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Il miracolo di una madre in Brasile, iniezione di speranza in un momento in cui l’epicentro del Covid-19 è in America

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Pablo Cesio - pubblicato il 29/05/20

Un'infermiera ha partorito collegata a un respiratore e ha potuto vedere la sua bambina dopo un mese, una volta sconfitto il coronavirus

“Solo Dio sa quanto mi mancava questa piccola, che era stata dentro di me e all’improvviso è stata tirata via per tutto questo”.

Con queste parole, riprodotte in un articolo di Sergio Queiroz dell’agenzia Reuters, Rusia Goes ha raccontato al mondo quello che ha significato per lei poter abbracciare la figlia dopo un mese dalla sua nascita, avvenuta quando lei stava lottando contro il Covid-19.

Quella di Rusia (42 anni) è la storia di un piccolo miracolo avvenuto in Brasile, un segno di speranza tra tante notizie catastrofiche che provengono dal Paese che conta più casi di coronavirus in America Latina e finora più di 24.000 morti.

Rusia lavorava come infermiera in un’unità di terapia intensiva neonatale, ma quando era all’ottavo mese di gravidanza ha iniziato ad accusare i sintomi del coronavirus ed è stata ricoverata in un ospedale di Rio de Janeiro in condizioni critiche vista la sua difficoltà a respirare.

La situazione ha fatto sì che i medici le raccomandassero un parto prematuro con taglio cesareo, per poterla curare meglio. La bambina è risultata negativa al virus ed è rimasta separata dalla madre per un mese. Rusia è stata poi trasferita in un altro ospedale perché le sue condizioni erano peggiorate.

Col passare del tempo, Rusia ha iniziato a migliorare, finché non ha sconfitto la malattia. Per un periodo, i contatti con la sua bambina sono avvenuti solo in modo virtuale. 26 giorni dopo il parto ha potuto finalmente conoscerla di persona.

“Tenerla in braccio è stato molto emozionante”, ha detto l’infermiera, che ha lasciato l’ospedale tra gli applausi. Ecco un’altra faccia della situazione del Brasile, dove in queste ore si contano oltre mille morti al giorno.

La situazione brasiliana suscita preoccupazione anche perché confina con la maggior parte dei Paesi dell’America Latina.

“Man mano che i casi continuano ad aumentare nella nostra regione, i nostri sforzi per proteggere le persone in condizioni difficili devono intensificarsi”, ha affermato nelle ultime ore la direttrice dell’Organizzazione Panamericana della Sanità (OPS), Carissa F. Etienne, che ha riferito che con più di 2,4 milioni di casi e oltre 143.000 morti le Americhe sono diventate il nuovo epicentro della pandemia del Covid-19.

“Non è il momento di allentare le restrizioni o di ridurre le strategie preventive”, ha proseguito. “È il momento di rimanere saldi e vigilanti e di applicare con decisione le misure di salute pubblica”.


FAVELA

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