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Il pescatore che si è gettato in mare per salvare nove persone

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DESIREE MARTIN / AFP

Alvaro Real - pubblicato il 28/11/20

Le Isole Canarie, in Spagna, sono diventate la meta dei migranti. Molti non riescono ad arrivare alla costa, ma anche qui ci sono buoni samaritan

Le Isole Canarie non sono troppo fortunate. Qualche tempo fa, prima della pandemia, erano migliaia di turisti che volavano nell’arcipelago alla ricerca di sole, relax e meritato riposo. Gli euro arrivavano a palate, e il turismo accoglieva a braccia aperte i suoi ospiti.

Oggi continuano ad arrivare persone, ma non attraverso gli aeroporti o con viaggi organizzati dai tour operators. Arrivano in gommone, e gli “agenti di viaggio” sono le mafie organizzate che lucrano con la sofferenza altrui. Sono persone che fuggono dalla miseria cercando una vita migliore, e non di rado trovano solo la morte in un’imbarcazione alla deriva, altre volte indifferenza o rifiuto.

Il buon pescatore

A volte, però, si incontra anche il buon samaritano. Questa volta è stato rappresentato da Ignacio Fontes, un pescatore che vive a Haria, a Lanzarote. Stava pescando a Órzola, e un gommone con 35 persone era naufragato. Un collega lo ha avvisato, e lui non ci ha pensato due volte. Insieme ad altri quattro “buoni samaritani” si è gettato in mare, riuscendo a salvare 9 persone.

Fontes ha raccontato l’accaduto alla radio spagnola COPE: “Non avevamo mezzi sufficienti, giubbotti salvagente né altro. È stato difficile non avendo niente. Ci siamo lanciati con grande incertezza e tanto nervosismo”.

“Si sentiva solo gente che gridava, chiamava e piangeva. Andavi lì e a volte dovevi scansare persone già morte. Era la prima volta che vedevo un cadavere nell’acqua. Quando andavi a salvarlo ti rendevi conto che era senza vita; lo scansavi e andavi avanti. È una cosa difficile, ti rendi conto che il mondo non è così facile”, ha confessato.

“La persona che mi ha scioccato di più è stata l’ultima che ho salvato. Quell’uomo era molto lontano, a circa 500 metri dalla costa. Visto che conosco la zona e sapevo che non mi sarebbe successo niente non ho esitato. L’ho preso e ho provato a trascinarlo fuori”.

In quel momento ha sentito piangere un bambino. Ho lasciato l’uomo sulla costa ed è tornato a cercare il piccolo: “Quando sono arrivato era ormai troppo tardi e non ho più sentito niente”.

In queste settimane le coste delle Canarie si stanno trasformando in un nuovo cimitero. Com’è accaduto a Lampedusa e al Mediterraneo, sono molti i migranti che arrivano, ma altrettanti, se non di più, sono quelli che annegano nell’Oceano Atlantico.

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