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Quando Cristo risorto è apparso era assente: la lezione di San Tommaso

JESUS WITH DISCIPLES

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padre Carlos Padilla - pubblicato il 17/04/20

Tommaso ha sofferto per non essere stato presente alla prima apparizione di Gesù risorto, ma Cristo è tornato per dimostrargli il suo amore

Ci sono momenti nella vita in cui non ci troviamo nel posto giusto. Non siamo presenti quando accade qualcosa di importante. E poi ci lamentiamo.

San Tommaso ha vissuto questo problema. Proprio nel momento in cui è arrivato il Signore, quando si è reso presente, non era lì. Proprio quando aveva bisogno di sperimentare l’amore di Gesù, di toccare le sue ferite, di ascoltare le sue parole, di ricevere la sua pace… era assente. Quanto dev’essere stato grande il suo dolore! Forse avrà provato angoscia di fronte a un Dio che si era reso presente e non sentiva la sua mancanza; un Dio che sembrava aver scelto il giorno e l’ora sbagliati; un Dio che scendeva e non lo trovava. Perché era accaduto tutto mentre era assente.

Anche gli altri non hanno sentito la mancanza di Tommaso, e quante volte accade anche a noi! Vogliamo esserci, vogliamo che le cose accadano quando siamo presenti, vogliamo essere protagonisti! Vogliamo che tutto ruoti intorno a noi, vogliamo essere informati di tutto, sapere tutto, essere aggiornati.

Il problema di Tommaso non era tanto quello di non credere che Gesù fosse risorto, ma quello di non conformarsi al fatto che Gesù fosse apparso senza che lui fosse presente, perché è più difficile rallegrarsi per l’altro. Dobbiamo imparare a uscire da noi stessi e a vedere l’altro con gioia; imparare a ringraziare per ciò che accade all’altro, anche se non vi partecipo, anche se non è avvenuto grazie al mio aiuto.

Tommaso non ne è stato capace. La ferita gli faceva troppo male. Perché è successo proprio quando lui non era lì? Non se lo meritava! Com’è difficile affrontare l’indifferenza! È molto doloroso constatare che non si sono ricordati di noi.

Tra la prima e la seconda apparizione di Gesù sono trascorsi otto giorni. Otto giorni durante i quali Tommaso si è sentito escluso dalla gioia e dalla speranza degli altri apostoli. Deve aver chiuso il cuore ed essersi isolato.

Quando siamo tristi, la gioia degli altri può farci male. Forse Tommaso avrebbe preferito che Gesù non fosse apparso, che non fosse vivo, visto che è accaduto tutto senza che lui fosse presente. Si tratta di invidia. È autoreferenzialità.

Mi hanno sempre colpito le persone che pensano più agli altri che a se stesse, che si rallegrano di cuore, offrendo la propria rinuncia con semplicità, senza aspettarsi ringraziamenti. Quelle persone amano come Gesù, come Maria. E rendono il mondo un posto migliore.

Abbiamo bisogno di lavorare sui sentimenti del cuore. Ciascuno di noi ha il suo posto nella vita, la sua missione. Dobbiamo educarci e chiedere aiuto a Maria, per prenderci cura del posto dell’altro e proteggere la sua missione; ammirare l’altro per quello che è; ringraziare per la vita del prossimo.

“Abbiamo visto il Signore”, hanno detto a Tommaso. Gli apostoli hanno voluto condividere con lui quello che avevano vissuto, la loro gioia. Gli hanno raccontato tutto con entusiasmo, forse senza capire quanto gli faceva male.

Tommaso non ha confidato negli altri. Tommaso voleva toccare Gesù. L’esperienza degli altri non bastava. Voleva essere lui. Voleva toccare le ferite di Gesù. Ma Gesù non appariva più. Tommaso aveva abbandonato tutto per seguire Cristo. Amava Gesù, ma ora che aveva tanto bisogno di Lui il Signore non era presente, e Tommaso non sapeva che fare. La vita non aveva più senso, e perdipiù gli altri dicevano di aver visto il Signore.

Tommaso non riusciva a crederci. Sono stati gli otto giorni più difficili della sua vita. Si sentiva solo. Prima, dalla morte di Gesù fino a quel momento, aveva condiviso con gli altri apostoli la sua paura, la sua mancanza di pace. Ora, però, la loro gioia lo infastidiva. Nessuno lo comprendeva. E lui desiderava con tutte le forze credere e stare con Gesù.

Ma Gesù torna sempre! Ci sorprende sempre!

Otto giorni dopo, Tommaso era presente. Erano tutti là. E Gesù è tornato a causa sua, perché gli voleva bene. Lo ha guardato con tenerezza, sapendo che era fragile.

Dietro l’incredulità e la durezza, Gesù ha visto l’ansia di Tommaso di stare con il Signore.

Ha visto quanto Tommaso aveva bisogno di Lui. Ha visto il bisogno che aveva di toccare per credere – non solo alla resurrezione, ma al Suo amore.

E allora si è adattato alla sua richiesta, al suo capriccio di bambino fragile. Alla sua piccolezza.

E Tommaso alla fine ha potuto toccarlo. Ha avvicinato la mano, e ha riconosciuto il Signore nelle Sue ferite.

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