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Se il rapporto con la vostra famiglia è diventato una sfida, questo messaggio del Papa fa per voi!

CÓRKA I OJCIEC

Solis Images | Shutterstock

Catholic Link - pubblicato il 12/05/20

di Solange Paredes

In questo periodo, ogni famiglia ha sicuramente sperimentato dei grandi cambiamenti. Questo è un post scritto in un momento diverso, in piena quarantena a causa del Covid-19. Non scenderò nei dettagli perché credo che siamo tutti un po’ saturi di informazione, e soprattutto di disinformazione.

Quello che possiamo dire è che questa malattia ci ha portato, oltre a incertezze, a stare una notevole quantità di tempo nelle nostre case… e nella maggior parte dei casi ci sta dando del tempo per stare con i nostri familiari.

Cos’è successo al nostro rapporto in famiglia?

Anche se per alcuni questo è causa di gioia, per la maggior parte di noi è anche una sensazione strana. Siamo felici di poter trascorrere del tempo con la famiglia, ma ci rendiamo conto che se non stati forgiati rapporti profondi con i nostri cari o prima della quarantena si è trascurato il legame, ora quelle persone ci sembrano degli sconosciuti.

Se le vedevamo solo la mattina al momento di uscire e poi ci scambiavano giusto qualche parola prima di andare a dormire, ci renderemo conto del fatto che dobbiamo lavorare molto sui nostri rapporti. Non è allora difficile immagine che questa situazione renda la convivenza un compito arduo.

Il video che vedremo oggi ci è offerto da Papa Francesco e si chiama “I cristiani al servizio dell’umanità”. È stato prodotto nel gennaio 2017 come parte dell’iniziativa Il Video del Papa, ed è riferito all’appello che il Pontefice ci rivolge perché siamo veri cristiani e serviamo gli altri.

Anche se il video ha un po’ più di tre anni, il messaggio di servizio al prossimo è, come molti altri insegnamenti della Chiesa, atemporale, e si adatta benissimo anche alla nostra realtà attuale.

Lavoriamo per una famiglia più unita

Nel suo messaggio c’è una frase che ha richiamato la mia attenzione: “Questo desiderio di camminare insieme, di collaborare nel servizio e nella solidarietà nei confronti dei più deboli e di coloro che soffrono è motivo di gioia per tutti”.

Anche se il Papa non si rivolge solo ai cattolici, ma a tutti i cristiani delle varie Chiese a livello globale, vorrei applicare ciò che dice alla nostra quotidianità. Da sempre, siamo stati chiamati a vivere il servizio e la solidarietà nei confronti del prossimo. Oggi come oggi, questo appello ci porta a porci la stessa domanda che appare nel Vangelo: “Chi è il mio prossimo?” (Lc 10, 29). Soprattutto in questo periodo di isolamento, il nostro prossimo è la famiglia.

Sarà sempre più facile a dirsi che a farsi, ma come cristiani dobbiamo essere un altro Cristo in casa nostra. Come dice il missionario cattolico Wilson Tamayo, il cristiano non è un “fan” di Cristo, ma “colui che conosce (con la sua intelligenza), ama (con la sua volontà) e serve (con la sua vita) il suo Dio e Signore, e per amor suo ama gli altri”.

Qualcuno sta soffrendo in casa mia?

Papa Francesco sottolinea che questo va fatto soprattutto nei confronti dei deboli e di coloro che soffrono. Applicandolo alla nostra realtà, può essere che siano i nostri genitori o i nostri nonni a soffrire di più di ansia e incertezza per sapersi fasce a rischio. Possono anche essere i più piccoli, che non capiscono bene perché non possono uscire liberamente.

Questo periodo influisce su tutti noi e sulla nostra salute mentale, e questo può rendere la convivenza difficile. L’unico antidoto in grado di calmare gli animi è l’amore espresso nel servizio agli altri, l’empatia e la misericordia.

Certe discussioni saranno scatenate dalle cose più insignificanti, ma la scintilla sarà rappresentata dallo stress e dalla superbia. Se comprendiamo che servono due persone per litigare e assimiliamo la nostra missione a quella di essere un altro Cristo in casa nostra, riusciremo a migliorare la nostra convivenza, contribuendo all’armonia familiare e creando uno spazio sicuro in cui la comunicazione possa fluire meglio.

A proposito di questo tema, madre Angelica ci diceva con il suo caratteristico stile: “Se Gesù ci ha chiesto di amare i nostri nemici, immaginate come dovremmo amare la nostra famiglia!” Condivido infine la “Preghiera della Serenità”, perché ci serva in questo periodo di incertezza e ci aiuti ad essere canali di tranquillità e servizio nei confronti degli altri:

“Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscerne la differenza”. Amen.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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