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Francescano rimasto nella Siria devastata dalla guerra muore di coronavirus

Father Edoardo Tamer

Firas Lutfi | Facebook | Fair Use

John Burger - pubblicato il 09/10/20

“La sua missione era stare accanto a chi soffre”, ha affermato il superiore di padre Tamer

Un sacerdote francescano che aveva rifiutato di lasciare i pericoli della Siria al culmine della guerra che insanguina il Paese è morto di Covid-19. Padre Edoardo Tamer aveva 83 anni.

Il New York Times, che ha scritto di varie persone importanti che hanno ceduto alla malattia, riferisce questa settimana che il sacerdote è morto il 12 agosto.

Padre Tamer era un cristiano maronita. Era nato nel 1937 a Sir El Danniyeh, nel nord del Libano, e aveva sentito molto presto la chiamata alla vita religiosa.

“Era convinto di essere stato chiamato da Dio ad essere frate e specificatamente francescano”, ha riferito al Times padre Firas Lutfi, ministro regionale francescano di Siria, Libano e Giordania.

Il giovane Tamer era diventato novizio presso il Convento di Santa Caterina a Betlemme, in Cisgiordania, nel 1956. Nove anni dopo era stato ordinato sacerdote a Gerusalemme. In seguito aveva studiato Teologia presso l’Università di San Giuseppe a Beirut.


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Nei quarant’anni successivi, il francescano ha servito in scuole, università e parrocchie ad Harissa (Libano), Amman (Giordania), Latakia (Siria), Alessandria (Egitto) e Gerico, in Cisgiordania.

Era poi stato assegnato al monastero di Sant’Antonio da Padova ad Aleppo, in Siria, dov’è stato superiore e direttore del centro ricreativo parrocchiale.

Padre Lutfi ha affermato che padre Tamer, che è rimasto vittima dal Covid, amava ascoltare confessioni per dare alle persone “speranza e pace”.

“Era bravo a tradurre testi religiosi dall’italiano in arabo. Ha tradotto in modo notevole un trattato medievale sulla spiritualità di San Bonaventura”.

Nel 2011 è scoppiata la guerra civile in Siria, che ha portato a una campagna di bombardamenti da parte del Governo siriano e dei suoi alleati russi contro i ribelli armati. Interi quartieri di Aleppo sono stati distrutti dalle bombe.

I cristiani della città, che costituiscono una piccola minoranza divisa tra varie correnti, sono emigrati in gran numero durante la guerra.

Padre Tamer ha voluto restare. Amava celebrare la Messa, accogliere i visitatori e le persone che cercavano rifugio dai combattimenti.


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“Ha detto: ‘Vivrò e morirò qui, se serve’”, ha raccontato padre Lutfi. “Ha deciso di rimanere ad Aleppo in questa situazione molto critica”.

“Ha deciso di rimanere e di portare avanti il suo servizio in Siria nonostante i bombardamenti, la guerra e il Covid”, ha spiegato il superiore. La sua missione era “stare accanto a chi soffre”.

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