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I cambiamenti sono opportunità di crescita

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Oleg Mikhaylov|Shutterstock

Octavio Messias - pubblicato il 01/07/20

L'apprendimento è la cosa migliore che si può trarre dai momenti difficili

“Nulla è permanente tranne il cambiamento”, ha scritto il greco Eraclito di Efeso, uno dei principali pensatori dell’antichità classica pre-socratica.

Ciò vuol dire che l’unica cosa che non cambia è il fatto che tutto cambia, anche se non facciamo nulla.

Il sole batterà, la pioggia bagnerà, le foglie degli alberi cadranno e nuove piante spunteranno.

Voi stessi cambierete. I vostri capelli e/o la vostra barba cresceranno (o cadranno, in base alla predisposizione alla calvizie, come nel mio caso), dimagrirete o ingrasserete, le vostre cellule si rigenereranno.

Perfino la vostra visione del mondo potrà essere un’altra. Perché? Perché avete imparato con l’esperienza.

Non nasciamo con un manuale di istruzioni, assorbiamo i nostri valori nell’infanzia, attraverso la formazione, e andiamo avanti nella vita imparando dai nostri errori, anche quando abbiamo l’intenzione di far bene.

Mi interrogo sempre sul senso della vita, e la giustificazione più tangibile mi sembra questa: l’apprendimento. Credo che siamo qui per imparare. Oltre alla certezza che tutto cambia.

Ad esempio, il ciclo di rigenerazione cellulare della pelle richiede 40 giorni per essere completato. Ciò significa che se vi stringo la mano oggi e ve la stringo di nuovo tra un mese e mezzo, tecnicamente non starò toccando la stessa mano.

E cos’è il cambiamento se non una prova in cui ci si adatta con saggezza o si impara nel processo di provare a rialzarsi?

Prendo come esempio il mio cane border collie, Dylan. Quando l’ho adottato, quasi due anni fa, non aveva alcuna esperienza, alcuna conoscenza. Cadeva dal divano e per le scale, sbatteva contro la porta di vetro, il tutto senza traumi fisici, visto che essendo al massimo della costituzione cellulare, muscolare e della cartilagine era una specie di palla di gomma.

Ora lo vedo giorno dopo giorno imparare dai suoi errori e dai cambiamenti, il che gli sarà molto utile quando il suo corpo non assorbirà più tanto bene i colpi.

Più conoscenza abbiamo, più è in gioco di fronte ai cambiamenti che affrontiamo. Più il tempo passa, meno margine di errore esiste.

Credo che temere le cose nuove sia sbagliato, perché non c’è nulla di più sicuro del cambiamento, almeno finché c’è vita.

E se ora l’umanità è messa alla prova come nel caso di questa pandemia che comporta tante trasformazioni sociali, economiche e, perché no, personali, non c’è altro rimedio se non remare nel senso della corrente, ripensare agli errori e imparare dai cambiamenti.

E questo apprendimento è il meglio che possiamo trarre da questa esperienza.

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