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Spiritualità
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Dio rovescia tutto, e chiama prediletti gli scarti del mondo

WOMAN, MAN, STREET

Joanna Nix-Walkup | Unslpash

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 22/12/20

Nel Magnificat Maria canta un grande capovolgimento, un Dio che non resta a guardare ed entra nelle contraddizioni che lacerano la vita.
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione
la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. (Lc 1,46-55)
Le parole più rivoluzionarie del Nuovo Testamento le pronuncia Maria con il suo Magnificat. I biblisti potranno spiegare meglio il perché queste stesse parole le si ritrovano anche nell’antico testamento in bocca ad altre donne “graziate”, ma a noi poco importa sapere che origine hanno queste parole, ci commuove sapere che il Vangelo le ponga sulle labbra di Maria: “Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”.
Si! Perché il nostro Dio stravolge le modalità del mondo, e ciò che nel mondo vale qualcosa davanti a Lui magari non vale nulla, e al contrario ciò che nel mondo non vale nulla davanti a Lui vale tutto. Maria canta questo capovolgimento delle logiche del mondo. Dà voce a tutti gli oppressi della storia, a tutti i piccoli, a coloro che vivono l’ingiustizia del pane, della povertà, delle contraddizioni della vita. Maria annuncia la rivoluzione più grande che è sapere che non siamo sotto uno sguardo indifferente di un Dio a cui non importa nulla di noi. A Dio importa. Dio, in Gesù, non resta a guardare.
Prende sul serio questa “minorità” e la eleva a predilezione. Siamo figli di un Dio di parte, dell’Emmanuele, del “Dio con noi”, del Dio che ha messo mani alla storia mandando Suo Figlio. Maria è essa stessa una Misericordia fatta Madre. Tutto il segreto di questa donna è nella sua umiltà. Non c’è nessuno più umile di lei, perché umiltà è sapersi totalmente di Qualcuno senza la superbia di pensare che si possa essere qualcosa senza Dio. L’umile è chi sa che per stare in piedi bisogna avere la terra sotto i piedi, mentre i superbi sono quelli che pensano di non aver bisogno di nulla e proprio per questo invece di camminare inciampano. L’umile è chi ascolta per capire, il superbo invece è chi pensa che basti solo ragionare e così ascolta solo se stesso aumentando la propria confusione.
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