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Doti per le ragazze nubili nel giorno dell’Annunciazione

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Maria Paola Daud - pubblicato il 26/03/20

Un rito curioso che si celebrava nella basilica di Santa Maria Sopra Minerva a Roma

Il 25 marzo, a Roma si celebrava in passato un rito molto curioso.

Nel giorno dell’Annunciazione, nella basilica di Santa Maria Sopra Minerva aveva luogo una celebrazione con grande pompa pontificia per offrire una dote alle ragazze nubili povere della città, che a causa delle scarse risorse economiche avevano difficoltà a trovare marito.

Queste celebrazioni si sono svolte dal XV al XIX secolo. La chiesa veniva decorata con luci, tappeti e festoni di frutta e verdura, e il “Rito delle nubili” doveva essere presieduto dal Papa stesso, che arrivava sul posto con una sontuosa processione.

Durante la celebrazione con la Messa solenne, le ragazze entravano in chiesa a due a due, con una candela in mano e un velo che lasciava vedere solo gli occhi. Erano chiamate “le amanti”.

Dopo essere arrivate ed essersi genuflesse davanti al Papa, ricevevano una borsa di seta contenente 50 scudi per quelle che avevano intenzione di trovarsi un marito e 100 scudi per chi desiderava entrare in convento.

Questo rituale era così importante che nel 1460 il cardinale Juan de Torquemada (zio dell’inquisitore Tomás de Torquemada) fondò un’arciconfraternita composta da 200 cittadini romani col proposito di fare la carità alle nubili povere.

Perché era tanto importante far loro la carità? Perché all’epoca le donne giovani senza risorse finivano spesso per dedicarsi alla prostituzione.

Ogni anno si potevano iscrivere 15 ragazze. L’arciconfraternita dell’Annunciazione, come si chiamava, prendeva in considerazione ogni caso, e dopo un’indagine rigorosa si decideva chi era degna di ricevere la dote.

Ancora oggi nella basilica si può vedere un bellissimo quadro di Antoniazzo Romano che testimonia questa antica tradizione.

Nel dipinto si vede l’arcangelo Gabriele che annuncia il concepimento verginale di Gesù, mentre Maria è impegnata a consegnare la dote ad alcune ragazze vestite di bianco che le vengono presentate dal cardinal Torquemada.

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