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La perversione: i consigli della Bibbia per difendersi

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Louise Alméras - pubblicato il 25/11/19

«Fare fronte alla perversione – Risorse spirituali insospettate» è l’ultima opera della teologa protestante Lytta Basset. Mentre descrive i principali tratti della perversione, ella offre dei passaggi del Vangelo che permettono di proteggersi dalle attitudini e dai meccanismi perversi. Ricatto, influenza, rovesciamento dei sensi di colpa, menzogna… Gli strumenti sono numerosi.

È una lettura della Bibbia originale e innovativa. Teologa protestante svizzera, Lytta Basset ha scritto Faire face à la perversion : des ressources spirituelles inattendues [“Fare fronte alla perversione – Risorse spirituali insospettate”, N.d.T.] con rigore e con volontà di offrire risorse a quanti ne sono sguarniti di fronte ai lacci di alcune relazioni umane. Tranquilli: Gesù stesso ne è stato vittima, vi ha fatto fronte e sa come disinnescarne i congegni. Del resto i salmi traboccano di parole connesse all’umiliazione, alla manipolazione e a ogni altro sentimento suscitato da situazioni maligne e tossiche. Pedofilia, ricatto morale o sessuale, relazioni mortifere sono chiaramente di attualità, ma è pure il caso di altre perversioni sfortunatamente presenti nel nostro quotidiano. Per farvi fronte, la teologa propone di leggere le Scritture con una nuova prospettiva.

La perversione, argomento attuale ed esplosivo

Il numero di opere sulla perversione nutre gli scaffali “psicologia” delle librerie da diversi anni. Tra una caccia alle streghe talvolta isterica e una realtà assodata, il libro ha il beneficio di aprire più largamente l’argomento, in qualche modo di sanarlo, perché vi si possa ritrovare in maniera responsabile e adulta – giacché va più in profondità. Responsabilità, verità, coscienza, unità fanno così fronte a quanto ingloba la distruzione dei legami con la confusione, la sottomissione, la manipolazione, la negazione, la complicità dell’entourage, l’incoscienza, l’aggressione e il non-rispetto dell’identità altrui. Perché la Bibbia è innegabilmente una risorsa per trovare degli strumenti contro la perversione? Semplicemente perché è il libro dell’unità, della luce, e perché chiama ognuno a trovare il proprio posto e la propria identità. Poi perché i salmi conducono il lettore a un esame di coscienza e alla lucidità, che viene dalla medesima radice della luce. Il Salmo 64 può essere un vero rifugio per ogni persona vittima di manovre perverse.

Discernere la perversione e fronteggiarla

La constatazione della teologa è agghiacciante: nessuno è garantito dall’eventualità di cadere sotto al giogo della manipolazione. Ella richiama la definizione che padre Pascal Ide dà dei narcisisti: «Colmano le loro brecce vampirizzando l’altro», «la loro personalità costruisce un ego sovradimensionato su un io sottosviluppato». Donde il loro orrore per quanti sono capaci di esprimersi secondo un’autostima equilibrata, imperniata sull’“io”, come Gesù. Del resto, una persona divisa ha più possibilità di diventare manipolabile. Una delle frasi preferite dei manipolatori è: «Tutti la pensano come me». Sebbene di solito siano in conflitto con la legge.




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Se però i danni della perversione sono così manifesti è a causa del “formidabile contagio” che essa opera. In L’odio dell’amore, M. Hurni e G. Stoll constatano che «la perversione esercita un vero effetto a catena e amplificante, dall’individuo al gruppo passando per la coppia». La psichiatra M.-F. Hirigoyen ritiene che «anche se la perversione non è denunciata, essa si diffonde in modo sotterraneo mediante l’intimidazione, la paura, la manipolazione». Per vincolare qualcuno basta trascinarlo fra menzogne e compromessi – sottolinea l’autore – per renderlo complice del sistema perverso. E non è sempre semplice reagire.

Lytta Basset mette in guardia:

Le trappole peggiori hanno luogo dal momento in cui rinunciamo a riflettere da noi stessi, dunque a discernere il vero dal falso, il giusto dall’ingiusto.

Geneviève Schmit, autrice di un’opera sull’argomento evocato, lo analizza benissimo:

Il pensiero è il nemico supremo della perversione. La vittima perde rapidamente la propria capacità di pensare e di agire al di fuori delle direttive del suo signore e aguzzino.

Benvenuti nella trasmissione del non-pensiero. Alle volte, però, basta una persona coraggiosa per far traballare tutto, come fece Giuseppe per salvare Gesù mentre infuriava la strage degli Innocenti. L’intelligenza del cuore, di cui la Bibbia si vuole fautrice e pedagoga, resta un’arma notevole. Lo stesso Papa Francesco incoraggia alla responsabilità, e da molto tempo nelle sue omelie denuncia l’ipocrisia e la menzogna di numerosi responsabili religiosi. Altrimenti detto, il primo consiglio non è di fuggire a gambe levate, ma anzitutto quello di porvi la testa e di riflettere. Chiaramente ciò suppone poi di fuggire quando siamo direttamente vittime.

E se la risposta fosse la libertà?

Una parola rassicura: è possibile cambiare i cuori più aridi, lontani da Dio, grazie all’amore. È questa l’opinione anche di P.C. Racamier, pioniere della descrizione e del trattamento della perversione narcisistica. A cominciare da sé stessi. L’invidia, la gelosia, le maldicenze, l’abuso di potere, le parole che insudiciano, tutti questi mali non sono appannaggio esclusivo dei più temibili perversi: la sofferenza, il vuoto interiore, il bisogno di essere riconosciuti e il confronto sono alla radice di numerosi difetti umani. Discernere questo è già un primo passo verso la libertà. Come nella parabola degli operai dell’undicesima ora, quando il padrone risponde ai primi che gli vengono sotto incolleriti: «Il tuo occhio è cattivo perché io sono buono?». Fare confronti è un veleno. O ancora pensiamo al caso dei figli che si tarpano le ali per timore di mettere in ombra un genitore se realizza le proprie potenzialità. O pensiamo al desiderio di gloria, ben altra cosa da quello (giusto e legittimo) di volersi realizzare. Giovanni riporta questa parola di Cristo: «Colui che crede in me farà anche io le opere che faccio, e anzi ne farà di più grandi».


KŁÓTNIA

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Lytta Basset correda la propria analisi con riferimenti a numerosi specialisti, fermandosi in particolare su Sodoma o su Qu’avez-vous fait de Jésus? [“Cosa avete fatto di Gesù”, N.d.T.], per estrarne l’importanza dello scrupolo per la verità. La sua inchiesta è affascinante: si rivolge a tutti – ai complici, ai testimoni e alle vittime – alla luce della parola vivente, la sua esposizione è un invito a crescere. In tal senso, quest’opera è una risorsa intelligente e benefica che si fonda su un’analisi approfondita delle parole della Bibbia, fino alla loro etimologia. Illuminante, apre alla libertà e al coraggio.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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