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Spiritualità
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La toccante lettera per implorare da Dio la fine della pandemia

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Catholic Link - pubblicato il 12/06/20

di Mauricio Montoya

Signore, in questo tempo di pandemia abbiamo imparato tanto, abbiamo cambiato e trasformato il nostro modo di essere, pensare e agire. C’è ancora molto da imparare, ma abbiamo intrapreso il cammino.

Abbiamo imparato che non possiamo vivere da soli, che la presenza dell’altro è indispensabile. Che la vicinanza, il contatto e il fatto di vivere in comunità sono fondamentali, che il disamore ci riempie di solitudine e tristezza.

Abbiamo imparato che i malati contano, che la corruzione uccide, che la mancanza di equità è una malattia gravissima e che l’educazione è necessaria.

Abbiamo imparato che non abbiamo bisogno di molto per stare bene, per essere felici, per arrivare a incontrarti. Perché grazie all’incontro con noi stessi nel silenzio di casa e al calore della presenza familiare abbiamo imparato a vedere il tuo amore provvidente che ci aiuta.

manos que forman un corazón
© Ed Gregory

Signore, abbiamo capito quanto sia necessario essere esseri umani senza dimenticare il cielo. Quanto sia urgente valorizzare e rispettare l’amore, e l’urgente necessità di recuperare quegli spazi di incontro con gli altri, incontri che prima consideravamo superflui e banali.

Questa prova ci ha portati a scoprire nuove forme per amarti, vederti, sentirti e scoprirti nella nostra vita. Abbiamo potuto acquisire una consapevolezza più chiara del tuo amore nei nostri confronti, siamo riusciti a imparare ad amare gli altri, ad amare l’altro senza giudicare, senza timore…

Questa esperienza, Signore, ci ha fatto dimenticare tanto orgoglio e vanità che costruiscono solo muri anziché ponti, tanti pregiudizi che isolano la nostra esistenza e la privano di qualsiasi capacità di amare.

Signore, abbiamo imparato, per favore, liberaci da questa prova, permettici di tornare ad abbracciarci senza timore. Donaci nuovamente l’opportunità di goderci le carezze, la presenza, la parola vicina e reale, il contatto sano e vitale dell’amicizia.

VICTORY
Shutterstock | Syda Productions

Vogliamo godere nuovamente della natura, del mondo, della realtà. Lasciare le pareti di casa per uscire a dimostrare che questo ci ha resi più umani e meno orgogliosi. Abbiamo ricordato che siamo fragili.

Liberaci da questa pandemia, Signore, ma anche dalla pandemia della disuguaglianza, del disamore, degli odi, delle guerre, delle ingiustizie e dalle altre piaghe che affliggono l’umanità. Liberaci, Signore, dal fatto di non aver imparato nulla. Dal fatto di commettere di nuovo gli stessi errori.

I sorrisi tornino presto, Signore. Non permettere che dobbiamo imparare a vivere con il sorriso nascosto dietro una mascherina. Per favore, restituiscici il dono di sorridere e di comunicare la tua pace; fa’ che insieme ai sorrisi tornino anche i saluti sinceri, gli abbracci fiduciosi, gli sguardi che offrono dignità. Restituiscici la sensazione gratificante della comunità.

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Signore, abbiamo imparato tanto su ciò che è davvero importante. Su quello che ci rende umani e soprattutto su quello che dobbiamo cambiare, evitare e sradicare. Aiutaci a non dimenticare e a far sì che queste correnti della normalità non ci trascinino verso i fiumi d’acqua turbolenta da cui siamo usciti.

Signore, portaci sulla tua barca, quella in cui la tua voce placa la tormenta e ci dona la pace. Signore, liberaci da questa prova e donaci la tua pace. Amen.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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