Persone che hanno perso il lavoro, piccolissime imprese e negozi che non riaprono più, gente che non riesce a pagare le bollette. La “pandemia sociale” vista dalle lettere che arrivano alla comunità francescana di Assisi.
Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, volto noto in Tv, che ogni sabato mattina conduce la rubrica Tg1 Dialogo con Piero Damosso, è preoccupato ma al contempo sollevato.
«Ci sono persone – dice a Famiglia Cristiana (27 luglio) – che hanno ricevuto l’aiuto di 600 euro dal governo e lo hanno donato a noi. “Mi sento più avvantaggiato degli altri e voglio donare questi soldi a chi è più povero di me”, mi ha scritto una di queste persone. Sono circa una trentina finora. Mi hanno chiamato molti imprenditori italiani all’estero per dare una mano. Un pastificio ha voluto l’indirizzo delle famiglie per mandare loro la pasta per i prossimi mesi». Ecco alcune di queste incredibili e drammatiche storie, raccontate dai frati, sempre su Famiglia Cristiana.
Maria: non mi vergogno di essere povera
Maria, della provincia di Pescara, è terrorizzata dalle cartelle esattoriali: «In Tv hanno parlato di galera per chi non le paga. Non mi vergogno di essere povera perché la vivo con dignità e non ho mai chiesto nulla, se non un lavoro, ho fatto il massimo in questi anni passati, i pochi soldi guadagnati li ho dati tutti per far studiare le mie figlie».
Nicola, lavoratore stagionale che sogna di fare un figlio
Nicola da Salerno contava sulla stagione estiva, azzoppata dalla pandemia, per guadagnare qualcosa e mettere su famiglia: «Sono anni che lavoro stagionalmente. Negli ultimi mesi, insieme alla mia fidanzata sognavamo un bambino, ora nemmeno quello. La prego, mi aiuti».
Rita: mi spaventa l’incertezza del futuro
Rita da Pisa scrive: «A mio marito scade il contratto e la cassa integrazione che spetta a me non è ancora arrivata. Non sono i sacrifici che mi spaventano ma stare nell’incertezza è brutto, solo aggrapparmi a Gesù mi dà la forza».