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Chi era il “buon ladrone”, e perché è santo?

THE GOOD THIEF

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Philip Kosloski - pubblicato il 13/07/20

Disma è venerato come santo nella Chiesa cattolica per le parole di Gesù Cristo, che ha promesso che sarebbe andato in Paradiso

Il più noto criminale diventato santo nella Chiesa cattolica è probabilmente San Disma. Era il “buon ladrone” crocifisso accanto a Gesù, che gli promise il Paradiso:

“Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!» Ma l’altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni; ma questi non ha fatto nulla di male». E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno!» Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso»” (Luca 23, 39-43).

Queste parole di Gesù hanno portato le prime comunità cristiane a credere che il “buon ladrone” si sia pentito dei suoi crimini e sia entrato quel giorno stesso in Paradiso. Ciò lo ha reso automaticamente santo, visto che si definisce santo chiunque goda della visione beatifica in Cielo.

Si sa molto poco di quest’uomo, anche se la tradizione gli attribuisce spesso il nome “Disma”, che significa “tramonto” o “morte”. Ciò che è certo è che agli occhi della legge romana era un criminale.


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Secondo uno studioso biblico, “due dei più comuni [criminali condannati alla crocifissione] erano criminali di bassa lega e nemici dello Stato… I criminali di bassa lega includevano, ad esempio, gli schiavi che erano fuggiti dai loro padroni e avevano commesso un crimine. Se catturati, gli schiavi potevano essere crocifissi. C’erano due ragioni per cui venivano sottoposti a una morte così lenta, crudele e umiliante. Ricevevano la punizione ‘ultima’ per il loro crimine e, cosa probabilmente più importante, venivano usati come monito per mettere in guardia qualsiasi altro schiavo stesse pensando di scappare o di commettere un crimine mostrando quello che sarebbe potuto capitare loro”.

Non sappiamo il crimine per il quale Disma venne condannato, ma probabilmente era qualcosa del genere.

Un articolo pubblicato su FaithND offre una storia interessante sulla vita di Disma: “Una leggenda afferma che Disma e il suo compagno di crimine stavano per rapinare Giuseppe e Maria mentre fuggivano in Egitto col bambino Gesù. Si dice che Disma venne mosso a compassione e convinse il suo compare a lasciar passare la Sacra Famiglia”.

La festa di San Disma si commemora il 25 marzo, la data in cui i primi cristiani credevano che Cristo fosse morto.

Non sorprende che Disma sia considerato il santo patrono dei carcerati e che molte cappelle carcerarie e numerosi centri di riabilitazione per ex prigionieri portino il suo nome.




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