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Razzismo, Papa Francesco chiama il vescovo che ha pregato per George Floyd

GEORGE FLOYD

ariyantodeni-Shutterstock / Antoine Mekary-Aleteia

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/06/20

"Attraverso me il Papa sta manifestando la sua unità con tutti coloro che sono disposti a mettere la faccia e dire che tutto questo deve cambiare"

Nell’America che brucia tra le violenze e le manifestazioni di piazza dopo la morte di George Floyd, 46enne afroamericano ucciso per soffocamento durante l’arresto operato da quattro poliziotti bianchi di Minneapolis, giunge il sostegno di Papa Francesco.

La prima telefonata a monsignor Gomez

Il Pontefice ha espresso «vicinanza alla Chiesa e alla popolazione degli Usa» in una telefonata al presidente della Conferenza episcopale, monsignor José H. Gomez, l’arcivescovo di Los Angeles che nei giorni scorsi aveva chiesto di porre fine ai disordini che stanno provocando seri danni in una ventina di città, tra saccheggi, atti vandalici verso case, negozi e chiese. Oltre, pure, a centinaia di arresti, feriti e nuovi morti (La Stampa, 4 giugno).

La seconda telefonata al vescovo Seitz

Quella a monsignor Gomez non è stata l’unica telefonata del Papa. Infatti anche il vescovo Mark Seitz, conosciuto per la sua attività a favore dei migranti al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, ha ricevuto una telefonata di ringraziamento da Papa Francesco in persona per i suoi gesti di solidarietà espressi negli ultimi giorni.

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Facebook Diocese of El Paso
Mark J. Seitz

Occhi chiusi, mascherina e rose bianche

Con gli occhi chiusi, la mascherina a coprirgli il viso, delle rose bianche in mano e dei cartelli scritti a mano con la scritta “Black Lives Matter“, slogan delle proteste di questi giorni, Seitz e altri 12 sacerdoti della diocesi di El Paso, in Texas, si sono inginocchiati in silenzio per 8 minuti e 46 secondi lunedì scorso.

Preghiera e proteste

Pregavano in silenzio per George Floyd e nel contempo esprimevano una protesta per la brutalità della polizia americana, che ha soffocato un altro uomo di colore in una società come quella statunitense pesantemente macchiata dal razzismo.

GEORGE FLOYD
Stephen Maturen/Getty Images/AFP

«Sinceramente, raccogliermi in preghiera è solo un modo molto piccolo per partecipare a ciò che tanti stanno mettendo in atto nelle loro proteste pacifiche», ha spiegato Seitz (Il Sussidiario, 9 giugno).

«Attraverso me – ha concluso il vescovo – il Papa sta manifestando la sua unità con tutti coloro che sono disposti a mettere la faccia e dire che tutto questo deve cambiare».

Papa Francesco ha definito «tragica» la morte di Floyd e ha detto che sta pregando per lui e per «tutti gli altri che hanno perso la vita a causa del peccato del razzismo».


GEORGE FLOYD

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