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Mi ha tradita ed ho capito come il Padre ama il figliol prodigo

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Jacob Lund|Shutterstock

Matrimonio cristiano - pubblicato il 17/03/20

Un "classico", viene da dire: eppure la parabola del figliol prodigo ha ancora molto da insegnare alle coppie sul senso dell'amore sponsale. A volte l'amore non è perfetto come lo immaginavamo, a volte dobbiamo amare come possiamo, come ci è dato farlo, come ha fatto quel Padre.

di Antonio e Luisa De Rosa

Il Vangelo di questo sabato di quaresima (sabato 14 marzo 2020) è uno dei più conosciuti di tutto. Viene raccontata infatti la parabola del figliol prodigo o padre misericordioso, come preferite voi chiamarla. Questo insegnamento di Gesù dice tanto, soprattutto a noi sposi che siamo chiamati a realizzare nella nostra relazione sponsale l’amore di Dio. Noi siamo chiamati, ed abilitati a farlo con la Grazia del sacramento, ad amare come descritto in questo Vangelo. Non abbiamo scuse. Questa è la nostra strada per la santità. Certo possiamo decidere diversamente, possiamo avere mille attenuanti e mille ragioni, ma la strada è questa. Ognuno poi faccia le proprie scelte.

Il Padre è straordinario. Non impone la propria autorità. Ama il figlio. Lascia partire il figlio, con il cuore addolorato e ferito. L’amore non trattiene, lascia andare. L’amore si dona e non si impone. Il figlio parte, senza rimpianti e rimorsi. Finalmente libero di soddisfare i suoi desideri, pulsioni e piaceri. Non pensa più al padre. Ha altro per la testa. Pensa solo a se stesso e a divertirsi. Poi la fortuna gli volta le spalle. Si ritrova solo e senza soldi. E’ costretto a mendicare e ad accontentarsi dei lavori più umili. Allora pensa al padre. Non pensa al padre con pentimento. Pensa al padre e alla sua casa come possibilità per stare meglio. E’ ancora l’egoismo a guidarlo. Nel frattempo il padre non lo ha cercato, ha sempre rispettato la volontà del figlio, perché l’amore è sempre rispettoso dei modi, dei tempi e della volontà dell’altro. Non lo ha cercato, ma lo ha atteso. Lo vede che era ancora lontano perché lo aspettava. Gli corre incontro e non vuole pentimento, scuse o riparazione. Gli mette le mani al collo e lo abbraccia. Mi piace pensare che il vero pentimento del figlio avvenga in questo preciso istante. Lui, indegno e senza nulla da restituire se non se stesso, viene amato teneramente e profondamente. Questo è il Padre. Questo è Dio.


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Ora vi racconto una storia vera, che non è altro che la concretizzazione nell’amore matrimoniale di questa parabola. Padre Serafino Tognetti racconta quanto accaduto ad una donna di sua conoscenza. Non so se è tutto corretto quello che scriverò perché vado a memoria, ma il senso è chiaro. Questa persona si sposa e con il marito parte in viaggio di nozze. Il marito la tradisce e la lascia durante il viaggio di nozze. Il marito, tornati a casa, se ne va. Cambia città. Lei per anni non ne sa nulla. Dopo un po’ di tempo, il marito torna. Lei lo accoglie in casa. Iniziano il vero matrimonio. Dopo cinque anni però il marito se ne va un’altra volta. Va a vivere con un’altra donna, più giovane, in un’altra città. Lei continua la sua vita. Nel frattempo ha avuto un figlio, forse due (non ricordo bene), nei pochi anni vissuti accanto al marito. Questo significa che non solo l’aveva riaccolto nella sua casa, ma anche nel suo letto. Grande fiducia, fede e abbandono. Resta fedele al matrimonio. In età matura, dopo molti anni, viene a sapere, attraverso l’ospedale dove era ricoverato, che il marito era gravemente malato ed era solo, senza nessuno che gli volesse bene. La donna con cui viveva l’aveva abbandonato al suo destino. Lei non ci pensò un attimo. Si recò subito dal marito. Passarono giorni in cui lei si prese cura del suo sposo con tanta amorevolezza e tenerezza. Lo sposo, dopo alcuni mesi, morì. Morì, però, solo dopo essersi riappacificato con lei e con Dio. Solo dopo aver chiesto perdono a lei e a Dio.




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Questo è l’amore di Dio. Questa persona è considerata pazza dal mondo. Chi glielo ha fatto fare? Si meritava un calcio nel sedere quel marito. Quanti lo pensano? Anche io lo pensavo. Poi nel mio matrimonio, facendo esperienza di cosa sia il matrimonio, ho cominciato a capire. Ora lo capisco e prego Dio di essere capace di fare altrettanto se fosse necessario.

Questa sposa ha solo fatto quello che ha promesso il giorno delle nozze. Lo ha amato, nel modo che ha potuto, tutti i giorni della sua vita. Questo ha salvato lei e probabilmente ha permesso che anche il marito potesse giungere alla salvezza e alla vita eterna in Gesù.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE DAL BLOG MATRIMONIO CRISTIANO

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