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La serie televisiva Dark, la pandemia e Dio che ci parla

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Francisco Borba Ribeiro Neto - pubblicato il 10/08/20

Cosa spiega il successo di una serie che obbliga gli spettatori a studiare la fisica?

Attualmente, il più grande successo della televisione mondiale è la serie Dark, geniale quanto difficile, una produzione tedesca di Netflix, valutata dai critici la migliore piattaforma di streaming. Si avvale dei concetti della fisica quantistica, che renderebbero possibili i viaggi nel tempo e tra universi paralleli, esplorandone le implicazioni logico-filosofiche e di finzione. Al di là del fatto di essere una serie ben costruita a livello di regia, ambientazione e interpretazioni, cosa spiega maggiormente il successo di una serie che obbliga gli spettatori a studiare la fisica?

In primo luogo, una nostalgia innegabile per il mistero del mondo, l’intuizione che le cose non sono quello che sembrano ai nostri occhi. Nel corso della storia delle civiltà, l’essere umano ha creato e ricreato continuamente miti, favole e teorie per dar conto di questa sua percezione del fatto che un “totalmente Altro” si nasconde, affascinante, nei paradossi e nelle sorprese della realtà. È la percezione dell’esistenza di Dio, incisa da Lui nel nostro cuore, che si manifesta con maggiore o minore chiarezza in diverse occasioni.

Dall’altro lato, la fisica quantistica e l’immaginazione di romanzieri e filosofi hanno portato alla percezione della relatività del mondo a un nuovo stadio. Nel corso del XX secolo, il relativismo si è consolidato proclamando che non esisterebbero fatti precisi, ma solo “narrative”, versioni diverse, date da autori diversi, degli eventi. Parallelamente, non ci sarebbero risposte certe o idee vere, perché ogni versione comporterebbe la propria verità.

La nuova relativizzazione della realtà, uscita dai mezzi teorici e che ha fatto strada al passare dal XX al XXI secolo, è ben illustrata dalla teoria della dualità tra materia ed energia: una particella può avere simultaneamente i caratteri del corpo materiale e della forma di energia. La relatività è frutto della nostra incapacità di vedere tutta la complessità dell’universo, le varie possibilità che coesistono allo stesso tempo. In un certo senso, la visione relativa delle cose si è ampliata, perché ora ci si riferisce alla propria realtà materiale e non solo agli eventi umani, ma in un altro senso si ristabilisce un assoluto, che è quel mondo plurisfaccettato a cui la nostra sensibilità quotidiana non ha accesso.

Tornando a Dark, la serie si nutre proprio di quel fascino per il mistero e per la complessità del reale scoperta di recente. A questo si somma una buona dose di suspance e perfino di terrore, richiamando la nostra paura atavica dell’ignoto. Da questo punto di vista la serie – con stagioni lanciate nel 2018, nel 2019 e nel 2020 – si chiude in un momento emblematico per il mondo.

La pandemia ci ha gettati in un mondo di incertezza. Un evento unico, che sembrerebbe insignificante, un virus che si adattava a un nuovo ospite, ha cambiato il nostro futuro e la nostra percezione della realtà. Le nostre aspettative, i nostri sogni, i nostri progetti, la casa nuova, le vacanze, il lavoro e il matrimonio, l’educazione dei figli… nulla sarà più lo stesso. In tutto percorriamo la via del dubbio e dell’incertezza, come accade ai personaggi della serie tedesca. Dark simboleggia simultaneamente quel tempo fugace di incertezza e la nostra percezione, indelebile e permanente, del mistero.

Comprendere quanto la realtà sia relativa (assoluto è solo Dio) e quanto la nostra vita sia incerta non è in sé negativo. Il problema è se questa percezione della relatività e dell’incertezza ci apre a una ricerca piena di speranza e fiducia della Verità e dell’Amore, o si affonda nel cinismo relativista, che ci fa adagiare su un mondo centrato su noi stessi e sulla disperazione di fronte all’incertezza.

Le opere di finzione possono essere inviti ad avvicinarsi a Dio o distrazioni che non ci permettono di ascoltare la Sua chiamata. Il Signore ci supera sempre, prende l’iniziativa, dice Papa Francesco nella Evangelii Gaudium (EG 24). Occasioni insospettate come una serie televisiva o un’epidemia possono essere l’occasione in cui si manifesta l’iniziativa di Dio. Sta a noi stare attenti per non smettere di ascoltare la Sua voce.

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