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Come fa un mediatore familiare ad aiutare una coppia in crisi?

MARRIAGE TROUBLE

fizkes | Shutterstock

María Álvarez de las Asturias - pubblicato il 22/09/20

Se avete problemi nel vostro rapporto, chiedete aiuto

Spesso diamo questo consiglio a qualcuno che sta vivendo con difficoltà il suo rapporto di coppia, con i figli o con i genitori, o che non si sente bene e soffre di ansia, insicurezza, stress, bassa autostima, paura…

Il consiglio va bene perché gli aiuti sono efficaci, ma… cosa significa chiedere aiuto? A chi bisogna chiederlo? A un amico, al proprio medico, a uno psicologo, a uno psichiatra, a un mediatore familiare o a un orientatore matrimoniale?

A volte, per mancanza di conoscenza, non approfittiamo dell’aiuto di un consulente familiare quando stiamo vivendo una crisi di coppia (e familiare) piena di sofferenza.

Mediazione per la risoluzione di conflitti

La mediazione per la risoluzione dei conflitti è un aiuto volto a cercare soluzioni quando la difficoltà o il conflitto è già emerso.

Proponiamo di ricorrere alla mediazione familiare quando una coppia discute spesso, con tensioni nella relazione, disaccordi importanti che se non si risolvono possono sfociare in qualcosa di più grave o portare anche a una rottura. La mediazione si applica in questo caso come processo di risoluzione dei conflitti in ambito familiare.

Il mediatore familiare è un terzo neutrale che non impone una soluzione, ma con le tecniche opportune aiuta ogni coppia o famiglia a trovare la soluzione che si adatta meglio al suo caso concreto. L’obiettivo è risolvere le difficoltà e rafforzare e migliorare il matrimonio e/o il rapporto paterno-filiale.

Il lavoro di mediazione combina sessioni congiunte e sessioni individuali in cui ciascuna delle parti espone quello che vive con difficoltà nella relazione, quello di cui avrebbe bisogno, quello che vorrebbe cambiare… In questo modo si favorisce il fatto che ciascuno esprima le sue ragioni e ascolti quelle dell’altra parte senza “tagliare” la spiegazione di fronte alle spiegazioni dell’altro, perché sta raccontando tutto anche al mediatore.

Questo aiuta a concentrarsi sui problemi reali – cosa sta succedendo? – e a fissare obiettivi – ciascuno vuole trovare soluzioni? – in un processo in cui il mediatore aiuterà a trovare il modo di avvicinare le posizioni, e se necessario a richiedere l’aiuto di altri specialisti di cui forse una o entrambe le parti non volevano inizialmente ammettere di aver bisogno (ad esempio un’assistenza psicologica o psichiatrica).

Un altro dei vantaggi della mediazione è favorire l’intervento di altri professionisti, visto che continua a costare molto richiedere assistenza clinica, psicologica o psichiatrica.

Lavorando con un mediatore sugli aspetti personali che dobbiamo migliorare, è possibile giungere alla conclusione per la quale abbiamo bisogno di un’assistenza specializzata – per aspetti della personalità, per qualche difficoltà o disturbo specifico…

In base alla mia esperienza, è più facile ammettere la necessità di questo aiuto quando è la persona che giunge alla conclusione di averne bisogno.

Per questo, è bene che le équipes di orientamento e mediazione familiare contino sulla collaborazione di altri professionisti che intervengano nel processo di aiuto quando è necessario. Non sono in alcun modo aiuti che si escludono a vicenda, anzi, sono complementari.

La maggior parte delle famiglie che ricorrono alla meditazione riesce a risolvere le proprie difficoltà, ma non è sempre possibile.

Mediazione di rottura

La mediazione di rottura è un aiuto per giungere a un accordo quando la rottura è inevitabile. Parliamo di accordi non solo su aspetti giuridici, ma anche su questioni affettive e relative ai rapporti personali e familiari.

Visto che non si può evitare la separazione, è meglio cercare il modo che la renda meno dolorosa possibile per ciascuno dei membri della famiglia – soprattutto i figli, se ci sono, come dice Papa Francesco nella Amoris Laetitia: “Vi siete separati per tante difficoltà e motivi, la vita vi ha dato questa prova, ma i figli non siano quelli che portano il peso di questa separazione” .

L’accompagnamento in questo processo aiuta ad accettare una decisione che non sempre avremmo voluto e a guarire le ferite provocate dalla rottura.

Nel corso di tutto questo iter, il mediatore conta sulla collaborazione di altri professionisti che si inseriscono nell’équipe quando è necessario. Non bisogna aver paura di chiedere aiuto quando le cose non vanno bene; non si tratta di vivere sopportando stoicamente le difficoltà; è meglio evitare, per quanto possibile, la sofferenza che provocano a tutti i membri della famiglia.

María Álvarez de las Asturias è fondatrice dell’Instituto Coincidir, specializzato nella consulenza personale, matrimoniale e familiare.

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