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La principessa santa la cui vita può ispirare i giovani d’oggi

Santa Elisabetta di Ungheria

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Cecilia Pigg - pubblicato il 10/11/20

Elisabetta d'Ungheria ci mostra come i giovani possono usare la propria vita per amare e servire

Alzarsi, andare a lavorare, tornare a casa, cenare, guardare qualcosa, andare a letto. Vi perdete nella vostra routine quotidiana e vi chiedete se farete mai qualcosa di significativo nella vostra vita? Questi sentimenti sono in genere particolarmente forti se ci si sente legati a un lavoro che si odia, si lotta per trovare un partner o si cerca di discernere una relazione specifica.

Santa Elisabetta d’Ungheria era una giovane donna diventata santa per come ha vissuto la sua vita e la sua vocazione. Pensiamo un po’ alla sua vita e a come può influire su altri giovani nonostante i tanti secoli trascorsi dalla sua morte.

1 Era un’influencer

Non su Instagram, ovviamente, ma aveva una posizione di potere – era sposata con un re. La gente la notava e guardava cosa faceva. E quello che ha scelto di fare con il suo potere e i suoi contatti è stato servire i poveri e i malati. Portava loro del cibo e si adoperava per loro in abitazioni e ospedali. Forse siete degli influencer sui social media, o forse solo nel vostro circolo di familiari e amici. In un modo o nell’altro, la gente guarda come vivete.

2 Era giovane e innamorata

Si è sposata a 14 anni, ed è morta ad appena 24. Anche se il suo era un matrimonio combinato, era molto innamorata del marito, e rimase devastata dalla sua morte appena sei anni dopo le nozze (e qualche giorno prima che desse alla luce il loro figlio minore). Il suo rapporto con il marito rafforzò entrambi, e li avvicinò a Cristo. Il marito, Luigi, non è stato canonizzato, ma la sua gente considerava anche lui santo.

3 Ha vissuto con gente che non la capiva

La corte in cui viveva non apprezzava la sua religiosità, come anche il fatto che andasse a casa di poveri e malati per portare loro cibo e medicinali e si prendesse cura di loro. Non era considerato un modo sicuro né adatto di vivere la sua regalità. Il suo rapporto con i suoceri era teso, visto che lei spesso protestava quando il cibo che si serviva a palazzo veniva portato via a chi ne aveva davvero bisogno.

Usò la sua giovinezza, il suo matrimonio e la sua influenza – anche se la gente pensava che fosse pazza – per Dio e la sua missione di migliorare la qualità di vita dei poveri e dei malati della sua zona.

Non importa la vostra età se siete chiamati a testimoniare Cristo

Se vi sentite chiamati a servire e siete adolescenti o poco più, non abbiate paura di cercare di capire come si fa. Non dovete aspettare di essere più grandi o di aver visto il mondo. Come potete servire nella vostra vita in questo preciso momento? Seguite l’esempio di Santa Elisabetta servendo chi è nella vostra vita oggi. Lei ha iniziato con il marito, i figli e gli amici, per poi spostarsi verso i più bisognosi del suo regno.


CARLO ACUTIS

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Indipendentemente da quanto vi sentite bloccati nella vita o nella vostra routine, i piccoli sforzi che compite per gli altri sono quello che conteranno alla fine. Guardate chi condivide con voi la vita. Iniziate con le persone che conoscete e amate, e poi passate a quelle che conoscete e infine a quelle della vostra città che non conoscete. Come potete servire famiglia e amici? Parliamo di piccole cose – una telefonata, una parola gentile… Evitate i pettegolezzi, e avvicinatevi a qualcuno che vi dà sui nervi.

C’è poi un ministero a cui avete pensato di unirvi o un gruppo di persone che vi sentite chiamati a raggiungere? Che tipo di doni e talenti che avete potrebbe essere usato per aiutare gli altri? E se non vi vengono in mente dei doni che avete, non è una buona scusa per non coinvolgervi in qualcosa. Non sapete come andrà finché non ci proverete. Santa Elisabetta, prega per noi!

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