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​Al via la Fase 2. Conte: “Il paese è nelle nostre mani”

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Antoine Mekary | ALETEIA

Agi - pubblicato il 04/05/20

Oltre 4 milioni di italiani tornano al lavoro dopo due mesi di ' lockdown '. Il premier: "Più occasioni di contagio, servirà un senso di responsabilità ancora maggiore". Ricciardi: "Se i contagi aumentano richiudiamo"

Al via la Fase 2 dell’emergenza, quella della convivenza con il virus. E sarà “una nuova pagina che dovremo scrivere tutti insieme, con fiducia e responsabilità”, ha dichiarato domenica sera il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, su Facebook. “Fino ad oggi la maggior parte dei cittadini è stata al riparo nelle proprie case. Da domani oltre 4 milioni di italiani torneranno al lavoro, si sposteranno con i mezzi pubblici, molte aziende e fabbriche si rimetteranno in moto. E saranno ben più numerose le occasioni di un possibile contagio, che potremo scongiurare solo grazie a un senso di responsabilità ancora maggiore”, osserva il premier.

“Come mai prima, il futuro del Paese sarà – scrive Conte – nelle nostre mani. Serviranno la collaborazione, il senso civico e il rispetto delle regole da parte di tutti. Dovremo tenere sempre alta l’asticella dell’attenzione, mantenere la distanza interpersonale, indossare la mascherina quando e dove sarà necessario, lavarci spesso e con cura le mani”.

“Più saremo scrupolosi nell’osservare le indicazioni di sicurezza e prima potremo riconquistare altri spazi di libertà. Non sperperiamo quello che abbiamo faticosamente guadagnato in cinquanta giorni”, ha concluso il premier.

Oltre 4 milioni di italiani tornano al lavoro dopo due mesi di ‘lockdown’. Quanto alle “tante persone viste in giro a passeggio, le situazioni che abbassano il distanziamento fisico mettono a rischio la salute di tutti”, ha commentato a Repubblica il consigliere del ministro alla SaluteWalter Ricciardi, ricordando che “come si è aperto si può anche richiudere”. “Per farlo abbiamo degli indicatori che ci permettono di prendere misure correttive nel caso di un ritorno dell’epidemia”, ha sottolineato, “le chiusure se le cose vanno male avvengono automaticamente”. “Non è ancora finita. Dobbiamo avviare un cambiamento culturale per convivere con il coronavirus”, ha aggiunto Ricciardi, “restiamo in una fase rischiosa, anzi certe regioni sono ancora in piena fase 1”.

Il ministro del’Interno, Luciana Lamorgese, in un’intervista alla Stampa, ha invece lanciato un appello “all’autocontrollo dei singoli cittadini per quanto riguarda il rispetto rigoroso delle norme di sicurezza imposte dall’emergenza sanitaria”. “Siamo ancora in una fase molto delicata, che da questa settimana ci consente una riapertura delle attività, seppure parziale, e un limitato allentamento delle prescrizioni sui movimenti delle persone”, ha osservato la titolare del Viminale.

“Nella prima fase di chiusura, i cittadini hanno già dimostrato la consapevolezza sui comportamenti da tenere per evitare la diffusione del virus”, ha ricordato il ministro, “e proprio ora nel momento in cui circoleranno molte piu’ persone nelle strade e sui mezzi di trasporto e riapriranno aziende e attività professionali, dobbiamo proteggerci e proteggere gli altri dal contagio. Mantenendo quegli stili di vita che abbiamo già responsabilmente modificato nella prima fase dell’emergenza”.

Lamorgese ha sottolineato che “i controlli hanno il primario obiettivo di salvaguardare la salute pubblica”. “L’indicazione del ministero e’ che le verifiche dovranno essere svolte con equilibrio tenendo conto delle singole situazioni”, ha aggiunto, “per questo si dovrà far rispettare in modo rigoroso il divieto di assembramento, garantendo il necessario distanziamento tra le persone e l’adozione di tutte le cautele anche attraverso le misure di protezione individuale previste. Si dovrà tenere conto, inoltre, dell’impatto che i controlli possono avere sulla vita quotidiana delle persone. Come, d’altronde, sta dimostrando ogni giorno tutto il personale impiegato nei controlli sul territorio, che continua ad operare con professionalità e senso di umanità”.

“L’autodichiarazione è uno strumento che tutela anche in questa seconda fase dell’emergenza sanitaria lo stesso cittadino sottoposto a controllo”, ha osservato il ministro, “serve, tra l’altro, a dichiarare che non si sta violando la quarantena. Per questo non deve essere vissuta come un inutile adempimento burocratico. Comunque, per velocizzare le procedure, coloro che vanno a lavorare potranno giustificare lo spostamento esibendo la documentazione fornita dal datore di lavoro”.

Qui l’originale

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