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Tossici e prostitute: ecco l’opera di padre Chauveau, parroco di periferia

Chauveau

François-Régis Salefran

Padre Jean-Philippe Chauveau, fondatore dell'associazione Magdalena.

Raphaëlle Coquebert - pubblicato il 15/01/20

Appare nel film “Lourdes”, dove accompagna ogni anno delle prostitute in pellegrinaggio. Nel suo secondo libro – « Qui leur jettera la première pierre ? » [“Chi scaglierà loro la prima pietra?”, N.d.R.], padre Jean-Philippe chiama i cristiani a mobilitarsi per i paria delle nostre società, e ci affida testimonianze toccanti.

Thalia è nata in Colombia: in adolescenza, oscilla nel transessualismo. Vittima dello stigma e della riprovazione del suo ambiente, fugge dal suo Paese verso la Francia, dove viene coinvolta nei giri della prostituzione. È al Bois de Boulogne che la sua strada s’incrocia con quella del prete. E allora formula il desiderio di dare le spalle alla sua vita caotica ed entra nella casa d’accoglienza che ha fondato per lei e per le sue compagne di miseria, non lungi da Fontainbleu:

I primi mesi sono stati molto difficili. Poi mi sono abituata […] e per la prima volta nella mia vita ho incontrato me stessa. […] Il Signore mi ha rialzata […]. Mi sono lasciata portare da lui. Ho preso la sua mano e mi sono abbandonata a lui.

Questa testimonianza è una delle più toccanti dell’opera di padre Chauveau, membro della comunità di Saint-Jean, insieme con quella di Camélia, una musulmana anch’ella transessuale, che dice di aver ritrovato speranza scoprendo la figura di Maria Maddalena: «Grazie a lei, so che Dio mi ama, che mi ha perdonata, che mi tende la mano».

Ho condiviso questi racconti nel mio libro – dice ad Aleteia “il padre”, come lo chiamano le sue protette – per rendere omaggio alla determinazione di queste donne malmenate per strada e che sono tanto coraggiose. Thalia segue corsi di francese, si batte. Camélia ne verrà fuori grazie al suo fervore spirituale, che è incredibile.

Il carattere cattolico della casa è pienamente dichiarato, anche se vengono rispettate le credenze di ciascuno:

La preghiera fa parte dei pilastri della vita comunitaria, l’eucaristia è un momento-chiave della giornata e il rosario viene recitato tutte le sere in cappella.

Incarnare la tenerezza

«Oggi più che mai – insiste padre Jean-Philippe nel suo libro – ci occorre una rivoluzione della tenerezza. Questo ci salverà».

La tenerezza… Dio sa quanto sia mancata a lui, cresciuto in una famiglia atea, decimata dall’alcoolismo. Bambino maltrattato, sballottato dall’orfanotrofio al riformatorio, violentato sulla soglia dell’adolescenza, non trova pace che scoprendo l’amore di Dio, grazie a un collega che, sul lavoro, lo accoglie sotto le sue ali.




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Sulla strada che lo porta al sacerdozio ci sono Chateauneuf-de-Galaure (Drôme) e Marthe Robin, Lisieux e la piccola Thérèse, L’Arche di Jean Vanier. Dal giorno della sua ordinazione, nel 1982, egli non ha cessato di preoccuparsi delle sorti dei più poveri: ha creato Saint-Jean Espérance per i tossicomani, poi i Repas du Cœur per i più emarginati, infine la federazione Magdalena, destinata alle prostitute (delle volontarie le accolgono in alcuni camper in parecchie città di Francia).

Basta osare il primo incontro – raccomanda il padre – avendo chiaro nel cuore che non sono io ad andare da loro, ma che li lascio venire a me.

Qui leur jettera la première pierre
Salvator

Jean-Philippe Chauveau, Qui leur jettera la première pierre ? Salvator, novembre 2019, 20 euro.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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