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Crea un sito di tracciamento del Covid a 17 anni e rifiuta 8 milioni di dollari

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© AviSchiffman | Facebook Page

Annalisa Teggi - pubblicato il 19/05/20

La sua pagina web è stata consultata da 700 milioni di persone, ma il giovane Avi Schiffmann non vuole specularci: «Avrei potuto già andare in pensione, ma non voglio ritirarmi a 17 anni. Spero di ispirare i miei coetanei a trovare vie per essere di aiuto agli altri».

Ha proprio l’aspetto del Nerd, come da stereotipo: occhiali, capelli ricci scompigliati e sguardo ingenuo. Avi Schiffmann vive nello Stato di Washington e a soli 17 anni ha avuto l’intuizione e la capacità di realizzare un sito di tracciamento della pandemia in corso che è diventato un riferimento mondiale: si chiama ncov2019.live ed è, anche ai miei occhi di profana delle statistiche, semplice e efficace.

Tutti i dati essenziali a livello mondiale su contagiati, morti, ricoverati e relative percentuali di crescita o descrescita sono a disposizione di tutti. 30 milioni di visitatori consultano questa pagina ogni giorno, sono 700 milioni i contatti da quando è online. Continua a essere aggiornato in tempo reale ed è tutta farina – e sudore – del sacco di questo giovane ragazzo che ha avuto l’intuizione giusta quando il coronavirus sembrava ancora un nemico lontano.


WOLF CUKIER, NASA

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Uno studente terribile

L’idea davvero geniale è sempre quella semplice che risponde a un bisogno reale. Ai suoi occhi di giovane incuriosito dal diffondersi di un virus che sembrava solo un problema cinese, risultava interessante poter vedere numeri e luoghi del contagio. Non immaginava che poco tempo dopo tutto il globo intero si sarebbe posto la stessa drammatica domanda.

Il sito di tracciamento del coronavirus di Avi Schiffmann è il luogo perfetto dover reperire tutte le informazioni sul Covid-19 che la persona comune vorrebbe sapere. Le statistiche vengono continuamente aggiornate e sono suddivise per paese, riguardano i contagiati, le morti e i ricoverati. I dati sono desunti dall’OMS e dai siti governativi. Vengono aggiunte spesso nuove features, ad esempio il calcolo del tasso di sopravvivenza. Ci sono anche pagine informative sul virus, sulle norme igieniche e una lista dei sintomi. (da Businnes Insider)

Quando il coronavirus sarà sconfitto, il giovane Avi pensa di trasformare il sito in qualcosa di diverso ma altrettanto utile:

Una volta passata la pandemia, il sito di tracciamento verrà dismesso e il ragazzo pensa di trasformarlo in una pagina che confronti il Covid-19 con la SARS e la spagnola. Pensa che potrebbe diventare un pezzo di memoria storica sul coronavirus da lasciare come riferimento alla gente. (Ibid)

Il successo planetario ottenuto da un giorno all’altro non ha impedito ad Avi di mettere a fuoco idee molto chiare. Ora che noi abbiamo sotto gli occhi il frutto del suo lavoro fatto-e-finito,  potrebbe sembrarci qualcosa di semplice. Intervistato da Bloomberg, Schifmann ha raccontato quando sia stato difficile e complicato raccogliere i dati, soprattutto dai siti governativi di paesi come la Cina scritti in una lingua neanche lontanamente comprensibile a chi non ha studiato all’uopo.

E poi il continuo aggiornamento è l’altra variabile che deve farci pensare a quanta dedizione si è imposto questo ragazzo di soli 17 anni: ha ammesso che, per rendere il suo sito attendibile e serio, per lui non esiste più né giorno né notte e se si allontana per qualche ora dal pc, deve poi fare i conti con migliaia di messaggi da valutare.

Si tratta decisamente di un’idea che è – positivamente – esplosa tra le mani del suo inventore, il quale non risparmia una giusta frecciata a chi di dovere:

“In futuro, mi auguro che la pressione di rendere disponibile uno strumento come questo ricada sull’Organizzazione mondiale della sanità – ha dichiarato – la responsabilità non dovrebbe ricadere su un ragazzo a caso e mi pare ovvio che la gente voglia essere informata sulle statistiche”. (Ibid)

L’altra faccia della medaglia di questa storia, altrettanto stupefacente, è la vita assolutamente normale di Avi Schiffaman, che si fa intervistare nel piccolo giardino di casa o mentre gioca a Minecraft con gli amici. Confessa con un sorriso molto ingenuo (che lo rende amabilissimo agli occhi di una mamma come me) di aver saltato due settimane di scuola – solo 2 ??? – per realizzare il sito ora seguito da tutto il mondo.

