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Il misterioso nutrimento che salva la coppia

PARA TRZYMA SIĘ ZA RĘCE

Pablo Heimplatz/Unsplash | CC0

Paul Habsburg - pubblicato il 18/08/20

Da più di sei anni assisto stupefatto alla trasformazione delle coppie che vengono regolarmente insieme ad adorare Gesù nell'Eucaristia. Ma che forza è questa che, in un semplice pezzetto di pane, unisce gli sposi e consolida la loro intesa?

Marc e Sophie sono sposati da più di cinquant’anni. Mi ricordo ancora quel che Marc mi ha detto qualche anno fa:

Anche se dopo cinquant’anni si diventa piuttosto differenti in diversi aspetti della vita di coppia, devo confessare che il tempo che abbiamo donato a Dio insieme ci ha resi sempre più simili, in particolare nella preghiera e nell’Eucaristia.

Quando gli ho chiesto dell’importanza per lui dell’Eucaristia, Marc mi ha risposto quanto segue:

È abbastanza incredibile, perché ho l’impressione che la nostra fedeltà all’Eucaristia abbia grandemente facilitato la gratuità nel nostro mutuo donarci. Altrimenti non mi spiegherei la facilità sempre crescente che abbiamo nell’essere meno egoisti, più capaci nel rinunciare alle nostre proprie idee e più capaci di accogliere l’altro senza condizioni. È come se l’Eucaristia ci desse quel che neppure sappiamo domandare…

Se si conosce Marc si sa che non si ha a che fare con un intellettuale, assolutamente, bensì con un uomo di buon cuore che non ha bisogno di imbastire lunghe teorie per esternare le sue convinzioni. Ecco perché questa spiegazione, provenendo da lui, mi ha fatto lungamente riflettere. Che forza è questa che, nell’Eucaristia, unisce sempre di più gli sposi e consolida la loro intesa? Come opera? E perché?

La mia riflessione ha preso un tornante inatteso. C’è un passaggio affascinante ne Il Signore degli Anelli che mi è tornato in mente di colpo: quello in cui, nell’ultimo capitolo del libro, Frodo e Sam sono già in marcia verso il Monte Fato. Per cibo è rimasto loro soltanto del lembas, il pane che hanno ricevuto dagli Elfi appositamente per il viaggio. Quel pane dà loro una forza misteriosa:

Il lembas possedeva una virtù senza la quale da tempo si sarebbero distesi per morire. […] Quel pane da viaggio degli Elfi aveva tuttavia un potere che cresceva quando i viaggiatori si affidavano ad esso soltanto, senza mescolarlo con altri alimenti. Esso nutriva la volontà e donava la forza della perseveranza, nonché il dominio dei nervi e delle membra in grado superiore a quello dei semplici mortali.

J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, libro VI, capitolo 3

Ignoro se Tolkien abbia qui inteso fare un’analogia con l’Eucaristia, ma la similitudine è sorprendente. Gli effetti del lembas, oltre a quelli che vengono menzionati, permettono anche ai due amici hobbit di sviluppare una fedeltà e una generosità estreme nel dono gratuito e reciproco delle persone. I due sono coscienti della loro vocazione: essi sanno che la loro missione supera le loro forze e scoprono nel lembas una fonte di vita che permette loro di perseverare fino alla fine nel dono di sé.


JOHN RONALD REUEL TOLKIEN

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L’Eucaristia è un nutrimento particolare: più ci si abbandona ad essa sola, più ci dà la forza di compiere la nostra missione. Quel che il Catechismo della Chiesa Cattolica ci dice sul sacramento del matrimonio può essere applicato al sacramento dell’Eucaristia, quando esso è ricevuto unitamente dagli sposi:

Egli [Gesù] rimane con loro, dà loro la forza di seguirlo prendendo su di sé la propria croce, di rialzarsi dopo le loro cadute, di perdonarsi vicendevolmente, di portare gli uni i pesi degli altri […]

CCC 1642

Nella sua enciclica sulla famiglia, Giovanni Paolo II precisò:

L’Eucaristia è la fonte stessa del matrimonio cristiano. Il sacrificio eucaristico, infatti, ripresenta l’alleanza di amore di Cristo con la Chiesa, in quanto sigillata con il sangue della sua Croce (cfr. Gv 19,34). È in questo sacrificio della Nuova ed Eterna Alleanza che i coniugi cristiani trovano la radice dalla quale scaturisce, è interiormente plasmata e continuamente vivificata la loro alleanza coniugale. In quanto ripresentazione del sacrificio d’amore di Cristo per la Chiesa, l’Eucaristia è sorgente di carità. E nel dono eucaristico della carità la famiglia cristiana trova il fondamento e l’anima della sua «comunione» e della sua «missione»: il Pane eucaristico fa dei diversi membri della comunità familiare un unico corpo […].

Familiaris consortio 57

L’Eucaristia rende i coniugi più capaci di vivere la loro vocazione all’amore perfetto; così questo sacramento li unifica al di là delle loro forze. Tutto ciò sembra confermare l’esperienza di Marc e Sophie. Allora perché i coniugi trovano nell’eucaristia una fonte zampillante che modella interiormente e vivifica costantemente la loro alleanza coniugale?


ANITA MIENMIUAIF ADORARTI

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Ricordiamoci che una delle grandi vocazioni della coppia, secondo l’insegnamento di Giovanni Paolo II, consiste nel rendere presente in terra l’amore del Cielo mediante l’amore coniugale.

