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Dalla Francia a Roma in tandem: la grande avventura di due sposi

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Alban e Aude al loro arrivo a Roma, luglio 2020

Mathilde De Robien - pubblicato il 08/10/20

Giovani sposi con due anni di matrimonio sulle spalle, Alban e Aude hanno percorso 1.700 km da Cléry-Saint-André (Loiret) a Roma, in tandem. Un modo radicale di mettersi in ascolto del ritmo altrui.

L’idea di andare in tandem da sposati non è una novità: era l’estate del 1936, anno (in Francia) delle prime ferie pagate. «A quell’epoca risale la moda del tandem: marito e moglie, spasimante e promessa sposa imbracciavano il velocipede a due posti», racconta Benigno Cacérès nella sua Histoire de l’éducation polulaire (1964). È quel che hanno fatto Alban e Aude lo scorso luglio. Un periplo di più di tre settimane, da una basilica all’altra: da Notre-Dame de Cléry (Loiret) a san Pietro a Roma. Una forte esperienza coniugale e spirituale. La raccontano così:

Sposati da due anni e senza figli in arrivo, avevamo voglia di partire insieme all’avventura, di vivere uno sforzo, a un ritmo più intenso. Era l’occasione per noi, nella pausa tra due anni lavorativi, di consolidare la nostra vita di coppia e di affidare al Signore i nostri progetti di vita.

È così che hanno investito comprando un tandem e hanno percorso, passando per la valle della Maurienne, la sella del Mont Cenis e la Via Francigena, i 1.700 kilometri che li separavano da Roma, con una tenda e un sacco a pelo ciascuno per bagaglio. Ne hanno tratto delle belle lezioni per la loro vita di coppia.

1Restare sempre di sostegno all'altro

Eravamo obbligati a pedalare al medesimo ritmo, altrimenti non funziona. Non necessariamente alla medesima intensità. Il tandem presenta il vantaggio di poter equilibrare differentemente lo sforzo addotto da ciascuno dei due. A seconda dei momenti, eravamo l’uno per l’altro una forza e un sostegno sul quale poteva realmente contare.

Un bel modo di illustrare quel che, tra l’altro, aiuta una coppia a tenere nel tempo: la fiducia nell’altro e la capacità di diventare uno dopo l’altro un sostegno per il coniuge.

alban et aude
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2È tutta questione di comunicazione

Viaggiare sulla medesima bicicletta richiede alcuni sforzi di comunicazione, soprattutto all’inizio. «Abbiamo ritrovato la semplicità nella nostra relazione», testimonia la giovane coppia: essere in ascolto, fare attenzione all’altro, parlare, condividere, discutere di tutto quel che ci passa per la testa, lasciare posto al silenzio, pure, senza che sia pesante. In tandem hanno potuto condividere le medesime sensazioni al medesimo momento: la gioia, le risate, ma anche la fatica, lo sforzo, le difficoltà legate alla prova fisica che certe tappe del percorso rappresentavano. E quando ci sono state delle tensioni «non c’era modo di sfuggire», si ricordano:

Abbiamo compreso che chiedersi scusa, anche per piccole cose, era la soluzione per continuare ad avanzare e viaggiare leggeri.

Una tappa non riservata ai soli amanti del tandem.

3Cadenzare la giornata al ritmo della preghiera

Come ogni buon corridore di fondo, la coppia si sforzava di rispettare ogni giorno il medesimo ritmo, un buon modo per tenere nella durata. Inoltre, «questo ci ha permesso di adattarci a un comune ritmo di lavoro». Un ritmo cadenzato dallo sforzo fisico, ma anche da meditazioni e preghiere, personali o di coppia.

Poiché cominciavamo la nostra giornata verso le 6, col fresco, era il momento propizio per la meditazione delle letture del giorno, in silenzio, sulla nostra bici. Poi recitavamo decine di rosario in differenti momenti della giornata: ciò cadenzava il cammino. Abbiamo affidato i nostri progetti di vita e le differenti intenzioni delle persone che incontravamo sul nostro cammino. Un prete che conosciamo bene ci aveva domandato, in particolare, di pregare e di offrire i nostri sforzi per la santificazione dei preti. Un’intenzione che è stata al cuore delle nostre giornate.

E se cadenzare, ciascuno come può, la propria giornata al ritmo della preghiera fosse il segreto di una coppia che dura?

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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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