Ero uno studente terribile, davvero terribile quando il sito è diventato così popolare, non sono andato a scuola per due settimane per concentrarmi sul progetto e farlo funzionare. (Ibid)

C’è tutto un filone narrativo sui geni che non andavano bene a scuola, ma non significa per forza finire a lamentarsi del sistema educativo che, di necessità, deve muoversi su binari molto fissi e standard. Piuttosto, parliamo del talento che sempre c’è in ogni virgulto umano; e diciamo che ha tanti modi per fiorire, non meno virtuosi anche se opposti alla visibilità planetaria che si è guadagnato il giovane Avi. La certezza cristiana della vocazione scritta nel cuore di ciascuno, insieme al progetto originario che è la Creazione, è l’alternativa alla trappola dei talent show. E non mi riferisco solo agli spettacoli televisivi, ma alla presenza invadente di un pensiero allettante che associa il valore personale alla smaccata evidenza di un successo riconosciuto platealmente. Della storia di questo teenager statunitense vorrei trattenere il guizzo iniziale, l’intuizione che gli ha permesso di colmare un bisogno di molti. Ecco, che sia visibile a uno, a mille o a nessuno, ciascuno di noi è una presenza chiamata a questo: ci sono frammenti di spazio che solo il nostro contributo può riempire. Noi possiamo dubitare del nostro valore, ma non Dio che ci ha dato piena fiducia.

L’ultimo tassello su cui spendere una riflessione è la tentazione del tornaconto, su cui Avi Schifmann ha una lezione bellissima da insegnare, anche agli adulti.

Senza prezzo

Che il lavoro venga onestamente retribuito è cosa più che giusta, tanto ovvia quanto tradita non di rado dalla realtà dei fatti. Non ci sarebbe stato da stupirsi se, a fronte di tanta fatica e impegno profusi, Avi Schiffmann avesse deciso che era giusto un corrispettivo economico al suo lavoro. Ma non si è fatto ingannare da una forma subdola di retribuzione che non è esattamente commisurata al valore della persona: la pubblicità.

I numeri del suo sito sono da capogiro, ed è naturale che abbia ricevuto delle proposte da chi vende spazi pubblicitari sul web. Ebbene, Avi ha avuto la maturità di saper leggere in modo per nulla istintivo la situazione che aveva di fronte; forse un pizzico c’entra anche l’educazione familiare ricevuta, perché desta davvero stupore la sua capacità di giudizio. Ha rifiutato ogni offerta ricevuta, quantificabile attorno a una cifra che ruota attorno agli 8 milioni di dollari. Non fermiamoci al dato eclatante per applaudire, osserviamo la sua motivazione per apprezzarlo davvero:

Non ha voluto essere contrattualmente obbligato a tenere aperto il sito o ad accettare cambiamenti su cui non era d’accordo. Più specificamente, era consapevole che molti suoi visitatori da tutto il mondo non hanno connessioni internet veloci e aggiungere banner pubblicitari avrebbe rallentato il sito, magari rendendolo impossibile da consultare per loro. Al posto della pubblicità retribuita ha messo un link per fare una donazione spontanea, anche se è ovvio che non raggiungerà gli 8 milioni di dollari. (Ibid)
BOY, WORKING. PC
J K Daylight | Shutterstock

A fronte di tanta gente che con molto meno talento rincorre la celebrità virtuale per poter campare di promozioni, ecco l’esempio di chi non svende e rende manipolabili le proprie capacità. E un ulteriore accenno da non sottovalutare è quello che Avi ha dichiarato nel video pubblicato su Bloomberg:

«Avrei potuto già andare in pensione, ma non voglio ritirarmi a 17 anni. Spero di ispirare i miei coetanei a trovare vie per essere di aiuto agli altri».

Bravo, non tirare i remi in barca! La conoscenza e le intuizioni buone – ma anche i tentativi falliti – sono occasioni che accendono il desiderio di crescere e impegnarsi. Di questo parlerò con mio figlio raccontandogli la storia di Avi. E so molto bene che lui ribatterà: «Tu ti lamenti perché sto sempre davanti al pc, ma vedi che posso farci i soldi?». Cominceremo, allora, allegramente a discutere di cosa sia il valore e se si possa considerare sinonimo di ricchezza. È dura scalfire il dogma imperante sulla mercificazione che assomiglia tanto all’ingresso trionfale per la felicità; l’esempio disarmante di Avi Schiffmann è una freccia buona da tenere nella faretra, quando si tratterà di argomentare a favore della libertà e della creatività che non hanno prezzo – perché non vogliono padroni spietati.

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