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Sparli degli altri? Sant’Agostino ti dice come non farlo più

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 05/10/20

L’autorevole Padre della Chiesa ci insegna a rispettare Dio, che “ti comanda di frenare proprio il membro che fra tutti gli altri muovi più facilmente: Trattieni la tua lingua dal male”

Siete arrabbiati con qualcuno e volete attaccarlo? Oppure qualcuno ha sparlato di voi e volete reagire? Fermatevi e leggete prima questi consigli di Sant’Agostino. Vi saranno molto utili. Li riporta Leoluca Pasqua nel suo libro “Il pettegolezzo – Tra malizia e superficialità“, dell’editore Paoline.

Cosa ci chiede Dio

«Dio ci ha promesso una gran ricompensa – è la lezione di Agostino – in relazione a una sì gran ricompensa che ci ha promessa, vediamo che cosa ci ha comandato. Orbene, infiammati da questa magnifica promessa e dall’amore per una sì preziosa ricompensa, cerchiamo di preparare fin d’ora, per ubbidirgli, le nostre forze, i fianchi e le braccia. Ci ordinerà forse di portare gravi pesi, di zappare forse un pezzo di campo, d’innalzare una grande costruzione? Non ti comanda un lavoro faticoso ma ti comanda di frenare proprio il membro che fra tutti gli altri muovi più facilmente: Trattieni la tua lingua dal male. Non è fatica erigere una costruzione ed è fatica trattenere la lingua? Trattieni la tua lingua dal male».

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“Non dire bugie, non denigrare nessuno”

Sant’Agostino incalza: «Non dire bugie, non denigrare nessuno, non proferire calunnie, non testimoniare il falso, non bestemmiare. Trattieni la tua lingua dal male. Considera come ti sdegni se uno parla male di te; come ti irriti contro un altro, quando parla male di te, così devi irritarti contro te stesso quando parli male d’un altro. Le tue labbra non proferiscano inganno».




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“Devo credere che non ci sia nessuno più debole di te”

Il santo di Ippona sprona a non reagire d’istinto. «O figlio, non sopportare di mal animo se certuni danno un cattivo giudizio su di te e dicono, nei tuoi confronti, parole che non ascolti con piacere. Il tuo giudizio su te stesso deve essere ancora più grave; devi credere che non ci sia nessuno più debole di te. Se terrai conto massimamente dell’interiorità, non darai molto peso a parole che volano; giacché, nei momenti avversi, è prudenza, e non piccola, starsene in silenzio, volgendo l’animo a me, senza lasciarsi turbare dal giudizio della gente».

“Dove sta la vera pace, dove sta la vera gloria?”

La tua pace, conclude l’autorevole Padre della Chiesa, «non riposi nella parola degli uomini. Che questi ti abbiano giudicato bene o male, non per ciò sei diverso. Dove sta la vera pace, dove sta la vera gloria? Non forse in me? Godrà di grande pace chi non desidera di piacere agli uomini, né teme di spiacere ad essi».

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