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«Voglio celebrare la Pasqua a casa tua», dice Gesù. Rispondete di sì!

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By winui | Shutterstock

Dk. Michał Lubowicki - pubblicato il 08/04/20

Data la quarantena, quest’anno a Pasqua la vostra casa sarà la vostra chiesa. Ma allora come si potrà fare per celebrarvi la Passione del Signore, la sua Morte e la sua Resurrezione? Certo esistono le dirette e lo streaming, ma basterà questo?

Nel corso delle ultime settimane, numerose parrocchie (tra cui la mia) hanno creato i rispettivi canali YouTube e hanno cominciato a diffondere in diretta messe e altre celebrazioni. Grazie a Dio, ci sono anche gli streaming televisivi delle messe del Papa a mezzo di televisioni (cattoliche e non). Noi, i vostri preti, sappiamo che amate guardare la messa “in diretta” dalla vostra chiesa parrocchiale o da Santa Marta e così “comunicare in desiderio”. Siamo veramente felici di potervi servire così in questi tempi difficili. Al contempo, però, abbiamo anche coscienza che ogni trasmissione su uno schermo non è che un ersatz fatto di apparenza, al quale manca l’essenziale, e che realizziamo fino a che punto vi manchi la partecipazione a una liturgia reale.

Il Signore realmente presente in mezzo a voi

Ecco dunque che entriamo nel Sacro Triduo. Che profonda tristezza, essere privati della possibilità di celebrare insieme – con la nostra comunità parrocchiale, nella nostra cara chiesa – le liturgie della Settimana Santa, laddove avremmo tanto più bisogno di questa grazia, in tempo di prova.


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Certo ci sono gli schermi della tv, del computer, del tablet e dello smartphone. Sappiamo bene, però, che fondamentalmente questo non ha nulla a che fare con una celebrazione che raccoglie persone reali in un luogo reale, con il Signore realmente presente in mezzo a loro. Attenzione, questo non vuol dire che non dobbiate seguire le dirette sui vostri schermi: è una cosa buona, si capisce. Non bisogna opporre le diverse modalità che abbiamo per santificare il tempo mediante i divini misteri malgrado il confino, ma bisogna ordinarli e farli concorrere al nostro bene. Ciononostante, vorrei porvi una questione cruciale: credete davvero che la liturgia su uno schermo sia sufficiente?


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Ve ne scongiuro: quest’anno non fate l’esperienza del Triduo Pasquale unicamente davanti a un computer o a uno schermo televisivo, anche se la trasmissione è di buona qualità. Organizzatevi delle preghiere in casa e delle celebrazioni in famiglia. Basta essere due o tre per formare un’assemblea di preghiera con Gesù al centro (Mt 18,20).

Esaudite il desiderio di Gesù

Meditando il Vangelo per la domenica delle Palme sono stato colpito da questa frase pronunciata dal Signore Gesù: «È a casa tua che voglio fare la Pasqua coi miei discepoli» (Mt 26,18). Prendete questa parola come riferita specificamente a voi. Ecco, quest’anno è a casa vostra che Gesù vuole mangiare la Pasqua! In questa primavera di prova la vostra casa diventa la vostra chiesa: è stato così per alcuni secoli, i primi, dell’avventura cristiana – i discepoli si riunivano per pregare e celebrare nelle loro dimore (le chiese cominciavano appena a nascere e le loro case bastavano alla bisogna). Il termine “Domus Ecclesiæ”, “casa della Chiesa”, era utilizzato per descrivere case nelle quali ci si riuniva per celebrare l’Eucaristia.


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Quest’anno le Feste pasquali sono un’occasione – certo tragica e dolorosa, ma pur sempre un’occasione – di riscoprire la vostra casa come chiesa domestica, come luogo di presenza e di azione del Dio vivente. Non vi potrete celebrare la messa ma in circostanze tanto eccezionali – oltre alle preghiere personali e famigliari, e alla celebrazione della Liturgia delle Ore – la Chiesa ha previsto che possiate organizzare una vera celebrazione della parola.




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Ancora di più: il Triduo Pasquale è un’ininterrotta liturgia. Per tre giorni – ovunque siamo, qualunque cosa facciamo – la liturgia della Passione, della morte e della risurrezione del Signore sviluppa il dramma sacro. Quest’anno non potremo vivere i sacri misteri raccolti in una Pasqua, ma la Pasqua ci sarà ugualmente. Dove? A casa vostra. Certo non è perché non siete in una chiesa che non potete celebrare nella Chiesa, quella che vive con un solo cuore e un solo spirito fra tutti i battezzati che celebrano la Pasqua del loro Salvatore. Forse abbiamo bisogno di riscoprire questa verità? Forse questo è uno (certamente non l’unico) dei beni che Dio trarrà da questo tempo di prova per la nostra salvezza?


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Quindi ve ne prego: guardate pure le trasmissioni in streaming, ma per favore celebrate realmente il Triduo pasquale a casa. Consacrate del tempo alla preghiera personale e alla lettura della Bibbia. E soprattutto organizzate, preparate, vivete ogni giorno una vera liturgia famigliare attorno a una celebrazione della Parola.




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Ogni giorno del Triduo pasquale, dal Giovedì Santo alla domenica di Pasqua, Aleteia vi propone una guida completa per celebrare a casa. Diffondete questo link tra tutti i vostri contatti e amici: spetta solo a voi decidere se quest’anno a la Pasqua avrà luogo anche nelle vostre case e non soltanto su uno schermo. Forza, sursum corda, in alto i cuori! Come membri del popolo sacerdotale, fate della vostra casa una chiesa domestica. Gesù vi dice: «È da te che voglio celebrare la Pasqua». Rispondete di sì, per favore.


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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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