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Come l’ideologia comunista ha cambiato la società cubana

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Aiuto alla Chiesa che Soffre - pubblicato il 17/03/20

Caratterizzata da mezzo secolo di dominazione del comunismo, in un Paese colpito dall'assenza di prospettive economiche e dalla disintegrazione dell'unità familiare, la Chiesa cubana non si arrende

Padre Jean Pichon è parroco della diocesi di Santa Clara, nella zona centrale di Cuba, e ha risposto alle domande della fondazione internazionale ACS, che la sostiene in alcuni progetti di evangelizzazione.

Qual è la sua idea della società cubana?

I Cubani sono stretti tra l’aumento del costo della vita e la diminuzione dei salari, attualmente fermi a 20-30 dollari al mese. Molti Cubani si sono trasferiti all’estero, soprattutto in Spagna. Questo contribuisce alla dispersione delle famiglie e indebolisce i legami sociali nel Paese.

Al di là delle questioni economiche, anch’esse importanti, credo che il problema principale di Cuba sia che la famiglia è affondata. Non c’è più una figura paterna.

Come spiega questo indebolimento della famiglia, e in particolare della figura paterna?

Quando sono arrivato nell’isola, un sacerdote anziano mi ha detto che qui ci sono procreatori, ma non genitori. Credo che l’ideologia comunista abbia cambiato profondamente la società.

A Cuba per mezzo secolo chi proteggeva, chi nutriva, non era la figura paterna, ma Fidel Castro! I padri sono assenti, ma c’è un rapporto madre-figlio molto forte.

Penso anche che la pressione del regime abbia spinto i giovani a vedere la sessualità come uno spazio di libertà. Ci sono molte madri single, e un grande problema di prostituzione. I matrimoni sono rari, e la maggior parte dei giovani cambia continuamente partner.

Qual è il suo lavoro in un ambiente così disperso?

Quando parlo con questi giovani, non posso proporre loro di aspettare fino al matrimonio per avere rapporti sessuali, perché sarei lontanissimo dall’ambiente in cui vivono, ma suggerisco loro almeno di non scollegare la sessualità dall’amore. Ad ogni modo, abbiamo anche delle coppie che vogliono sposarsi.

Un altro problema è che praticamente non abbiamo quasi vocazioni sacerdotali, e questa è una questione annosa a Cuba. Nel 2009, mentre visitavo un villaggio remoto, un’anziana mi ha detto che non vedeva un sacerdote da più di 50 anni.

Nonostante tutto, quello cubano non è un popolo religioso?

È un popolo molto profondo, pieno di paradossi! Tra i cattolici, ci sono molti adepti alla santería. Questa religione di ispirazione animista ha la particolarità di reclutare i suoi seguaci tra i cattolici battezzati.

Si fa anche sentire l’influenza dell’ideologia materialista marxista. Questi stessi Cubani che si definiscono atei o agnostici nutrono spesso una profonda devozione per la Virgen de la Caridad.

Questa statua della Santissima Vergine è stata ritrovata su una spiaggia da alcuni schiavi che raccoglievano sale, ed è diventata un punto di riferimento per tutti i Cubani, indipendentemente dalla loro fede.

Un aneddoto illustra bene la questione: una volta ho bussato alla porta di un cubano che all’inizio, vedendo che ero un sacerdote, non voleva aprire. È una cosa molto rara a Cuba, perché prevale sempre l’ospitalità.

Quando gli ho detto che stavamo organizzando una processione in onore della Virgen de la Caridad gli si sono illuminati gli occhi, e ha risposto che se era per lei allora sarebbe venuto. La Virgen de la Caridad ci apre spesso la porta del cuore dei Cubani.

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