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Qual è lo scopo dei comandamenti di Gesù?

LITTLE GIRL WITH MOTHER,

Alexander Egizarov | Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 11/05/20

Tutto ciò che di bello esiste nella nostra vita se non ha un argine che lo indirizza può diventare una maledizione, una radice di infelicità. Lo scopo dei comandamenti di Gesù non consiste nel limitare, ma nel rendere possibile lo scorrere delle cose che contano.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». (Gv 14,21-26)

L’amore non può essere una questione di parole. L’amore è qualcosa che deve per forza avere a che fare i fatti. In questo senso l’amore è anche la fatica di amare, la fatica di stare dentro un argine affidabile. Quando un fiume non sta in un argine distrugge. Tutto ciò che di bello esiste nella nostra vita se non ha un argine che lo indirizza può diventare una maledizione, una radice di infelicità. Lo scopo dei comandamenti di Gesù non consiste nel limitare, ma nel rendere possibile lo scorrere delle cose che contano. Una vita che non ha un comandamento, una regola, un argine, diventa molto spesso caos, vita che distrugge la vita. Ecco perché Gesù lega l’amore ai comandamenti: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”. Dovremmo però domandarci se abbiamo un rapporto sano o malato verso i comandamenti. Infatti è possibile che l’educazione che abbiamo ricevuta ha trasformato la nostra relazione con i comandamenti in moralismo. Il moralismo esegue, e pensa che la gioia sia frutto di una tecnica. Da qui nascono numerose delusioni perché sovente ci accorgiamo che nonostante stiamo alle regole non siamo comunque felici. Allora in cosa consiste la felicità? “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. La felicità consiste nell’avere un cuore abitato. Gesù promette che Lui e Suo Padre prenderanno dimora nel cuore di chi ascolta e mette in pratica. Questo cuore abitato si contrappone al cuore vuoto. Ed è proprio il senso di vuoto la vertigine più brutta dell’infelicità. È a causa proprio del vuoto che delle volte nel cuore serpeggia ansia, rabbia, paura, scoraggiamento. Da Cristo ci aspettiamo una felicità che non si compra con i meriti di chi semplicemente sta alle regole, ma con chi fa spazio dentro di sé a Qualcuno che vuole riempire il cuore. I comandamenti sono un modo per riempire il cuore, e non per propiziarsi un padrone.
Giovanni 14,21-26

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