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L’uomo che ha trovato lavoro grazie a un disegno della figlia di 9 anni

CORTO PASTO

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Esteban Pittaro - pubblicato il 07/01/21

La ripresa è possibile grazie a Stato, imprese, famiglie e comunità

Anche se l’ultimo capitolo di questa storia non è ancora noto, l’impatto della pandemia sull’economia domestica latinoamericana è stato catastrofico. In base alle stime dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro, a settembre dello scorso anno circa 34 milioni di Latinoamericani hanno perso le proprie entrate per il blocco delle loro attività.

Tra questi c’era Gustavo, di Gregorio de Laferrere, nell’area metropolitana di Gran Buenos Aires (Argentina). Gustavo svolgeva compiti di pulizia in una cooperativa, la moglie lavorava come domestica in tre case. Con la pandemia e le restrizioni lui ha perso il lavoro, e lei ha visto le sue entrate ridursi notevolmente.

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Ogni mattina, ha riferito il portale Infobae dopo la viralizzazione della sua storia, Gustavo ha iniziato a cercare lavoro casa per casa come giardiniere.

La crisi, però, non aveva colpito solo lui, e infatti in un’occasione ha avuto compassione di un uomo anziano che aveva un cespuglio molto alto e non poteva pagare per farselo tagliare e ha svolto il lavoro gratis. E gli ha anche dato i pochi pesos che aveva.

C’è sempre qualcosa da dare

“Per quanto si possa essere poveri, c’è sempre qualcosa da dare – che si tratti di un abbraccio, di una parola di incoraggiamento o di un cespuglio tagliato, come nel mio caso. Tutto serve. E se questi gesti vengono compiuti con amore, tornano sempre quando meno te lo aspetti”, ha affermato.

Mailén, di 9 anni, si rendeva conto della preoccupazione del papà per la difficoltà di trovare un impiego, e ha deciso di aiutarlo disegnando un suo volantino promozionale.

Corto pasto Gustavo” (“Taglio erba Gustavo”), ha scritto, includendo il numero di telefono del papà. Come firma ha scritto “Suerte papi”, cioè “Buona fortuna, papà”. Grato, Gustavo lo ha postato sulle reti sociali, e la sua storia è diventata virale.

https://twitter.com/Wallychoo/status/1345171913245478912?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1345171913245478912%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fes.aleteia.org%2F2021%2F01%2F06%2Fconsiguio-trabajo-gracias-a-un-dibujo-de-su-hija-de-9-anos%2F

Le chiamate sono arrivate subito, da chi lo ha cercato per offrirgli un lavoro a chi voleva semplicemente aiutarlo. È anche arrivato in una casa in cui il giardino era già sistemato e volevano solo conoscerlo e pagarlo come se avesse lavorato. Ora, ha riferito, è “pieno di lavoro”.

Preparare il futuro

La storia di Gustavo è aneddotica, e mostra lo sforzo che come lui affrontano centinaia di migliaia di persone colpite dalla crisi economica della pandemia.

Famiglie che fanno l’impossibile per andare avanti, che hanno la vocazione di farlo. Stati e imprese hanno espresso, almeno a livello retorico, un impegno per fare l’indispensabile per arrestare un impatto che per economie già vulnerabili prima della pandemia è al momento catastrofico.

Con Gustavo, però, entra in scena un terzo attore, fondamentale: la famiglia e la comunità.

In un’intervista a Vatican News, l’economista Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali dal 2009, ha chiesto che si istituisca “definitivamente il modello triadico di ordine sociale: Stato, Mercato, Comunità, che sostituisca l’attuale modello diadico Stato-Mercato”.

“La famiglia, la comunità e la società civile organizzata sono entità fondamentali per iniziare a sostenere il processo rigenerativo”, ha affermato.

Come ha detto Papa Francesco a marzo, “ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti”.

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