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Caro amico, ti sfido! L’ora di religione a scuola è un’occasione da non perdere

YOUNG MAN,

CebotariN | Shutterstock

PEPEONLINE - pubblicato il 15/09/20

Perché misurarsi con l'ipotesi di Dio e di più con l'avvenimento di Cristo nella storia è quanto di più umano, intelligente e libero si possa fare. Se vuoi rifiutare Dio, per lo meno devi essere ben ferrato sull'argomento, non trovi?

Di Antonio Iannaccone

Caro giovane vicino o lontano che hai deciso di non seguire le lezioni di Religione a scuola, tutta la lettera che vado qui sotto a scriverti si può riassumere in una domanda: ma come fai a essere sicuro che l’”ipotesi Dio” non abbia nulla di interessante da dire alla tua ragione e alla tua libertà di studente?

Mi rivolgo soprattutto a te, che cominci a prendere sul serio tutta la tua sete di futuro e di felicità: come fai a escludere in tutta sicurezza dal tuo bagaglio culturale e umano l’ipotesi grande e suggestiva di quel Mistero che nel corso della storia ha interrogato, provocato, in molti casi abbagliato, l’esistenza di letterati, artisti, poeti, condottieri, scienziati e uomini di ogni genere? Il presente è un piccolo e sfacciato invito a fermarti qualche minuto prima di confermare la tua scelta: ti prego, pensaci davvero.

UN FATTORE MISTERIOSO CHE HA PROVOCATO L’UMANO COME NIENTE ALTRO

Pensa ad esempio a quale razza di passione infinita per la bellezza è stato provocato il genio di Dante quando fece i conti fino in fondo con l’ipotesi di Dio, diventata per lui salvezza reale… e oggi, grazie a questo incontro, abbiamo probabilmente il più grande poema che l’uomo abbia mai composto, la Divina Commedia. Ma, in diversa misura, questo vale per ogni grande scrittore che io conosca: davvero faccio fatica a pensare a qualche grande genio della letteratura o della filosofia che possa ignorare bellamente la questione Dio come indegna di essere conosciuta e approfondita. E paradossalmente questo vale anche per coloro che si definiscono atei: chi nega Dio deve essere ben ferrato su di Lui… E tu, invece, vuoi davvero evitare di fare i conti con un fattore così importante, così decisivo per esprimere i sentimenti più profondi e grandi del cuore umano? E perché, soprattutto, ti privi di tutto questo proprio nell’adolescenza, ovvero nel momento in cui inizi a prendere coscienza delle domande più grandi dell’esistere?

Ma non solo la letteratura e la filosofia: tutto l’umano è vivificato dal libero confronto con l’ipotesi di Dio. Prendo un esempio che forse ti sorprenderà: la scienza. Ebbene, Galilei, colui che iniziò il metodo scientifico che ancora oggi utilizziamo, lo fece perché provocato dalla grandiosa e suggestiva ipotesi che l’universo fosse stato «scritto in caratteri matematici» e, rischiando fino in fondo di verificare quest’ipotesi di un Mistero ragionevole al fondo delle cose… ebbe ragione (e, per dire, anche il telefonino che hai in tasca è stato costruito in base a leggi fisico-matematiche scritte sfruttando questa stupefacente scoperta).

Se poi almeno una volta nella tua vita sei entrato dentro una cattedrale (un esempio recente e magnifico è la Sagrada Familia, a Barcellona) forse capirai meglio quello che cerco di dire da principio: se lo hai fatto con un minimo di consapevolezza, infatti, difficile non domandarsi… “ma chi glielo ha fatto fare”? Che cosa hanno vissuto, che cosa hanno incontrato quegli uomini per tirare su gli innumerevoli dettagli di bellezza di un’opera così maestosa? Sicuro che non ti interessi sapere che cosa, davvero, c’è dietro?

Riguardo alla storia, l’”ipotesi Dio” è – stando alla pura e nuda cronaca dei fatti – quella che ha inciso più di qualsiasi altra nei cuori degli uomini e quella che ha provocato senza paragone tutti i più grandi avvenimenti conosciuti. Senza entrare nei preziosi dettagli che non possiamo approfondire in questa breve lettera (ma nell’ora di Religione sì!), basti pensare che il tempo, ovvero la cosa più preziosa che abbiamo, è misurato praticamente da tutto il mondo a partire dall’avvenimento della nascita di Gesù Cristo. Pensaci, non c’è un evento che l’umanità intera conosca come più grande di questo per misurare lo scandire del suo cammino.

Insomma – come abbiamo appena visto – come fai a studiare letteratura, filosofia, scienza, arte, storia senza fare i conti con la questione religiosa?

MA POI, ALLA FINE, PERCHE’ LIMITARSI?

