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“Se Dio vuole”. Cosa significa davvero la Provvidenza di Dio?

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<a href="http://www.shutterstock.com/pic.mhtml?id=127647092&amp;src=id" target="_blank" />Love</a> © Kaveryn Kiryl / Shutterstock

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Catholic Link - pubblicato il 14/05/20

di Kenneth Pierce

Comprendere la Provvidenza di Dio a volte può costarci un po’. Quando si è conclusa la Settimana Santa, mi sono arrivati vari commenti di persone che mi dicevano di aver vissuto la migliore Settimana Santa della loro vita. All’inizio, com’è ovvio, sono rimasto sorpreso. Non ci sono state celebrazioni liturgiche, non si poteva andare in chiesa, né ricevere la Comunione. Com’era possibile celebrare in quel modo la Settimana Santa?

Non potendo uscire, molti hanno dedicato più tempo del solito a riflettere sui misteri della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo, e hanno anche potuto seguire con più concentrazione le celebrazoni liturgiche che sono state trasmesse. Vederle attraverso la televisione non è la cosa migliore, ma per molti è stata l’occasione per seguirle come mai non avevano fatto prima.

Dio può avvalersi di situazioni difficili per trarne un bene

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© Hietaparta

Non è un motivo per replicare l’anno prossimo, come se fosse il modo migliore per vivere la Settimana Santa, ma mi ha fatto pensare a come Dio possa avvalersi delle situazioni difficili per trarne un bene. In altri termini, mi ha fatto pensare molto alla Provvidenza divina.

Spesso usiamo il termine “Provvidenza” per esprimere una vaga fiducia nel fatto che sia tutto nelle mani di Dio. A volte, tuttavia, dimentichiamo il ruolo che giochiamo nella Provvidenza divina e rendiamo Do l’unico responsabile di tutto. Per questo, se le cose non vanno come volevamo, ci infastidiamo con Lui e ci allontaniamo dal suo amore.

La frase “Se Dio vuole” può esprimere una grande verità teologica, e al contempo essere incredibilmente confusa e ingiusta nei confronti dell’amore provvidente di Dio. Dipende tutto da come intendiamo la divina Provvidenza.

Vorrei indicare tre immagini erronee che credo ci confondano un po’ sulla Provvidenza di Dio.

Tre immagini sbagliate che ci confondono quando parliamo della Provvidenza di Dio

Chapel in the morning light – © Paul / Shutterstock
Chapel in the morning light - © Paul / Shutterstock

La Provvidenza del Dio-architetto: all’inizio suona bene, dopo tutto Dio ha progettato e creato il mondo, e lo ha fatto molto bene. Lo ha pensato, lo ha eseguito e ce lo ha offerto. Qual è il problema? Che spesso sotto questa idea si nasconde questo pensiero: Dio ha creato il mondo e poi lo ha abbandonato perché tutto proceda con un’autonomia assoluta.

In altri termini, Dio sarebbe intervenuto solo per progettare e creare tutto, ma niente di più. È un mondo in cui Dio è assente, in cui non esiste la Provvidenza divina. Un’altra immagine simile è quella del Dio orologiaio, che crea e mette in marcia il meccanismo dell’orologio ma poi lascia che tutto si sviluppi senza intervenire.

La Provvidenza del Dio-destino: pensare che, visto che tutto accade perché “Dio vuole”, la libertà dell’uomo non giochi alcun ruolo e il nostro destino sia già stabilito in anticipo. Le mie decisioni sarebbero solo una finzione, e non importa il cammino che scelgo, perché alla fine arriverò ciecamente allo stesso luogo già predestinato da Dio.

Nell’antichità, i Greci la pensavano così, assumendo che il loro destino fosse retto dagli astri e non ci fosse via d’uscita. Se la pensiamo così, e a volte sembrerebbe che lo facciamo, vivremo eternamente in una tragedia greca.

La Provvidenza del Dio capriccioso: pensare che la Provvidenza di Dio presupponga solo la volontà divina, e intenderla meramente come una volontà capricciosa. Se Dio vuole interviene, se non vuole non lo fa, e le sue decisioni non obbediscono ad altra ragione che al sentimento del momento.

Questo presuppone il fatto di pensare che Dio agisca come gli esseri umani, mosso dal capriccio e dal desiderio del momento. Si dimentica che Dio ha un progetto, una ragione dietro il modo in cui agisce e ci cura.

Due immagini che ci aiutano a capire com’è la Provvidenza divina

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mavo | Shutterstock

Iniziamo con l’immagine del Buon Pastore. Credo che questa immagine, che Gesù usa per descrivere se stesso (Gv 10, 11) sottolinei un aspetto splendido della Provvidenza di Dio: la sua attenzione costante nei nostri confronti. Dio non ci ha creati per poi abbandonarci, ma interviene sempre nella creazione, con grande attenzione.

Non lo fa come una sorta di “Grande Fratello” che vuole controllare tutto, ma come un padre amorevole che veglia perché non ci manchi nulla e abbiamo tutto ciò che di cui abbiamo bisogno per condurre un’esistenza piena e felice.

Ora pensiamo che Gesù è l’“Emmanuele”, il Dio-con-noi, che non ci abbandona mai né trascura le nostre necessità. La Provvidenza cerca “soci”: Dio ha messo Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden, ma il cielo non viene descritto nella Bibbia come un ritorno al paradiso originario. L’Apocalisse usa un’immagine molto interessante: una città, la Gerusalemme celeste (Ap 21,1ss).

Chi ha costruito la città? Potremmo pensare che l’abbiano costruita Dio e gli uomini. Dopo tutto, Dio ha creato questo mondo in via di perfezione, ovvero non lo ha costruito già finito. Ci ha scelti per essere soci e costruire insieme questo mondo, e per questo la Provvidenza di Dio ci vuole anche come soci, perché il suo amore si manifesti tra gli uomini.

Sei stato “socio” dell’amore di Dio?

NADZIEJA
Kelly Sikkema/Unsplash | CC0

Devo confessare che quando ci penso mi spavento perché penso di non essere stato a volte quel “socio” di Dio che fa sì che gli altri sperimentino il suo amore provvidenziale. Forse quella persona che Dio ha messo sul mio cammino perché la aiutassi pensa che Dio non abbia ascoltato il suo grido, quando sono stato io a non ascoltare l’invito di Dio ad aiutarlo nella sua opera.

Non è per deprimermi, e piuttosto mi aiuta a pensare all’opposto: a quanto Dio mi ama e a quanto pensa bene di me al punto da avermi invitato ad essere suo “socio” e a far giungere il suo amore.

In questo modo, quando mi chiedo “Dio, dove sei?”, che è un altro modo per interrogarmi sul suo amore provvidente. Potrò rispondermi che è nel prossimo, e con gli occhi della fede riuscirò a scoprirlo nel volto di chi mi è accanto.

Saprò così che Egli è con me, che mi invita a camminare con Lui, e non mi sentirò mai solo né abbandonato. Sperimenterò allora in ogni momento la sua provvidenza.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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