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E’ morto Padre Sorge: ecco alcune gemme che ci lascia in eredità

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 02/11/20

Scomparso a 91 anni il teologo e politologo gesuita, già direttore de “La Civiltà Cattolica”

E’ morto a 91 anni Padre Bartolomeo Sorge. Fine teologo e politologo, gesuita e storico direttore de “La Civiltà Cattolica”, era nato a Rio Marina, nell’isola d’Elba, da genitori di origine catanese. Il 25 ottobre 1929, e nel 1938 si era trasferito con la famiglia a Castelfranco Veneto. Nel 1946 è entrato nella Compagnia di Gesù, ordinato sacerdote nel 1958. Si è formato a Milano, in Spagna e successivamente a Roma.

Nel 1966 è entrato nella redazione della Civiltà Cattolica, quindicinale della Compagnia di Gesù, e ne è divenuto direttore nel 1973, succedendo a padre Roberto Tucci. Ha collaborato alla stesura di «Octogesima adveniens», documento pontificio firmato da papa san Paolo VI sull’azione della comunità cristiana in campo politico, sociale ed economico (La Stampa, 2 novembre).

La stessa comunità di Martini

Ritiratosi da alcuni anni a Gallarate, nella stessa comunità di gesuiti anziani in cui ha vissuto il cardinal Carlo Maria Martini, anche a 90 anni padre Sorge continuava a girare l’Italia per conferenze, a pubblicare nuovi libri e a far sentire la sua voce nel dibattito pubblico, oltre a ricoprire l’incarico di direttore emerito della rivista Aggiornamenti Sociali (Avvenire, 2 novembre).

Carlo Maria Martini
© Mafon/Wikimedia Commons
Il cardinale Martini, amico di Padre Sorge.

La nomina “mancata” di Giovanni Paolo I

Se Giovanni Paolo I non fosse morto in appena trentatré giorni di pontificato, avrebbe nominato Padre Sorge arcivescovo di Milano. Glielo rivelò San Giovanni Paolo II che, invece, optò per il confratello Carlo Maria Martini. Ma nella sua lunga vita di sacerdote gesuita, padre Bartolomeo Sorge ha lottato fermamente contro la mafia (Il Fatto Quotidiano, 2 novembre).

Ecco alcuni suoi pensieri e tweet (il suo account era sempre molto attivo) “forti”, duri, ma che fanno riflettere.

La “Primavera di Palermo” e le “lenzuola alle finestre”

L’epoca delle stragi di Mafia, negli anni ottanta e novanta è stata una delle esperienze che più ha segnato Padre Sorge.

«L’esperienza più drammatica e bella della mia vita apostolica è stata quando ho visto una catena umana di tre chilometri, uomini e donne, giovani e vecchi che si davano la mano attraversando la città e dicendo ‘basta con la mafia’ dopo le stragi del 1992. Prima di arrivare a Palermo la gente invece aveva paura di nominare la parola mafia. Si guardava intorno mentre parlava. Poi ho visto le lenzuola alle finestre dei quartieri popolari di Palermo. Quella fu veramente una vittoria».

“Tanto rumore per nulla”. L’ultimo tweet è sulle unioni civili

“Fratelli Tutti, meta difficile ma possibile”

Nell’ultima intervista, concessa a Il Quotidiano di Puglia, 18 ottobre, diceva sulla nuova enciclica di Papa Francesco Fratelli Tutti”:

«La fraternità universale può sembrare un’utopia. Eppure, siamo nati per darci la mano gli uni gli altri, non per combatterci, per amarci non per odiarci. La mèta della solidarietà fraterna che Francesco indica, certo, è difficile da raggiungere, ma possibile. Un esempio concreto di questa possibilità, lo abbiamo avuto in questi mesi di pandemia. Sono stati davvero molti coloro che si sono dedicati generosamente al servizio dei contagiati dal virus, talvolta anche in modo eroico, fino a dare la vita».

“Populismo sconfitto sul Covid dal Consiglio Europeo”

«Un altro esempio ci è venuto dall’Europa. Nonostante le resistenze dei cosiddetti “Paesi frugali” e dei Paesi di Visegrad, il Consiglio Europeo straordinario del luglio scorso ha sconfitto il populismo e il sovranismo, e ha varato un generoso programma di aiuti, con un’attenzione particolare per gli Stati più colpiti dal Covid-19. La solidarietà fraterna è possibile anche tra gli Stati».

“Wojtyla è stato un grande dono di Cristo alla sua Chiesa”

La frase su Gesù e gli assassini

“Vi spiego perché l’Italia è in crisi”

In una intervista a Il Sussidiario (25 ottobre 2019) ha detto che la crisi italiana è al contempo strutturale e culturale:

«Sta in un processo che ha messo in crisi la democrazia rappresentativa, il fatto cioè che oggi non si crede più nel valore della rappresentanza. E questo vale non solo per i partiti, ma anche per i sindacati, che sono in crisi profonda, perché la vera politica, quella con la P maiuscola, è la democrazia partecipativa, quella in cui ciascuno, secondo le proprie possibilità, collabora al bene comune».

La politica che non piaceva a Padre Sorge




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