò nell’Ordine gesuita come novizio nell’adolescenza. Nei primi anni dell’età adulta insegnò Matematica e Lingue antiche nelle scuole gesuite. Dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1628 entrò all’Università di Würzburg, dove insegnò ancora una volta Matematica e Lingue antiche, insieme a Etica.

Kircher avrebbe voluto partire per la Cina come missionario, ma non ricevette l’approvazione dei suoi superiori. Complicò ulteriormente le cose la Guerra dei Trent’Anni, che lo obbligò a cercare rifugio nelle città francesi di Avignone e Lione.

Nel 1634 si stabilì a Roma, dove trascorse la maggior parte del resto della vita. Insegnò per sei anni Matematica, Fisica e Lingue orientali presso il Collegio Romano (ora Pontificia Università Gregoriana), prima di ricevere la licenza per abbandonare l’insegnamento per poter dedicare più tempo ai suoi studi indipendenti. Avendo ormai una reputazione di esperto universale, riceveva patrocinio dalle sue fonti sia sacre che secolari.

Ormai in una posizione ideale per portare avanti la sua ricerca, Kircher procedette a offrire contributi in vari campi, come la Musicologia, gli Studi biblici, la Geologia, l’Orientalismo e la Batteriologia. Praticava anche la disciplina ora nota come Linguistica, e cercò il rapporto tra lingue come arabo, francese, greco, ebraico, latino, persiano e portoghese. Intraprese perfino il compito di creare un linguaggio universale.




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Tra i suoi interessi non mancava l’innovazione tecnologica. Alcune invenzioni sono state infatti attribuite a lui, seppur in modo errato. Ovviamente, il fatto che gli sia stato dato credito suggerisce la sua rilevanza anche in questo campo.

Attivo sperimentatore, usava un microscopio per analizzare il sangue delle vittime della peste e si formò idee perspicaci, se non del tutto accurate, sulle cause di questa piaga. In un altro esperimento, testò la possibilità di usare l’estratto delle lucciole per illuminare le abitazioni.

La curiosità portò Kircher lontano. Non molto tempo dopo l’eruzione del Vesuvio nel 1631, ad esempio, scalò il vulcano e scese nel cratere con il corpo legato a una corda. Usò poi un pantometro per misurare accuratamente le dimensioni interne del vulcano. Verso la fine della sua vita, i risultati delle sue ricerche geologiche furono pubblicate in un’opera in due volumi intitolata Mundus Subterraneus.

In tutto fu autore di 44 libri (tutti apparentemente scritti in latino), molti dei quali vennero considerati letture obbligatorie dalle menti più illuminate della sua epoca. Pur avendo una conoscenza enorme, Kircher era un essere mortale, che fece notevoli errori quando cercò di decifrare i geroglifici egiziani, sbagliando a volte anche in altri campi.

Detto questo, secondo la biografa Paula Findlen fu “il primo studioso con una reputazione globale”.




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Kircher morì a Roma il 27 novembre 1680, a 79 anni. Col tempo il suo nome, tanto noto quando era in vita, venne dimenticato. Negli ultimi decenni, però, ha ricevuto una rinnovata attenzione, come emerge dalla pubblicazione, nel 2004, di un libro di 464 pagine intitolato Athanasius Kircher: The Last Man Who Knew Everything (Athanasius Kircher: L’Ultimo Uomo a Sapere Tutto).

Secoli prima di Internet, questo gesuita è stato il depositario principale delle informazioni. Al giorno d’oggi, con gli innumerevoli terabyte di informazioni accessibili grazie a un motore di ricerca, si avrebbe bisogno di molte vite solo per visionare tutto il materiale, figuriamoci per assorbirlo. Si può pensare non a torto che il futuro non offrirà un altro Athanasius Kircher.

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