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Dalla Bibbia alle Bibbie: la Bibbia copta

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Pascal Deloche / Godong

Icona di Cristo e di san Mina

Philippe-Emmanuel Krautter - pubblicato il 26/08/20

La versione copta della Bibbia è misconosciuta in Occidente, eppure essa è la radice stessa dell’Egitto cristiano. Infatti, se in origine la lingua greca resta ben presente, il copto avrebbe tuttavia preso progressivamente la dimensione di una lingua corrente capace di risultare più accessibile ai fedeli egiziani.

Secondo una tradizione, fu la stessa Sacra Famiglia a portare il cristianesimo in terra d’Egitto, durante la loro fuga per scampare alle retate repressive di Erode. È però soprattutto sotto il vessillo dell’evangelista Marco, martirizzato ad Alessandria, che si colloca l’aurora del cristianesimo in Egitto. Se la Bibbia greca, con lo sviluppo della traduzione dei Settanta, costituisce certamente il punto di partenza in Egitto, progressivamente sarebbe stato a partire da quell’inaggirabile punto di riferimento che fu la città di Alessandria che i dialetti avrebbero dato alla luce una nuova versione, la Bibbia copta – a partire dal III secolo d.C.


MOÏSE LAW TABLE, RAPHAEL

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Al fine di assicurare una più vasta diffusione al cristianesimo nascente, la lingua egizia derivata a sua volta dall’antica scrittura geroglifica si sarebbe ibridata col sistema grafico del greco, che all’epoca era pur sempre considerato la lingua ufficiale in Egitto. È la convergenza di questa moltitudine di dialetti confluiti nella Bibbia greca che avrebbe dato vita alla lingua copta, la quale poi avrebbe beneficiato a sua volta della vasta impresa di traduzione.


Codex Vaticanus

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Una varietà di traduzioni

Oltre al greco con i Settanta e al latino con le veteres e poi con la Vulgata di san Girolamo, il forte regionalismo dei dialetti presente in Egitto ha analogamente comportato una grande diversità di prime traduzioni bibliche tra il III e il VI secolo. Si tratta della lingua regionale achmimica, fayumica, lycopolitana, bohairica, sahidica eccetera, le quali hanno permesso la traduzione e la diffusione in questa parte del mediterraneo dei testi biblici. Se alcune imprecisioni ed arcaismi hanno segnato i primi tentativi di traduzione, questi ultimi hanno da parte loro rivelato un’estrema varietà e ricchezza di particolarità regionali dovute ai contesti che li hanno visti nascere. Tuttavia, dopo questo periodo di grande diversità di vocabolario, sintassi e fonetica, il dialetto sahidico avrebbe predominato dal V secolo per diventare la lingua letteraria dell’Egitto fino a quando fu a sua volta soppiantato da quello bohairico.

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Una divina liturgia nella chiesa El Moallaqua (o “Chiesa sospesa”), al Cairo

È questo insieme di dialetti al contempo vario e in evoluzione che avrebbe condotto in fin dei conti a un’unificazione linguistica dei testi biblici fino al tornante dell’anno Mille, quando la lingua araba avrebbe preso definitivamente il sopravvento nella regione.

Elaborazione della Bibbia Copta e ricerche in corso

Come si è elaborata la Bibbia copta? Curiosamente ancora nel XXI secolo non sappiamo granché della Bibbia copta, e la ricerca studia ancora in che maniera, precisamente, essa si sarebbe costituita a partire dalla grande diversità dialettale precedentemente rilevata. Nessuna delle più antiche versioni disponibili – alcune delle quali sono conservate in Vaticano, come il papiro Pap. Vat. Copt. 9 del I secolo, o ancora il manoscritto Borg. Copt. 109 – contiene l’intera Bibbia.

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Portale della chiesa El Moallaqua (o “Chiesa sospesa”), al Cairo

Se possediamo l’integralità del Nuovo Testamento nei più antichi manoscritti in dialetto sahidico e bohairico, la situazione resta invece molto più frammentaria e lacunosa per l’Antico Testamento, conservato soltanto per il 70 o 60%. Tali difficoltà spiegano che un vasto programma internazionale di ricerca – Digital Edition of the Coptic Old Testament – sia in corso ai nostri giorni per iniziativa dell’Università di Göttingen.


San Jerónimo

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Sottolineiamo infine che la Chiesa sorta ad Alessandria nei primi anni del cristianesimo non ha cessato di crescere fino ai nostri giorni con più milioni di fedeli. La loro fede fervente, malgrado le persecuzioni che pesano sui cristiani d’oriente, si nutre ancora oggi a quella Bibbia in lingua copta, e vi affonda le radici.

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Matthias Grünewald, san Maurizio martire, condottiero della legione tebana, e sant'Erasmo vescovo, patrono del casato di Albrecht von Brandenburg. Olio su tavola (1520-1524 ca.), Alte Pinakothek Maxvorstadt.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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