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Tracce di miracoli nei luoghi in cui visse Santa Rita da Cascia

SAINT RITA CASCIA

ValnerinaCascia | CC BY-SA 4.0

Bret Thoman, OFS - pubblicato il 17/01/21

I pellegrini che visitano la cittadina umbra possono seguire il percorso spirituale della “Santa delle cause impossibili”

“Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14, 27)

Nella Valnerina, in Umbria, non lontano dagli Appennini, si trova la cittadina di Cascia. Il suo centro è rappresentato dal convento agostianiano e dalla chiesa che ospita i resti di Santa Rita (1371-1447).

santa rita

I primi anni di Santa Rita come moglie e madre

Rita Lotti nacque a Roccaporena, a circa 3 chilometri da Cascia.

Il clima politico in cui crebbe era instabile. Lotte e rivalità familiari erano la norma, in base alla regola della vendetta.

Da giovane, Rita voleva diventare suora. Anche se i suoi genitori erano devoti, preferivano che si sposasse. Com’era tipico all’epoca, le trovarono un marito, Paolo Mancini.

Rita e Paolo ebbero due figli maschi. Le giornate di Rita erano quelle di qualsiasi madre e casalinga. I racconti agiografici non sono concordi circa la natura del carattere del marito. Alcuni dicono che fosse un brav’uomo dal carattere deciso, anche se incline a scatti d’ira, altri si riferiscono a lui come a un giocatore d’azzardo violento. Altri ancora dicono che fosse crudele e affetto da ogni vizio. Tutte le testimonianze concordano nel dire che si convertì come risultato delle preghiere e dell’atteggiamento conciliante di Rita.

Un giorno il marito di Rita rimase vittima di un’imboscata e venne ucciso. Il dolore di Rita fu aumentato dalla paura che i figli cercassero di vendicare la morte del padre.

Nonostante le sue suppliche, Rita non riuscì a persuadere i due ragazzi a rinunciare alla vendetta che ci si aspettava da loro. In atto di resa, affidò la situazione a Dio, chiedendogli di intervenire, visto che la cosa andava oltre il suo controllo. Entrambi i figli morirono poco dopo, prima di commettere un omicidio o qualsiasi altro atto di violenza.

La vita come religiosa agostiniana

Dopo la morte del marito e dei figli, Rita cercò di entrare in convento. Anche se le Agostiniane la conoscevano e la rispettavano, venne respinta in tre occasioni. Le religiose temevano che la violenza e l’animosità che avevano circondato la morte del marito l’avrebbero seguita in convento.

Rita cercò allora di mettere pace tra i parenti di Paolo e i loro rivali. Miracolosamente, le famiglie si riconciliarono, e firmarono addirittura un accordo. Rita venne quindi accettata in convento.

Per i 40 anni successivi visse come agostiniana in preghiera e contemplazione, servendo i poveri e i malati e lavorando per la comunità.

I miracoli collegati a Santa Rita

Dopo 25 anni di vita religiosa, ricevette una ferita: la sua fronte venne perforata da una spina della corona che aveva coperto la testa di Gesù. Portò le stigmate per 15 anni, fino alla morte, avvenuta il 22 maggio 1457.

Viste le tante difficoltà che dovette affrontare durante la sua vita, Santa Rita è nota come la “Santa delle cause impossibili”.

Il suo corpo è conservato in una basilica della fine del XIX secolo costruita in suo onore. I suoi resti sono considerati incorrotti, e la ferita sulla fronte è ancora visibile.

Nella basilica inferiore è conservato un miracolo eucaristico. Nel 1330, un sacerdote stava visitando un parrocchiano morente a Siena. Prese un’ostia consacrata per la Comunione, ed essendo uscito di fretta la mise nel breviario piuttosto che in una pisside. Quando arrivò a casa del malato aprì il breviario, e vide che l’ostia stava sanguinando e che le pagine erano macchiate di sangue. Quelle pagine sono ancora conservate a Cascia.

Vicino alla basilica c’è il monastero del XII secolo in cui visse Santa Rita. Gli Agostiniani organizzano regolarmente delle visite guidate.

All’interno del cortile c’è una vite che ricorda la storia di un ramo miracoloso. Secondo la tradizione, quando Rita era una novizia, la sua superiora le chiese di annaffiare un ramo secco per insegnarle umiltà e obbedienza. Rita lo fece, e col tempo quel ramo divenne una vite lussureggiante.

Sulla parete vicino alle scale ci sono dei piccoli fori abitati da api muraiole. Le api ricordano un’altra leggenda riferita al primo miracolo attribuito a Santa Rita. Subito dopo la sua nascita, un agricoltore stava lavorando in un ampo vicino. Si tagliò con una falce, e andò in cerca di aiuto. Passando davanti alla casa di Rita, notò delle api che ronzavano intorno al volto della bambina e cercò di scacciarle con la mano. Quando fece questo gesto, la sua mano guarì.

Nell’Oratorio del Crocifisso, Santa Rita ricevette le stigmate sulla fronte.

Appena prima dell’uscita c’è un roseto in memoria del miracolo della rosa e dei fichi. Quando Rita era malata e allettata, una sua cugina andò a trovarla da Roccaporena. Rita le chiese di tornare a casa e di raccogliere due fichi e una rosa dal giardino di suo padre. La cugina se ne andò pensando che delirasse, visto che era gennaio. Una volta a casa, però, trovò una rosa e due fichi coperti di neve.

Non lontano da Roccaporena, i visitatori possono vedere la casa natale di Santa Rita, la stanza in cui nacque e l’abitazione in cui visse con il marito.

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