Una dolcissima anziana rannicchiata sulla sedia a rotelle, è Marta Gonzales. Le note di Tchaikovsky innescano la sua memoria e lei danza con l'intensità di quando era prima ballerina a New York.
Un video del 2019 si è guadagnato grossa visibilità negli ultimi giorni, dando una «seconda vita» alla protagonista, la ballerina spagnola Marta Gonzales. Era un’étoile della danza e si è spenta proprio l’anno scorso. Nelle immagini la vediamo anziana e affetta da demenza senile in un momento in cui la vita le esplode di nuovo addosso all’improvviso.
La mano di Marta
Noi siamo fatti di memoria; non ci facciamo caso ma è così. Siamo perché ricordiamo. Il nostro presente è memoria, altrimenti ogni giorno dovremmo ricominciare tutto da capo in un vuoto assoluto. L’Alzheimer, e più in generale la demenza senile, aggrediscono il cervello in una facoltà vitale quanto il respiro, lo sa bene chi ha un parente affetto da questa malattia.
Occhi interrogativi che guardano le presenze di fronte a sé come enigmi imperscrutabili. Chi sei? chiedono.
Seduta su una sedia a rotelle, Marta Gonzales ha lo sguardo malinconico e basso, s’intuisce la pena che patisce: stare a galla in un presente senza l’àncora della memoria. Un operatore della struttura in cui si trova le propone di ascoltare un brano musicale mettendole le cuffie. E’ Tchaikovsky, Il lago dei cigni.
La mano di lei chiede di alzare il volume, accenna un movimento e poi si abbassa sconsolata. Il ragazzo la incoraggia e dopo qualche nota, ecco che accade: Martha danza. Resta bloccata sulla sedia, muove solo le braccia tremanti e lo sguardo, ma è come trasformata.
La musica ha ripescato dal profondo ciò che è sempre stata, una etoile. Negli anni ’60 Marta Gonzales, infatti era una prima balleria nella Compagnia del New York City Ballet. E lo si vede chiaramente dalla gestualità e dalle movenze: il montaggio affianca al presente le immagini del passato, quando lei era sul palco a interpretare quel balletto con tutto il trionfo di bellezza che accompagna la danza classica. La si riconosce, è proprio lei. Ma non è solo questo, anzi non è affatto questo.
Quello che Marta vive ascoltando la musica – ed è stato immortalato nel video – non è solo un ricordo. Mi fa pensare al momento della Genesi in cui Dio infonde lo spirito nel pugno di terra che è l’uomo. Grazie alla musica la memoria s’innesca, ed è una forza fa drizzare la colonna vertebrale e dona allo sguardo un’intensità commovente.