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Un monaco ci insegna 6 riti cristiani da fare a Pasqua, da soli o con la nostra famiglia

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Shutterstock | gpointstudio

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 11/04/20

Provateli nel giorno della risurrezione di Cristo, che quest'anno si trascorre a casa: dalla luce all'acqua, dalle intercessioni al "levarsi"

Sei riti da fare a Pasqua in famiglia o da soli. Quest’anno trascorreremo il giorno della Risurrezione di Cristo a casa. Allora perchè non scandirlo con questi momenti, che ci insegna Padre Anselm Grün, monaco nell’abbazia benedettina di Münsterschwarzach (Germania). Grun ne parla in “Celebriamo il Triduo Pasquale in famiglia” (in esclusiva per edizioni San Paolo).

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© Corinne SIMON/CIRIC

1. Rito della luce

Nella maggior parte delle parrocchie la notte di Pasqua si celebra la mattina presto. Così potete alzarvi, il giorno di Pasqua, consapevolmente presto e mettervi a tavola insieme. Poi spegnete la luce e sopportate l’oscurità e vi chiedete: che cosa in me è buio? Che cosa in me dovrebbe essere illuminato e trasformato? Dove sono nella mia anima lati oscuri che non conosco? Allora accendete una candela piuttosto grande e dite: «La luce di Gesù Cristo scacci in noi ogni oscurità».

Poi uno passa la luce all’altro e proclama alla persona a cui accende la candela il versetto della Lettera agli Efesini: «Svegliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà» (Ef 5,14). Se si trova il versetto troppo lungo, si dica: «La luce di Cristo ti illumini».

2. Rito dell’acqua

Un antico rituale pasquale era andare insieme, il mattino di Pasqua, a una fonte, e lavarsi gli occhi con l’acqua della fonte, per ottenere occhi “pasquali”. Potete compiere questo rituale nel modo seguente: mettete una ciotola d’acqua sul tavolo. Poi uno può pronunciare una benedizione sull’acqua, tenendo le mani sull’acqua:

«O Dio misericordioso e buono, benedici quest’acqua e riempila della forza purificante e sanante del tuo Santo Spirito. Facci partecipare mediante quest’acqua al mistero della risurrezione di Gesù, affinché guardiamo al mondo e alle persone con oc- chi pasquali ridestati».

Poi uno può toccare gli occhi di un altro, che li chiude, e dire: «Gesù Cristo ti doni occhi pasquali, perché tu riconosca la vita del Risorto nella creazione, in ogni persona e anche in te stesso».

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somchaij/Shutterstock

3. Rito del “levarsi”

Chi vuole, può anche compiere questo rituale per sé o per la famiglia: mi metto a pancia in giù per terra, mettendo la fronte sulle mani. Poi provo “sentirmi” in questa posizione e mi chiedo: dove vorrei rimanere semplicemente coricato e non alzarmi più? È la rassegnazione che mi fa stare coricato, o la paura o la tristezza o la depressione, o vorrei rimanere nel mio ruolo di spettatore? Poi mi alzo lentamente e cerco di stare coscientemente in piedi. Nel fare questo posso recitare per me la frase del Salmo 16 con cui Pietro, nella sua predicazione a Pentecoste, spiega il mistero della risurrezione: «Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare» (Sal 16,8).

Poi provo a immedesimarmi, sentendolo, nel mistero della risurrezione: Dio mi ha innalzato con Cristo, perché possa stare in piedi. E nessuna tempesta, nessuna critica, nessuna ferita può portarmi a cadere.


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4. La “caccia alle uova” e la colazione pasquale

Dopo questi rituali potete celebrare una colazione pasquale solenne con uova di Pasqua, agnello pasquale e speck pasquale e gustare insieme la gioia pasquale. Se ci sono bambini in famiglia, si può anche provare la vecchia usanza della caccia alle uova di Pasqua. In questo si aggiunge un elemento giocoso alla festa. I genitori nascondono delle uova di Pasqua nell’appartamento o nel giardino. E prima della colazione i bambini vanno a cercare le uova di Pasqua che sono state nascoste.

L’uovo pasquale è anche un simbolo della risurrezione. Cristo è spuntato dalla tomba così come il pulcino matura sbuca dall’uovo.

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Karolina Bobek/Unsplash | CC0

5. Intercessioni

A Pasqua il Papa impartisce la benedizione urbi et orbi, dunque a tutta la terra. Così a Pasqua dovremmo mandare la benedizione pasquale a tutto il mondo, a tutte le persone del cui dolore abbiamo sentito parlare in questi giorni. La benedizione pasquale dovrebbe essere unita con la speranza che per tutte queste persone anche nella loro sofferenza possa essere Pasqua, che possano sperimentare qualcosa del mistero della risurrezione, dell’alzarsi in nuova forza, nuova salute, nuova vivacità.




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6. Passeggiata pasquale

Un rito di Pasqua molto diffuso è anche la passeggiata pasquale. Non possiamo compierla fisicamente, ma possiamo attraversare con consapevolezza il paesaggio pasquale e percepire la nuova vita che rifiorisce dappertutto.

La vita che fiorisce nella natura è un’immagine della risurrezione di Cristo. Gesù stesso è la vita nuova che ci viene incontro anche nella natura. Allora sentiremo che la risurrezione non è qualcosa di così difficile da comprendere. Il mistero della risurrezione lo viviamo a ogni primavera. Ma quello che vediamo lo possiamo scoprire anche in noi: è in noi che Cristo rifiorisce, lui che è la via, la verità e la vita. E Gesù è la bellezza tout court. La bellezza di Dio diventa visibile ovunque, in noi, nelle persone che incontriamo, nella creazione.

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