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Già prete-operaio, frate Léon Gahier è oggi centenario

Père Léon Gahier

© Capture d'écran YouTube / Diocèse de Tours

Frate Léon Gahier, capuccino, prete-operaio in pensione, durante una conferenza il 17 ottobre 2019 a Tours.

Giovanni Marcotullio - pubblicato il 18/12/19

Arrivato nella diocesi di Tours nel 1949, frate Léon Gahier ha appena festeggiato il suo centesimo anniversario. Quest’uomo è stato prete-operaio per diverse decine d’anni, operando gomito a gomito con comunisti, sindacalisti, credenti e religiosi.

Che personaggio! Frate Léon Gahier (frate Rogatien in religione), minore cappuccino, ha appena festeggiato i suoi 100 anni: nato infatti il 15 dicembre 1919, quest’ex prete-operaio, che fa tuttora parte della diocesi di Tours, ha celebrato i suoi 75 anni di sacerdozio il 19 marzo 2019. Nel 1946 partecipa, da giovanissimo prete e su richiesta del cardinale Suhard (arcivescovo di Parigi), alla prima prima équipe di cappuccini-operai del “Petit-Nanterre”. Un vero progetto missionario. Con due altri religiosi, costruisce una baracca in legno a Rue des Pâquerettes, in pieno quartiere popolare, che diventa in seguito il focolare della fraternità cappuccina.

Una “doppia fedeltà”

Volta per volta operaio nel reparto merci, nelle cartiere della Senna, alle caldaie; rigattiere, muratore, manutentore, frate Léon Gahier fa 38 ore come i suoi fratelli di fabbrica, prende la sua tessera sindacale (CGT) nel 1946 e partecipa allo sciopero generale del 1947. Esercita diverse funzioni sindacali, diventando rappresentante del personale, delegato CGT del personale e segretario di svariati comitati d’impresa. «Bisognava vivere la duplice fedeltà al mondo operaio e alla Chiesa», avrebbe raccontato più tardi. Pierre Moracchini, responsabile della biblioteca francescana nel convento dei cappuccini a Parigi, spiega in un Tweet che a Nanterre ogni giornata terminava con la messa celebrata nella baracca e che degli operai della Simca avevano realizzato per i loro compagni preti degli oggetti liturgici… che richiamassero il loro lavoro.

[…] L’ardore evangelico di questi primi preti-operai è ammirevole, e ognuna delle loro giornate termina con la messa celebrata nella baracca. Alcuni operai della Simca hanno realizzato per loro calice e candelieri.

https://twitter.com/Pierremorac/status/1206239293271871490

Il frate riporta quest’aneddoto: nell’aprile 1945 mons. Feltin, arcivescovo di Parigi, si reca in visita alla “baracca dei frati”, nella quale sono ammassate persone in numero di una settantina. Queste lo interpellano: «Dovete darci dei preti-operai, perché ci capiscono; gli altri non ce la fanno». «Che ne pensa il Papa, dei preti-operai? È d’accordo? Bisogna dirgli che del lavoro che fanno e di quanto sia necessario, anzi ce n’è ancora tanto da fare». Al punto che più tardi l’arcivescovo fece questa confidenza al provinciale dei cappuccini: «La missione di Nanterre? La più bella riuscita della missione di Parigi». Quando alcuni dicono “miei cari frati” frate Léon preferirebbe a volte un “cari compagni”.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

Tags:
dottrina sociale della chiesa
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