CITE DU VATICAN, Vatican City : Pope Francis meets a disabled man during a meeting with the UNITALSI, the Italian Union responsible for the transportation of sick people to Lourdes and the International Shrines in PaulVI hall, at the Vatican, on November 9, 2013. AFP PHOTO / FILIPPO MONTEFORTE
Il teologo della Pontificia Università Lateranense: non ci sono motivazioni teologiche, né giuridiche per escluderli. Ecco perché
Qualche tempo fa ha fatto discutere l’eucaristia negata ad un bambino autistico che secondo il parroco non era in grado di capire il significato della prima Comunione. La famiglia, che vive in un comune del Miranese, in provincia di Venezia, ha quindi deciso di rivolgersi a un’altra parrocchia, che consentirà al bambino di ricevere il sacramento a fine aprile.
La madre ha detto: «Dopo la prima confessione il parroco mi ha fatto capire che il mio bambino non era pronto e che, siccome è ancora immaturo, sarebbe stato meglio non fargli fare la comunione». Quale dei due parroci ha interpretato correttamente la dottrina? Quale ha fatto la scelta più giusta?
«Lasciando sullo sfondo gli interventi più antichi del Magistero, è sufficiente ricordare le norme attualmente in vigore nella Chiesa», premette ad Aleteia don Nicola Reali, docente di Teologia Pastorale dei Sacramenti al Pontificio Istituto Redemptor Hominis, presso la Pontificia Università Lateranense.