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Un’ora quotidiana di adorazione basta per cambiare il mondo

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Jeffrey Bruno

Claudio De Castro - pubblicato il 12/01/21

“Dal momento in cui abbiamo iniziato ad avere un'ora di adorazione al giorno, l'amore per Gesù è diventato più intimo nel nostro cuore, l'affetto tra noi più comprensivo e quello per i poveri si è riempito di compassione”, diceva Santa Teresa di Calcutta

Ieri mi hanno telefonato da un’emittente radiofonica cattolica degli Stati Uniti e mi hanno chiesto se potevo dare la mia opinione come autore cattolico.

Non ci ho pensato un attimo e ho risposto: “Vorrei parlare del tabernacolo e dei benefici dell’adorazione eucaristica”. Hanno accettato con gioia la proposta.

In quell’intervista ho ricordato una cosa che avevo appena letto su Madre Teresa di Calcutta. L’avevo anche stampata per rileggerla. Mi è piaciuta talmente che la tenevo vicino, e ho potuto condividerla alla radio.

Vorrei che aveste l’opportunità di leggerla. È una storia meravigliosa, che mostra il potere della preghiera e i miracoli che si verificano con l’adorazione eucaristica nell’Ora Santa:

“Nel 1973, quando abbiamo iniziato la nostra Ora Santa quotidiana, la nostra congregazione ha iniziato a crescere e a fiorire… Nella nostra comunità in genere facevamo l’adorazione una volta a settimana per un’ora; poi nel 1973 abbiamo deciso di dedicare all’adorazione un’ora quotidiana. Il lavoro che ci aspetta è enorme. Le case che abbiamo per i poveri malati e moribondi sono gremite ovunque. Dal momento in cui abbiamo iniziato ad avere un’ora di adorazione al giorno, però, l’amore per Gesù è diventato più intimo nel nostro cuore, l’affetto tra noi più comprensivo e quello per i poveri si è riempito di compassione, e così è raddoppiato il numero di vocazioni. Dio ci ha benedette con molte vocazioni meravigliose. L’ora che dedichiamo al nostro colloquio quotidiano con Dio è la parte più preziosa di tutta la giornata”.

“Vieni”

Gesù desidera ricevere il nostro amore. Spesso ho sentito la Sua chiamata nel più profondo dell’anima: “Claudio, vieni a trovarmi”.

Come accade nei momenti in cui sono preso da qualcosa, tiro avanti, ma Lui insiste.

“Sono qui”.

Alla fine mi vince sempre e mi fermo in qualche chiesa. Scendo dalla macchina e vado davanti al tabernacolo. E allora scopro il motivo. Era solo.

“Sono qui, Gesù”

“Sono qui, Gesù”, Gli dico sorridendo. E Gli chiedo perdono per averlo abbandonato. All’improvviso sperimento come dei pezzetti di cielo. Una gioia interiore, spirituale, che fa traboccare l’anima. L’avete mai sperimentata?

Egli sa che mi piace scrivere, e all’improvviso piovono idee e parole. Tiro fuori dalla tasca carta e penna: “Piano, Gesù, non riesco a scrivere tanto velocemente”. E sorrido. Ho scritto molti dei miei libri così, davanti al tabernacolo, alla dolce presenza di Gesù.

Gentile lettore, non lasciare solo Gesù. E quando andrai a trovarlo, per favore digli “Claudio ti manda i suoi saluti”. Sai già che adoro sorprenderlo.

Dio vi benedica!

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