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Will Smith e la gelosia per la moglie: ci si scopre solo nello sguardo di chi ci ama (VIDEO)

WILL SMITH

Featureflash Photo Agency|Shutterstock

Giovanna Binci - pubblicato il 04/03/20

La storia d'amore e di gelosia di Will Smith e sua moglie Jada sembra ironicamente un remake di Hitch: nelle crisi di coppia non possiamo ripiegarci su noi stessi, ma non perderci di vista negli occhi di chi ci ama.

E io che credevo che uno che salva la razza dalla pandemia col suo cane, non avesse certo problemi di autostima. Ma forse devo smetterla di spararmi “Io sono leggenda” a ripetizione: è che, coi tempi che corrono, si sdrammatizza come si può e almeno, dove non arriva la cura anti-zombie, ci sono gli addominali di Will. Io che pensavo che il principe di Bel Air, il nostalgico delle Converse di “Io, Robot”, non avesse grandi problemi a tenersi una donna, sono rimasta (piacevolmente) sorpresa nello scoprire che nella realtà, la storia d’amore di Will Smith e Jada Koren Pinkett, con cui è sposato dal 1997 e ha due figli, sembra più un remake di “Hitch”.


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Ma senza commedia, perché, purtroppo, nella vita di coppia reale, sappiamo benissimo che il genere di solito più diffuso è il dramma. E alla fine, il Dottor Rimorchio (per chi non conoscesse “Hitch”, è colui a cui gli uomini si rivolgono per far innamorare donne spesso molto lontane dalle loro “potenzialità”, o almeno, è quello che credono), ha rischiato di fallire anche nella vita reale, un po’ come nel film (basta spoiler, promesso) sempre perché, invece di guardare alle donne, e nello specifico, a sua moglie, era più concentrato sulla sua visione delle stesse, su quello che credeva potesse fare “colpo sicuro”. E quando ci ripieghiamo su noi stessi, è lì che iniziano i veri problemi. Proprio nel momento in cui siamo in difficoltà, paradossalmente è proprio lì che non dovremmo staccare lo sguardo dal nostro compagno, perché quello sguardo è l’unico punto fisso, l’unica sicurezza che rischiamo di perdere se ci chiudiamo nel nostro “io” e nelle nostre certezze. E Will Smith, invece di guardare sua moglie, si stava facendo accecare dalla gelosia per l’amicizia profonda che la legava al suo amico di una vita e collega, Tupac Shakur, scomparso poi prematuramente nel 1996, a venticinque anni. Jada, oltre ad aver condiviso l’adolescenza con lui, doveva al rapper anche il lancio della sua carriera di attrice e Will, ammette in un video che

non potevo gestirlo. E’ capitato di essere nella stanza e non rivolgersi la parola. Ero profondamente, profondamente insicuro e non mi sentivo abbastanza uomo per gestire quella relazione. Io ero solo il soft rapper di Philly (Philadelphia) e lui era…Pac!

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Il brutto della gelosia è proprio che ti fa desiderare di essere qualcosa o qualcun altro: quello che non sei e che magari tuo marito o tua moglie neanche vorrebbe. Sei tu a volerlo, per neutralizzare quel senso di inadeguatezza che senti, per dimostrare qualcosa non tanto all’altra parte, ma a te stesso. E’ una battaglia persa in partenza, perché ci allontana dall’unico sguardo che conta: quello di nostra moglie o marito. Di chi ci ama, anche per quello che non siamo. Di chi non mette termini di paragone, ma ci vuole migliori, non diversi.
Will ha seguito la sua rabbia, invece: ha preferito concentrarsi su stesso, riscattare la sua immagine diventando l’attore del momento. E mentre le pellicole e i traguardi professionali gli confermavano che stava andando nella giusta direzione, stava perdendo Jada.

Avevo tutte queste idee su quello che dovevo diventare e su quello che volevo fare,

racconta Will nel video,

e ho lavorato, ho fatto tutto quello che potevo per diventare il più grande attore al mondo…Da fuori, la nostra famiglia stava vincendo. Ma è stato un periodo in cui jada si svegliava la mattina e piangeva. Quarantacinque giorni di fila. Penso che questo sia stato il momento peggiore nel nostro matrimonio. Ricordo di averle detto: ho costruito questa casa per te, ma lei ha risposto, no, Will, l’hai costruita per te. E’ stato devastante per me accettare che l’avevo davvero costruita per me. Mi sono accorto che stavo costruendo un’immagine. Ho speso tanti anni della vita a costruire Will Smith, a provare qualcosa, poi sono cambiato: volevo essere libero.

Libero da una prigione di aspettative che lui stesso aveva creato, pensando di farlo per sua moglie. Ironico che questa consapevolezza fosse la stessa a cui era arrivato anche Tupac, anni prima:

Un giorno, potresti accorgerti di essere solo un falso…Non date spazio ai falsi. Date spazio al vero.

E quello spazio, comincia proprio da uno sguardo nuovo sul nostro io: quello che ci dà chi amiamo. Will si riscopriva più tornava a guardarsi negli occhi di quella moglie senza la quale “avrebbe cercato (se stesso) invano per il resto della vita”, forse proprio perché si stava cercando nel posto sbagliato.

La più grande motivazione che mi spinge è il tuo rifiuto ad avere da me nient’altro che il meglio che posso darti e essere.

Ed eccola qui, la debolezza che si fa ricchezza, l’affidarsi che ci spoglia del nostro ego, quel dipendere da qualcuno che ci rende fragili, forse, ma estremamente…hot! Parola di Will Smith.

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