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La vita di preghiera, ben oltre le parole

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Mário Scandiuzzi - pubblicato il 01/06/20

Anche i nostri gesti sono una preghiera, come il nostro atteggiamento che aiuta a promuovere il bene e a portare speranza ai bisognosi

In vari passi, gli evangelisti mostrano che Gesù pregava spesso. Solo questo sarebbe sufficiente a mostrarci l’importanza della preghiera. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, il paragrafo 2560 ci insegna che “la preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete. Dio ha sete che noi abbiamo sete di lui”.

C’è una frase di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che dice: “Chi prega si salva, chi non prega si condanna”. Il santo, vescovo e dottore della Chiesa nato nel 1696, è patrono dei confessori e dei teologi di dottrina morale, e ha scritto 123 opere su spiritualità e teologia.

Possiamo pregare in vari modi: recitando preghiere note come il Padre Nostro o l’Ave Maria, o con preghiere spontanee. Credo, però, che la vita di preghiera vada al di là delle parole, che ci aiutano a entrare in comunione con il Creatore, a capire cosa sta accadendo nella nostra vita e quali sono i progetti di Dio per noi. La preghiera ci porta l’ispirazione dello Spirito Santo, che ci aiuta in tutte le nostre decisioni.

Pregare è anche il nostro gesto, il nostro atteggiamento che aiuta a promuovere il bene, a portare speranza ai bisognosi. La preghiera è anche azione.

Durante la sua vita pubblica, Gesù ha visitato varie località portando la speranza, curando i malati e annunciando la salvezza.

Dio non ci vuole fermi, ma in movimento. Vuole che siamo una “Chiesa in uscita”, come ha detto Papa Francesco.

Preghiamo per la nostra salvezza con azioni d’amore, di solidarietà e di aiuto al prossimo.

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