Ma c’è di più. Anzi, sai cosa ti dico? Sfacciatamente ti sfido: qualunque sia il luogo dove vuoi dirigere la barca bella e fragile della tua vita, perché “porti dei limiti”? Perché devi escludere a priori proprio una cosa così grossa come questa? Insomma, “scegli tu” (e quindi vieni a vedere di che si tratta), non eliminare a priori la scelta. L’ora di Religione è proprio il momento in cui uno “non scappa”, ma prende di petto quella che è potenzialmente la questione più grande della vita, quel punto all’infinito cercato dagli uomini di ogni tempo come l’orizzonte grande a cui tendevano tutte le loro paure e le loro domande, non cancellate, ma prese sul serio.

Insomma, altro che “imposizione”… non esiste ora in cui la tua libertà sia presa più in considerazione. Sembra quasi ovvio, ma avendo sentito nel corso degli anni più volte dire che l’ora di Religione violerebbe addirittura la libertà di coscienza (magari di chi non è credente o di chi crede diversamente), mi sembra il caso di sottolineare con cura che, riguardo a ciò, l’ora di Religione non è diversa dall’ora di storia o di filosofia o di italiano o anche di matematica: il professore presenta un tema (un’ipotesi di partenza) e poi dà allo studente le ragioni (le argomentazioni storiche, filosofiche, letterarie, logiche) perché questi possa comprenderlo e verificarne l’attendibilità. Perché mai conoscere Gesù di Nazareth dovrebbe insomma magicamente obbligarti a diventare cristiano più di quanto studiare Stalin potrebbe indurti a farti comunista o studiare Hitler a parteggiare per il nazismo? Sto dicendo banalità, lo ripeto, eppure c’è chi è riuscito a negare questo semplice ragionamento e ci ha costruito sopra addirittura una legge, proprio quella per cui l’ora di Religione a scuola è oggi l’unica materia facoltativa… quindi, si tratta purtroppo di un pensiero poco fondato ma assai diffuso.

AL PRIMO POSTO LA REALTA’

A questo punto, se un po’ ti conosco, il ragionamento che hai in mente è il seguente: sì, può anche essere, ma si tratta alla fine di questioni personali, che riguardano l’intimità del mio cuore e che preferisco affrontare per i fatti miei, non per forza chiuso in un’aula scolastica.

Riguardo a questo, lasciami ancora il tempo di dire brevemente due importanti cose (soprattutto la seconda).

La prima: è verissimo, sono questioni che riguardano il segreto del tuo cuore; ma, come mostrato ampiamente prima, non sono solo questo. Qualunque sia il tuo interesse nei vari campi del sapere e del fare, l’ipotesi di Dio “c’entra”. E quindi riguarda anche il “fuori” non solo il “dentro” di te. E, quindi numero due, riguardo a questo, c’è qualcosa di veramente grosso che hai da verificare, da conoscere, da capire: non sono solo tuoi pensieri, insomma.

La seconda: attenzione, perché qui c’è il rischio più grande, cioè quello di creare nella tua testa un fantoccio di Dio che non serve a nulla e che presto – se non l’hai già fatto – getterai nel primo cestino a tua disposizione. Il modello di “fantoccio di Dio” più diffuso è una specie di babbo natale mieloso e inutile, che sa fornire solo sorrisi insensati (idea malsana che di solito viene dall’avere le domande proprie di un adolescente e le risposte religiose proprie di un bambino delle elementari).

L’ora di Religione è, infine, il miglior antidoto a questa tentazione di crearsi un “dio fatto su misura”, perché al centro di essa non c’è un’idea, né una morale, né un bel messaggio: il cuore è la realtà. Al centro di quest’ora c’è in fatti l’ipotesi affascinante e – sì, lo dico anche io che ci credo con tutto il cuore – incredibile del Mistero che si comunica attraverso dei fatti, ovvero attraverso avvenimenti imprevedibili, fino allo scandaloso annuncio di Dio che entra nella storia umana facendosi uomo, diventando parte carnale di essa.

Insomma, non sono “chiacchiere”: c’è un’ipotesi reale con cui fare i conti e che può essere sottoposta al fuoco vivo delle tue domande, della tua ragione, della tua cultura. E che può essere il punto concreto, l’esperienza reale, da cui poi partire per comprendere tutte le culture e tutte le religioni.

Oppure, puoi infischiartene di tutto e uscire dall’aula quando inizia l’ora di Religione. Sì, vero, la legge lo consente, ma la tua intelligenza e il tuo cuore sono d’accordo?

PS: Ho scritto questa lettera anche perché, nel caso fantascientifico tu cambiassi idea, magari, se lo domandi con cuore e cortesia, io credo che difficilmente un direttore d’istituto ti negherà di partecipare alle lezioni che stanno (speriamo) per iniziare…

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA PEPEONLINE

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