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Muore Augusta, la ragazza che ha mostrato al mondo la schiavitù della prostituzione

AUGUSTA NGOMBU

Misiones salesianas

Javier González García - pubblicato il 11/06/20

Augusta Ngombu era fuggita dalle strade della Sierra Leone grazie ai missionari salesiani

Augusta Ngombu era nata solo 23 anni fa in Sierra Leone. Vi aveva vissuto solo pochi anni, nella città di Freetown, un bel nome per una città, ma che non ha reso giustizia a questa ragazza.

Augusta non aveva scelto che i suoi genitori morissero quando era ancora bambina, né aveva scelto di vivere in un Paese in cui più della metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà. E ovviamente non ha scelto di finire sulle strade di Freetown per lavorare come prostituta per sopravvivere.

Il 7 giugno Augusta è morta di Aids, malattia che si trascinava da tempo. Pur non avendo scelto liberamente né il decorso né la fine della sua vita – cosa che in fondo nessuno fa –, la sua sarà sempre una di quelle esistenze che vale la pena di conoscere. Una luce nelle tenebre.

La storia di Augusta potrebbe essere una di quelle delle tante donne maltrattate e sfruttate in Sierra Leone, ma non lo è. I suoi passi l’hanno portata al Centro Don Bosco ‘Fambul’, una ‘famiglia’ (fambul significa questo) creata dai Salesiani.

AUGUSTA NGOMBU
Agenzia Info Salesiana - Ans

La ragazza non sapeva cosa fosse una famiglia, ma i religiosi l’hanno accolta insieme a molte altre. L’obiettivo era quello di far uscire queste donne dalla piaga degli abusi e della prostituzione, e il metodo era uno solo: l’amore.

E ha funzionato. E tanto. Augusta, la bambina che ha dovuto vedere di tutto nelle strade di Freetown, è riuscita a passare da quella schiavitù all’apertura di un’impresa di catering, passando per una buona formazione e diventando la più brava della classe.

Ma non è tutto. È stata anche la protagonista di un documentario intitolato Love, e la sua storia ha avuto una ripercussione tale che è stata invitata da Papa Francesco in Vaticano.




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E qui è iniziata un’altra avventura che non ha scelto. Ad Augusta è stato ritirato il passaporto, ed è stata trattenuta in Costa d’Avorio. Il Governo spagnolo è riuscito a trovare un modo per farla uscire, ed è iniziata la sua odissea in Europa. La prima e unica volta in cui Augusta è uscita dal suo Paese ha compiuto 13 viaggi aerei, in sette Paesi diversi.

AUGUSTA NGOMBU
Misiones salesianas

Il culmine di tutto è stato l’incontro con uno dei leader mondiali più importanti della società: dopo tante tragedie vissute in neanche un quarto di secolo, Augusta è arrivata davanti a Papa Francesco. La ragazza ha partecipato all’udienza generale del mercoledì, e in seguito il Pontefice ha salutato ogni gruppo. Quando si è presentato davanti a lei l’ha benedetta, le ha messo la mano sulla testa e le ha detto “Segui la tua strada, continua così”.

E così è stato. Augusta Ngombu è andata avanti sulla sua strada. La sua testimonianza ha fatto il giro del mondo, e non solo grazie al suo viaggio internazionale o al documentario. La ragazza ha fatto infatti qualcosa di ben più importante: seminare la speranza nel cuore di decine di donne.

Un anno dopo il suo grande viaggio Augusta è morta. La paura del coronavirus le aveva fatto lasciare l’ospedale, smettendo di ricevere le cure. Alla fine le sue cicatrici l’hanno portata via, e l’hanno guidata finalmente alla vera “Freetown”.

Augusta è ora nel luogo speciale che suo Padre ha preparato per lei in cielo. Speciale come la sua vita, che seppur breve è stata un faro per molte donne che avevano bisogno della sua testimonianza per uscire dai luoghi più oscuri. Donne di cui nessuno si ricorda negli angoli più sperduti del mondo, maltrattate nei modi più crudeli, ma mai dimenticate dal Padre.

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