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Lolo: in cielo in sedia a rotelle

LOLO

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Patricia Navas - pubblicato il 05/11/20

La storia ispiratrice del giornalista e scrittore spagnolo Manuel Lozano Garrido

Lolo adorava lo sport e la natura. Gran parte della sua allegria e della sua attività era dovuta al centro giovanile dell’Azione Cattolica della città spagnola di Linares, dove era nato nel 1920.

Quando era molto giovane, durante la Guerra Civile spagnola, portava di nascosto l’Eucaristia alle persone che glielo chiedevano, il che gli costò l’arresto.

Un giorno, un Giovedì Santo, gli passarono la Comunione nascosta in un mazzo di fiori, e passò tutta la notte adorando Gesù.

Quando aveva 22 anni la sua vita subì un cambiamento drammatico: soffrì di una paralisi progressiva che lo lasciò su una sedia a rotelle. Lo descriveva così nel suo libro Lettere con il segno della croce:

“Apparentemente il dolore ha cambiato il mio destino in modo radicale. Ho abbandonato gli studi, ho messo da parte il mio titolo, sono stato ridotto alla solitudine e al silenzio. Il giornalista che volevo essere non è entrato alla Scuola di Giornalismo; il piccolo apostolo che sognavo di diventare ha smesso di andare in giro per i quartieri; il mio ideale e la mia vocazione li ho ora davanti, con una pienezza che non avrei mai potuto sognare”.

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La disabilità lo ha accompagnato per 28 anni, come ha fatto la sorella Lucy, “attraverso la quale tocco, vedo, canto, prego e amo”, riconobbe Lolo grato.

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Quando poteva ancora muovere un po’ le dita gli regalarono una macchina da scrivere. La prima cosa che vi scrisse, come ricorda il postulatore della sua causa di beatificazione, Rafael Higueras, nella sua biografia, fu una preghiera:

“Signore, grazie. La prima parola, il tuo nome; sia sempre la forza e l’anima di questa macchina… La tua luce e la tua trasparenza siano sempre nella mente e ne cuore di tutti coloro che lavorano con essa, perché ciò che si faccia sia nobile, pulito e portatore di speranza”.

In seguito fece collocare quella macchina da scrivere alla base di quello che sarebbe stato l’altare della sua stanza, dove a volte veniva celebrata la Messa.

Quando perse il movimento della mano destra imparò a scrivere con la sinistra, e quando non poté farlo più neanche con quella usava un magnetofono per registrare tutto quello che desiderava dire al mondo.

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La sua mente rimase lucida e la sua sensibilità molto al di sopra della media. La forza interiore era l’aspetto nascosto della sua serena allegria.

Era brillante nello scoprire la verità nel mondo ed esprimerla con parole piene di saggezza e bellezza. Lasciatevi ispirare da alcune delle sue frasi, raccolte in questa galleria fotografica:

GALLERIA

“La mia professione: invalido”, si presentava, ma Manuel Lozano Garrido è stato un grande giornalista e scrittore. È stato autore di vari libri e di centinaia di articoli giornalistici, e ha ricevuto e ispirato premi collegati alla comunicazione.

Negli ultimi nove anni è rimasto anche cieco. Non si lamentava. Il suo medico scherzava con lui dicendo: “Sei il malato grave che gode di più salute”.

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Il 3 novembre 1971, a 51 anni, stava recitando l’Ave Maria – “prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte” – quando il suo cuore si è fermato.

La vittoria finale Lolo l’ha trovata dall’altra parte. La Chiesa cattolica lo ha riconosciuto beato il 12 giugno 2010.

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