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La fede al tempo del coronavirus

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Josep Maria Simón - pubblicato il 20/04/20

La malattia e la morte non erano previste

La malattia e la morte non erano inizialmente previste nel progetto di Dio per l’uomo. Queste contraddizioni sono entrate nella nostra vita per la dissobbedienza dei nostri primi progenitori, incitati dal diavolo. Dio ha preparato un Paradiso per la prova dell’uomo. È sempre più degno per un essere creato destinato ad essere eterno essere reso responsabile di qualcosa, “guadagnare qualcosa”, mostrare la propria lealtà e fiducia, acquisire qualche merito, per quanto sia quasi tutto un dono.

Nel Paradiso – il Giardino – l’uomo non aveva tutto, anche se aveva una grande vicinanza a Dio, per quanto non lo vedesse faccia a faccia. Sentiva che gli mancava qualcosa. E Dio ha creato la donna, carne della sua carne e osso delle sue ossa. Dio ha dato all’uomo e alla donna l’incarico di moltiplicarsi e di prendersi cura del Giardino, in cui c’erano frutti abbondanti e attraenti. Gastronomicamente perfetti. C’erano anche degli animali, ed è possibile che i nostri primi antenati non li mangiassero. Credo infatti che fossero probabilmente vegetarani. Per alimentarsi bastava l’immensa varietà di frutti a disposizione. Avevano una felicità enorme e un lavoro stabile un milione di volte più soddisfacente di qualsiasi lavoro di livello possiamo immaginare oggi.


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Dopo la disobbedienza iniziale sono giunti molti mali di ogni tipo e serie dissonanze con Dio, gli altri esseri umani e la natura stessa. È possibile che l’umanità abbia degenerato seriamente dal punto di vista biologico, psicologico, sociale, familiare, e che molti dei fossili che abbiamo trovato siano di quella umanità caduta. Adamo ed Eva sono stati creati perfetti, e all’inizio non si potevano ammalare. È possibile che Adamo abbia pensato seriamente di non disobbedire riflettendo sull’eredità avvelenata che avrebbe potuto lasciare al resto dell’umanità…

Il progetto iniziale era, dopo un periodo di lavoro, passare a vedere direttamente il Creatore per sempre in uno stato di felicità perfetta ed eterna. Si sa che non è andata così. E Dio ha delegato alla malattia e all’invecchiamento il passaggio da questa vita alla Sua presenza, e poi a guerre o carestie. Perché avessimo qualcosa da offrire, qualcosa che suscitasse compassione in noi, con cui strappargli la sua Misericordia.

A mio avviso Dio Trinità “ha pensato” prima a Gesù, e poi ha deciso di creare i nostri primi progenitori a immagine e somiglianza di Cristo, Figlio di Dio, che forse si sarebbe incarnato anche se l’essere umano non avesse peccato, in questo caso non per soffrire, ma per condividere direttamente la Sua Gloria.

Gesù e sua Madre Maria erano esseri umani perfetti e con la capacità di crescere. Maria, una donna di straordinaria bellezza, protetta dalla sua discrezione, dai veli orientali e dal suo sposo San Giuseppe. Gesù era un uomo che colpiva da tutti i punti di vista quando parlava alle folle (si veda la sua immagine più che probabile nella Sacra Sindone di Torino).

Né Gesù né Maria si ammalavano. Erano perfetti. Il loro DNA non si rovinava, né poteva generare tumori, e virus e batteri non potevano fare altro che servire in modo umile e automatico il Figlio di Dio e sua Madre. Solo l’essere umano, a cui Dio aveva dato libertà, poteva dannggiare Gesù o Maria, e questo perché lo ha permesso la Volontà di Dio: vi permetto di commettere il crimine peggiore – il deicidio – perché vediate fino a dove vi avrei lasciato agire se aveste usato bene la vostra volontà; sareste arrivati ad essere divinizzati. Per i vostri terribili errori, però, ho dovuto incarnarmi per soffrire e perdonare. Approfittate dell’opportunità che vi do nel tempo della mia Misericordia. Non aspettate quello della mia Giustizia.

Gesù era molto sensibile di fronte ai malati. Ne ha curati tanti, e ha comandato ai suoi discepoli di andare nel mondo a guarire i malati. La cura dei malati è stata di fatto il primo dicastero di Gesù Cristo.

Barcellona, Domenica della Divina Misericordia 2020

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