Papa Francesco dice, da parte sua:

Il matrimonio cristiano è un segno che non solo indica quanto Cristo ha amato la sua Chiesa nell’Alleanza sigillata sulla Croce, ma rende presente tale amore nella comunione degli sposi.

Amoris lætitia 73

Il matrimonio è dunque invitato a rendere presente in terra l’amore di Cristo! È molto forte!

Vediamo adesso se uno sguardo più terra-terra non vada a rimettere tutto in discussione. Penso qui a quelli per i quali l’amore di coppia non è sempre e comunque l’espressione dell’amore di Dio per gli uomini. Eppure, se ci si richiama alle promesse che ogni sposo fa e riceve solennemente il giorno delle nozze, non vi si trova espresso appunto il cuore dell’amore di Dio? Amare l’altro nella fedeltà, nel dono e nell’accoglienza totale, nella gioia e nelle prove, per tutti i giorni della propria vita.




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Certo, il sacramento del matrimonio costituisce un aiuto immenso per la coppia… ma non basta. Come il patto tra Frodo e Sam non è sufficiente a farli arrivare a destinazione. Lungo la strada avranno bisogno di nutrirsi col lembas, un nutrimento che sembra essere poca cosa, ma che nondimeno permetterà loro di arrivare a destinazione. Questa frase di Giovanni Paolo II – «L’Eucaristia è sorgente zampillante che modella interiormente e vivifica costantemente la loro alleanza coniugale» – vuole dire che essa modella ogni coniuge perché diventi uno sposo migliore, perché possa amare meglio e così rendere meglio presente l’amore di Cristo nella coppia, attorno alla coppia e nel mondo.

Proprio come la prossimità degli apostoli a Gesù ha modellato i loro cuori e le loro vite secondo il cuore e la vita di Gesù, la presenza di una nonna può modellare il cuore dei nipotini durante le settimane di vacanza che questi passano con lei. La presenza umile e invisibile ma non per questo meno che realissima di Gesù nell’Eucaristia modellerà anch’essa i cuori degli sposi che si esporranno spesso alla sua presenza.




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Da più di sei anni assisto stupefatto alla trasformazione delle coppie che vengono regolarmente insieme ad adorare Gesù nell’Eucaristia. Ne risultano rinforzati nell’unione, non tanto sul piano fisico o intellettuale quanto su quello in cui solo Dio può unire: nelle loro anime. Più le loro anime sono unite, meno le loro divisioni fisiche o intellettuali sono pericolose. Un’amica che aveva cominciato a praticare l’adorazione eucaristica col marito mi ha detto un giorno: «Una coppia che adora è una coppia salva». Amo questa frase perché non dice che l’Eucaristia toglie i problemi. No: però salva. Per tutta la storia della salvezza, Dio non si presenta mai come un Dio che risolve i problemi, ma come un Dio salvatore, un Dio-con-noi. A tutte le paure e le lamentele del popolo di Israele, fino all’ultima frase di Gesù prima dell’Ascensione, la sua risposta è sempre stata la medesima: «Io sono con voi» (Mt 28,20). E devo confidarvi che nella mia vita di prete i minuti e le ore passati davanti all’Eucaristia mi hanno modellato sicuramente di più secondo il cuore di Gesù – rendendomi indubbiamente più accogliente e più pronto all’ascolto – degli anni di studî filosofico-teologici.

Torniamo a Marc e Sophie: all’inizio del loro matrimonio, Marc non era praticante. Con lui, per andare a messa era sempre una discussione. Adesso la messa fa parte delle loro vite. Spesso, quando hanno un problema importante da risolvere, entrambi vanno prima a messa. Per esperienza, essi sanno già che dopo aver incontrato Gesù nell’Eucaristia sarà tutto più facile. Certo, non sono arrivati di colpo a questa presa di coscienza: come ogni virtù da formare, aqnche questa ha richiesto da principio un piccolo sforzo. Col tempo, però, la virtù li ha portati, l’esperienza ha reso tutte le decisioni più facili da prendere.




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Spingiamoci ancora un po’ più in là nella riflessione. Perché l’Eucaristia rinforza l’unità nella coppia? Perché essa non è semplicemente un simbolo che ci ricorda quel che Gesù ha fatto per noi. Sull’altare, è tutta la vita di Gesù, tutto il suo amore, tutto il suo ad essere presenti. È questo amore, è questo di Cristo per noi e con noi che hanno ristabilito l’alleanza tra Dio e l’umanità. Con il suo , Gesù ha anzi creato per noi un’alleanza nuova ed eterna tra Dio Padre e l’umanità, perché Gesù è diventato per sempre uno di noi. Ogni di Gesù ha ristabilito quest’alleanza tra noi e col Padre. Ogni celebrazione eucaristica rende presente sulla Terra il di Gesù a suo Padre. E in modo simile, malgrado le sue imperfezioni, l’amore nella coppia è chiamato anch’esso a rendere presente e così a prolungare l’amore di Cristo al Padre. L’amore della coppia è dunque chiamato a rinnovare l’alleanza tra il cielo e la terra, tra Dio e gli uomini.

Quando una coppia assiste alla celebrazione eucaristica, essa entra nella realtà del di Gesù, nella presenza dell’amore e del dono-di-sé di Gesù. È questa realtà che modella e trasforma il dono-di-sé della coppia, specialmente sul piano dell’anima. Essa trasforma gli sposi avvicinandoli gli uni agli altri, accrescendo la loro mutua benevolenza e l’unità tra loro. In modo silenzioso, è così che Gesù costruisce il proprio regno nei vostri cuori di sposi,

come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.

Mc 4,26-28

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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