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Cardinale del Congo: “Il nostro fallimento non è colpa dei bianchi”

Cardeal Fridolin Ambongo Besungu

Wikipédia - François-Régis Salefran / CC

Aleteia - pubblicato il 15/07/20

“La gente ha provato a conquistare il potere non per servire chi era affidato alla sua responsabilità, ma per avere i privilegi dei bianchi”

Il cardinale congolese Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, ha presieduto la Santa Messa per i 60 anni dell’indipendenza del Paese situato nel cuore dell’Africa.

“È stata un’indipendenza più sognata che pensata”, ha dichiarato nella sua omelia. “Mentre altri riflettevano sul significato dell’indipendenza e preparavano la gente alle sue conseguenze, noi in Congo sognavamo un’indipendenza con emozione, passione, irrazionalità, tanto che quando è giunto il momento non sapevamo cosa sarebbe accaduto il giorno dopo. Le conseguenze sono visibili ancora oggi. Per il popolo congolese dell’epoca, sognare l’indipendenza voleva dire sognare il fatto di occupare posti bianchi, sedersi su sedie bianche, godere dei benefici riservati ai bianchi. Per molti, significava non solo la fine del lavoro forzato, ma anche la fine di qualsiasi duro lavoro”.

“I Congolesi di fatto hanno occupato i posti bianchi, ma visto che non capivano niente di quello che facevano i bianchi quando occupavano questo o quel posto, visto che non comprendevano l’esercizio dell’autorità o degli incarichi, qualsiasi compito politico, socio-economico o amministrativo era visto come l’opportunità di godere dei benefici dei bianchi. La gente ha provato a conquistare il potere non per servire chi era affidato alla sua responsabilità, ma per avere i privilegi dei bianchi, ma questi, quando erano al loro posto, non stavano lì a divertirsi: anche loro lavoravano. Capivano il significato del loro lavoro. Dall’altro lato, abbiamo messo da parte l’idea di servire gli altri e abbiamo sottolineato il potere”.

“Osservando rapidamente i 60 anni trascorsi, vediamo che questo grande sogno del popolo congolese si è progressivamente sfaldato per via di una serie di fatti ed eventi. Come possiamo accettare che 60 anni dopo l’indipendenza il popolo congolese continui a impoverirsi al punto da essere oggi tra i più poveri della Terra?”, si è chiesto l’arcivescovo.

“Dobbiamo riconoscere, cari fratelli e sorelle, che dopo 60 anni di indipendenza abbiamo vergognosamente fallito. Non siamo riusciti a fare del Congo un Paese più bello di prima. Tutti noi abbiamo fallito”.

“Ciascuno di noi dovrà rendere conto davanti a Dio”, ha concluso. “’Cos’hai fatto del tuo Paese?’ Sarà questa la domanda che ci farà la Corte Suprema. Non è la classe politica che aiuterà il Paese a uscire dai suoi problemi. Dobbiamo abbandonare la mentalità per la quale il Presidente o il Governo devono fare questo o quello. Questi comportamenti sono irresponsabili. Sono le persone a dover agire”.

Con informazioni dell’agenzia Gaudium Press

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