Le grotte di Qumrân, nell'attuale Cisgiordania, hanno consegnato alla posterità questo luogo arido e inospitale da quando ci hanno riconsegnato un favoloso tesoro. Nel 1947 vi sono stati ritrovati molti testi biblici inediti che erano stati inghiottiti nell'oblio per più di venti secoli. Straordinaria scoperta archeologica, questi manoscritti sono essenziali per comprendere meglio come si sia formata la Bibbia.
È a Qumrân, nel deserto di Giuda, che nel 1947 è stata fatta una scoperta sbalorditiva. La leggenda vuole che sia stato un giovane pastore alla ricerca di una delle sue pecore smarrite a scoprire lo straordinario tesorro in una delle numerose grotte naturali di questo luogo secco e arido. Ora, quel che da principio gli erano parse solo vecchie carte polverose si sarebbe invece rivelato una scoperta eccezionale: è infatti un’incredibile biblioteca nascosta da più di venti secoli che veniva così a risorgere dalle sabbie… Un insieme unico di testi, comprendendone anche alcuni di natura profana, ma soprattutto di numerosi frammenti o rotoli a carattere religioso e biblico.
Questi preziosi manoscritti, che da lì in poi sarebbero stati chiamati “manoscritti del Mar Morto”, appartenevano a una comunità di Esseni che viveva in questi luoghi inospitali fuggendo il mondo dal III secolo a.C. al I della nostra era. Gli Esseni costituivano una setta giudaica di eremiti stabiliti nei luoghi di Khirbet Qumrân, a sud di Gerico, in Cisgiordania. Da allora, quei documenti hanno permesso di rivelare buona parte dell’organizzazione di quelle comunità essenzialmente votate alla preghiera e alla meditazione dei testi sacri. Un gran numero di testimonianze della loro vita quotidiana in totale autonomia sono stati riportati alla luce: refettorî, cisterne, vasche lustrali, ateliers e forni, cucine… per non parlare delle incredibili biblioteche!
Una biblioteca unica conservata
In questa favolosa e improbabile biblioteca, i manoscritti – o più precisamente i rotoli o frammenti che sono stati ritrovati – erano per la maggior parte conservati in anfore sigillate da tessuti di lino. Sono state le condizioni atmosferiche e il clima del deserto di Giuda che hanno permesso a quegli straordinari testi di risultare «particolarmente ben conservati» e di giungere così fino ai nostri giorni.