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Anne, la bambina ribelle che s’impegnò a fondo per “diventare buona” 

ANNE DE GUIGNE, YOUNG SAINT

Public domain

Aliénor Goudet - pubblicato il 19/01/21

La venerabile Anne de Guigné (1911-1922) fa parte di quella schiera di piccoli santi che riprova come nessuna età sia troppo precoce per trovare una via al Cielo. Nata con un temperamento collerico, geloso e dominatore, Anne avrebbe nondimeno appreso la totale padronanza di sé a partire dalla morte del padre, e avrebbe disseminato gioia attorno a sé. 

Annecy-le-Vieux, luglio 1915. Che bella giornata si annunciava al castello della Corte! Troppo bella per restare al chiuso. Dopo la colazione Anne, quattro anni, si trastullava coi fiori del giardino, tutta fiera delle corone che intrecciava: ne aveva fatte per tutta la famiglia. Papà ne sarebbe stato certamente molto fiero, al suo ritorno. In quel preciso momento vide da lontano Mélanie, la cuoca del castello, sedersi per qualche istante su una panca in pietra.

La scoperta contrariò la bambina, la quale era fino a quel momento ben lieta di poter godere da sola del giardino: eppure non era quella la prima volta che Anne le diceva di non sedersi là! Dopo tutto Mélanie aveva tutta la cucina per sé, quindi il giardino spettava ad Anne, anche se era abbastanza grande da contenere cento persone. Non più tardi del giorno prima glie l’aveva detto l’ultima volta. Una vampata di frustrazione salì alla testa della collerica bambina, che s’affrettò a lasciare lì i suoi fiori e ad affrettarsi verso casa. Se Mélanie non voleva ascoltare lei, allora ci avrebbe pensato la mamma a proibirle di venire in giardino.

Dopo una lunga ricerca, Anne trovò finalmente la madre, nel suo studio personale. Rimase però di sale quando, avendo aperto la porta, vide Madame de Guigné in lacrime. Tutta la frustrazione scomparve: era così perturbante, per lei, vedere un grande piangere… Anne si avvicinò alla madre, che non aveva mai veduto così. Madame de Guigné prese allora fra le braccia la spigolosa figlioletta, che per una volta s’era fatta silenziosa. Si asciugò le lacrime e le spiegò che Monsieur de Guigné era andato in Cielo e che non sarebbe più tornato.

Anne – aggiunse quindi –, se vuoi consolarmi devi essere buona.

Madame de Guigné non s’immaginava l’impatto che quelle parole avrebbero avuto sulla sua bambina. Fin dall’indomani, Anne si alzò ripromettendosi di essere buona. Quando vide di nuovo Mélanie nel giardino, sentì il sangue pulsarle alle tempie, ma fece un grande respiro e tornò ai suoi giochi, perché condividere era cosa buona, e bisognava fare cose buone per diventare buoni. Tutto quello che fino al giorno prima contrariava la fanciulla, era diventato terreno di combattimento: ogni volta che in lei ribollivano la gelosia o la collera, Anne diventava tutta rossa ma serrava i pugni. Si vietava di proferire la minima parola finché i pensieri amari non l’avessero abbandonata: essere amabili e perdonare erano cose buone, e bisognava fare cose buone per diventare buoni.

Accadeva lo stesso quando capitava che si ferisse. Anne metteva tutta la sua volontà nel non lagnarsi e non frignare: offriva il dolore e la frustrazione al “suo piccolo Gesù”, l’alleato perfetto, che lo aiutava nella risoluzione. Anne aveva infatti scoperto un segreto importante: diventando buoni ci si avvicina a Lui. Dall’alto dei suoi quattro anni, Anne raddoppiò gli sforzi fino a che le crisi scomparvero completamente. Chi le stava attorno era stupefatto da un cambiamento tanto radicale. La madre, l’istitutrice, il parroco… Non si capacitavano dell’abbacinante grazia ricevuta dalla giovine signorina, prima tanto difficile.

La cosa era così lampante che si giunse a chiedere a monsignor Chapon il permesso di farle fare la comunione il prima possibile. Colpito dalla richiesta, il vescovo di Nizza domandò di poter incontrare la bambina. Dopo il colloquio, il prelato disse a Madame de Guigné:

Madame, vorrei che fossimo sempre al livello di istruzione religiosa di questa bambina.

Anne fece dunque la prima comunione il 26 marzo 1917, all’età di 6 anni. Sopra un biglietto, che durante la cerimonia depose sull’altare, aveva scritto: «Mio piccolo Gesù, vi amo e per piacervi prendo la risoluzione di obbedire sempre».

La bontà della piccola signorina si fece sempre più evidente, dopo questa grande gioia: era amabile, generosa e clemente con tutti. Il sacrificio quotidiano era la sua via crucis. Ogni sofferenza e ogni gioia venivano offerte a Gesù, che durante la preghiera le sussurrava all’orecchio di volerle bene.

Un giorno confidò alla madre quanto le sarebbe piaciuto vedere Gesù, perché il Cielo è il fine ultimo degli uomini. Secondo la catechista di Anne, madre Saint-Raymond, la piccola santa sapeva intuitivamente che Dio la voleva accanto a Sé. Effettivamente, la lotta di Anne volgeva al termine. Nel dicembre 1921 fu improvvisamente assalita da mal di testa e nausea. I crampi e la fatica la inchiodavano al letto: era una meningite. Mentre il suo piccolo corpo pativa come un martirio, l’anima continuava a crescere. Anne pregava per le guarigioni altrui e affidava sé stessa alla volontà di Dio. All’alba del 14 gennaio 1922, a Cannes, Anne si voltò verso la religiosa che la vegliava:

Madre, posso andare con gli angeli?

Sì, bambina cara.

Grazie Madre. Grazie.

Anne de Guigné fu dichiarata venerabile da san Giovanni Paolo II il 3 marzo 1990. Numerose testimonianze da quanti le erano vicini hanno potuto riferire della magnanimità di questa bimba tanto dedita a diventare buona e a consolare la madre.


MATKA Z CÓRKĄ

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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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