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Santi che conoscono il dolore di perdere un figlio per un aborto spontaneo

CATHOLIC SAINTS

Public Domain | José Luiz Bernardes Ribeiro/CC BY-SA 3.0 | Public Domain

Meg Hunter-Kilmer - pubblicato il 28/09/20

Queste mamme e questi papà conoscono la sofferenza di dire addio ancor prima di aver potuto stringere i propri piccoli tra le braccia

L’agonia del fatto di perdere un figlio è qualcosa che nessun genitore vorrebbe sperimentare, indipendentemente dal fatto che questa perdita si verifichi prima o dopo la nascita. Chi ha perso dei bambini per via di un aborto spontaneo o perché sono nati morti si può consolare sapendo che vari santi hanno sperimentato una sofferenza simile. Se ce ne sono sicuramente moltissimi il cui aborto non è stato mai registrato, ce n’è anche qualcuno la cui perdita ci è nota. Attraverso la loro intercessione, possano i genitori addolorati trovare la pace.

Beata Catalina de María Rodríguez de Zavalía (1823-1896). Nata Saturnina Rodríguez, sentì la vocazione alla vita religiosa apostolica a 17 anni, ma scoprì che non c’erano comunità religiose apostoliche femminili in Argentina. Anziché incoraggiarla a trovare una nuova comunità o a lasciare il Paese per seguire la sua vocazione, il suo direttore spirituale insistette per farla sposare con il suo amico d’infanzia – emotivamente instabile e abusatore – Manuel, e così Saturnina divenne la matrigna del figlio e della figlia di questi. Pur essendo una matrigna amorevole, Saturnina lottava con l’infertilità. Nei loro 13 anni di matrimonio, lei e Manuel ebbero solo una figlia, Catalina, che nacque morta. Quando Saturnina aveva 42 anni suo marito morì, e lei poté seguire la chiamata alla vita religiosa. Nonostante sette anni di opposizione e battute d’arresto persistette, e alla fine riuscì a unirsi alla comunità alla quale aveva sognato di appartenere 30 anni prima. Quando prese i voti assunse il nome di Catalina de María in ricordo della figlia Catalina. Madre Catalina trascorse il resto della sua vita fungendo da madre spirituale per le tante donne che si unirono al suo ordine e le persone che servivano, incluse prostitute, donne di razza mista, povere e schiave.

Il beato Frédéric Ozanam (1813-1853) è noto come fondatore della Società di San Vincenzo de’ Paoli, un’organizzazione internazionale che offre un servizio personale diretto ai poveri. Fondò la Società a 20 anni in risposta a un amico ateo che trovava le prove dell’attività caritativa della Chiesa del passato poco convincenti. “Cosa sta facendo la tua Chiesa ora?”, gli chiese. “Cosa sta facendo per i poveri di Parigi? Mostraci le tue opere e ti crederemo!” Insieme ad alcuni amici, Frédéric fece proprio questo. Mentre era alla guida della Società venne ammesso alla Bar, conseguì un dottorato con una tesi su Dante e divenne professore di Letteratura straniera. A 28 anni si sposò, e ogni 23 del mese portava alla moglie Amélie dei fiori per commemorare il loro matrimonio. Insieme sperimentarono l’angoscia di perdere i loro primi due figli per degli aborti. Dopo la prima perdita trascorsero un po’ di tempo separati mentre Amélie cercava di riprendersi a casa dei genitori; Frédéric le scrisse quasi ogni giorno fin quando non si riunirono. Le sue splendide lettere parlano del suo dolore, del suo amore per la moglie e della consolazione che trovava nell’Eucaristia. La coppia alla fine ebbe una figlia, Marie, per cui Frédéric stravedeva.


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Santa Gianna Beretta Molla (1922-1962) è nota soprattutto per la sua morte eroica, offerta per la vita della figlia che portava in grembo. Sposatasi appena prima del suo 33° compleanno, Gianna sperava di avere una famiglia numerosa, e se aveva gravidanze difficili, si rallegrava a ogni test positivo. Gianna perse però il quarto e il quinto figlio per degli aborti; ogni volta era disperata, preoccupata per la sorte delle anime dei suoi bambini e chiedendo ai suoi amici di pregare per loro. Quando rimase nuovamente incinta e i medici le diagnosticarono un tumore all’utero, Gianna era pronta a fare qualsiasi cosa fosse necessaria per salvare il suo bambino. Amava troppo i figli che aveva perso per perderne un altro, e scelse un trattamento che avrebbe protetto il piccolo che portava in grembo, dicendo al marito Pietro che se avesse dovuto scegliere tra lei e il bambino non doveva esitare e scegliere quest’ultimo. La bimba nacque sana, e Gianna morì una settimana dopo.

I Servi di Dio Cyprien e Daphrose Rugamba (1935-1994, 1944-1994) erano una coppia del Ruanda con un matrimonio problematico fin dall’inizio. Cyprien era ateo e donnaiolo, Daphrose una devota cattolica. Quando persero il loro primo figlio per un aborto spontaneo a Daphrose si spezzò il cuore, ma Cyprien non era (ancora) un uomo che riusciva ad amare la moglie che soffriva. Poco dopo la nascita di un bambino sano, infatti, Cyprian prese il figlio e abbandonò Daphrose, accusandola di stregoneria e rimandandola dalla sua famiglia. Anche se alla fine la riprese con sé e la coppia ebbe altri nove figli (oltre a crescerne un altro che Cyprien aveva concepito in una relazione con un’altra donna), ci vollero molti anni perché il loro matrimonio guarisse. Alla fine Cyprien sperimentò una miracolosa conversione e cercò il perdono di sua moglie, che glielo offrì di tutto cuore. I due divennero il fulcro del rinnovamento spirituale della Chiesa ruandese prima di essere uccisi nel genocidio del 1994.

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